Troadi è una delle diciassette tragedie - più un dramma satiresco - a noi giunte della notevole produzione drammatica di Euripide (484 – 406 a. C.). La condizione dei vinti è rappresentata da un autore che appartiene al popolo dei vincitori, lezione di civiltà il cui significato è che nessuna guerra è giusta e che ogni guerra è portatrice di dolori.
Nelle figure femminili emerge la duplice valenza dell’umanità e dell’allegoria: Ecuba, la regalità degradata; Cassandra, la sacralità violata; Andromaca, la maternità umiliata; Elena, la perversione della bellezza; il coro delle ragazze, la folla delle vittime anonime di ogni tempo. Esse si scontrano con i pochi personaggi maschili: l’ambiguo Menelao in bilico fra il rifiuto filosofico della traditrice Elena e il cedimento alla sua seduzione; il guerriero Taltibio impaurito dal furore di Cassandra e pietoso davanti ad Andromaca, a cui annuncia il sacrificio di Astianatte; Poseidone convinto da Atena ad assecondarla nella vendetta contro i Greci.
La sostituzione di “Troiane” con “Troadi”, riporta il titolo al suono più vicino all’originale “Troades”.
“Aneke, pàreke, fére fòs”
canta Cassandra: mi avvicino al suo canto traducendo:
“Alza, mostra, porta la luce”,
e con questa ricerca sui ritmi e sui suoni ho lavorato sul inguaggio della tragedia, cercando di renderla voce viva, senza aulicità antiquate o attualismi ammiccanti.
“In Troadi Maricla Boggio mantiene i diversi livelli del linguaggio, i ritmi relativi alla variegata tipologia dei parlanti, la ricchezza delle metafore, la fantasiosa espressività delle divinità, elementi tutti che trasmettono la suggestione del mito, mantenendo la sacralità dei personaggi, delineati nella loro specificità; il linguaggio risulta quindi moderno, ma non come se fosse “tradotto” nella modernità”. (dalla presentazione di M. Lombardi Satriani)
“Tradurre Euripide comporta una viva attenzione ai valori espressivi di un linguaggio che accosta il fluire, sostenuto ma limpido, delle parti dialogate con il tono appassionato, ma fiorito e retoricamente elevato dei cori. A queste caratteristiche Maricla Boggio è sensibile e consapevolmente in sintonia. Di Troadi viene fuori una traduzione dotata di una scrittura di alta caratura letteraria, ma insieme perspicua, adatta sia alla sua fruizione nella lettura, che nell’utilizzazione sulla scena teatrale”. (dall’introduzione di Agostino Masaracchia)