Titolo: “Sibilla"
Regìa: Mario Prosperi
Scena e luci: Valerio Di Filippo
Costumi: Fulvia Roverselli
Interpreti: Viola Zorzi, Paola Sebastiani, Mario Prosperi
Prima rappresentazione: Teatro Politecnico di Roma
Anno: 2007
Presentazione
Note
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Video
Il breve svolgersi di “Sibilla” è un gioco in cui tutti e
tre i personaggi sono coinvolti, sicuri di avere in
pugno gli altri due. Forse però risultano giocati ciascuno
dalla propria certezza di giocare gli altri.
Il tema della responsabilità e del suo rifiuto circola sottotraccia.
Non diventa denuncia né argomento sociale.
Emerge attraverso i tre caratteri, che portano il segno di
comportamenti attuali.
Ansia di eterna giovinezza, caparbietà di primeggiare,
aspirazione all’eterno: Ascanio Andrei rifugge da
responsabilità autentiche come quella di accettare una
paternità ignorata, accontentandosi di virtuali autorità.
Ambizione di sentirsi indispensabile dietro l’apparenza
di una fraterna e interessata connivenza, dispotica dittatrice
casalinga sotto spoglie materne: Alina sfodera
una tempra di sfrontata bugiarda pur di conservare le
sue prerogative.
Giovinezza vera e candore ambiguo, una personalità
cresciuta nell’equivoco di una madre provata dall’abbandono
e di un padre sconosciuto da incontrare per un
astuto esperimento da lasciare sospeso fra un’agnizione
e un’occasione editoriale mediante la scoperta di uno
scritto sconosciuto, alle fonti della fama dell’Autore:
Sibilla manca di senso morale, perché vive in una società
in cui la trasgressione fa parte del gioco sociale.
Funzioni sotto spoglie di personaggi, i tre protagonisti
non se ne vanno alla conclusione della storia. Sono
interrogativi aperti, che possono ripresentarsi e ricominciare
a raccontarsi, a giustificarsi, a tentare una
reciproca seduzione, che pur nella leggerezza delle
scene è un piccolo gioco al massacro.
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