Titolo: “Abelardo Eloisa Eloim - storia d'amore e teologia”
Autore: Maricla Boggio
Anno:1997
Editore: Grin
Genere: Dramma
Regìa: Massimiliano Farau.
Costumi: Ilaria Albanese
Musiche: Marco Schiavoni
luci: Camilla Piccioni
Interpreti:
Abelardo - Gabriele Parrillo
Eloisa - Laura Mazzi
Bernardo - Domenico Galasso
Pietro il Venerabile - Luigi Saravo
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Testo
Medioevo. Quattro personaggi emergono in uno spazio neutro: chiesa, chiostro, sagrato.
Le prime frasi sono in latino, i luoghi fissi, il tempo fermo.
E' la pausa nella quale si può leggere la storia; grazie a questa "pausa" il teatro può farsi, i personaggi parlare dopo che tutto è già avvenuto.
Pietro il Venerabile, monaco di Cluny, si rivolge a Eloisa di cui ricorda la fama di fanciulla sapiente; Abelardo da lei tanto amato- le dice - è morto nel suo convento dove ha trovato la pace di Dio; Eloisa lo riavrà alla fine del mondo dalle braccia del Cristo che ora lo conserva al posto suo.
La storia, conclusa nell'arco del tempo umano, si ripropone.
Bernardo il santo e Abelardo il filosofo tornano a scontrarsi sostenendo ciascuno la sua tesi per la conoscenza di Dio; Bernardo pone la sua fiducia nella fede, Abelardo si batte per la ragione.
La tesi di Abelardo è condannata da un concilio che vuole gli animi sottomessi all'autorità ecclesiastica. Il timore di venire ucciso e l'umiliazione inflitta al suo pensiero inducono il filosofo a sfogare le sue pene in uno scritto che in un baleno percorre la Francia. Ne viene a conoscenza anche Eloisa- da anni sepolta in convento -; attraverso il racconto dell'amato, la donna rivive la passione assoluta che l'ha unita ad Abelardo, il matrimonio a cui è stata costretta per far tacere lo scandalo del suo amore fuori regola, la castrazione inflitta a tradimento ad Abelardo e l'entrata in convento, di lei e di lui, divisi per sempre.
Come un'ampia spirale che si involge su se stessa, si innesta il dialogo a distanza di Abelardo ed Eloisa; parole ardite come mai furono pronunciate in altra epoca e da altri personaggi animano a ritroso il ricordo di una passione unica al mondo. L'amore si tormenta dell'assenza e si fortifica nella prova assumendo venature teologiche e impennate blasfeme. Ribellione e sfida animano Eloisa a cui l'amore mutato di Abelardo offre motivi di atroce sofferenza e di emulazione nella santità.
Si rinnova il contrasto teologico fra Bernardo, rappresentante della Chiesa papale e Abelardo, che sbriglia la mente in esercitazioni intellettuali senza toccare in realtà dogmi di fede. Infine il filosofo si sottomette per stanchezza, dietro consiglio di Pietro il Venerabile, il saggio monaco che lo accoglie consentendogli di trascorrere serenamente gli ultimi anni, fino a che Abelardo muore nella pace raggiunta del convento. Riappare allora Pietro il Venerabile, per ricordare Eloisa, un tempo famosa per il prodigio della sua mente e per dirle della morte dell'amato, che Cristo conserva per lei in vista dell'eternità.
La rappresentazione potrebbe riprendere. All'infinito, tra passione dei sensi e richiami divini, trasgressioni ed estasi.
Lo spettacolo al debutto è stato rappresentato in una piazza di Taormina il 9 agosto 1997 in occasione del Festival.
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