Titolo: “Donne di spade”
Autore: Maricla Boggio
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Recensioni
Presentazione

Nota
I testi:
Sabellina
Flora
Olimpia


Le delusioni dei movimenti giovanili e le illusioni dei progetti rivoluzionari armati; il rifugio consolatorio della droga, fino all’annullamento di sé...

La ricerca della felicità omettendo la risoluzione dei problemi quotidiani: sentirsi un essere diverso, a cui tutto è permesso; appoggiarsi a un figlio e cadere ancora di più nella propria incapacità;infine una lenta risalita, afferrando la mano di qualcuno che te l’ha tesa.
La vita giorno per giorno, in un gioco che prova tutto, anche il sapore delizioso della droga; l’impatto con il dolore: un padre che si ammala e muore; i compromessi per procurarti quella sostanza che ti serve per non soffrire; il “basta” della disperazione: davanti a te la morte, oppure un’ultima sfida della vita; allora il cambiamento radicale in te esige che anche gli altri siano messi in grado di capire: per gli altri ti adoperi, dando, a chi ancora annaspa nell’inferno, quella mano che hai ricevuto quando meno te l’aspettavi. l’aiuto diventa una catena ininterrotta, diventa una rinascita...

Nelle tre storie di Sabellina, Flora e Olimpia, queste situazioni ci sono tutte, appartengono a migliaia di giovani, che si potrebbero riconoscere in un episodio, in una riflessione, in un’espressione.

Il teatro concentra le situazioni individuali e le offre in forma più ampia: non la storia di vita, ma la vita attraversata dal suo tempo, dalle sofferenze e dalle gioie di un’epoca in cui l’uomo deve misurarsi. Alla fine quello che conta è la vita, il suo trionfare sulla negazione.

Sono tre donne le protagonista di questo spettacolo, ma la società che raccontano appartiene anche agli uomini; soltanto che le donne, meno che gli uomini si oppongono alla sofferenza, e non temono di mostrare con impudica volontà la loro esigenza di amore.

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