Titolo: "Una moglie - i mesi incantati"
Genere: monologo per attrice
Autore: Maricla Boggio
Prima rappresentazione: 28 maggio 1994, Teatro di Porta Romana di Milano, nella rassegna "Palcoscenico delle donne" promossa da Franca Rame
regìa: Adriana Martino
poi in Sicilia, con Lina Bernardi; attualmente è interpretato da Relda Ridoni, in Piemonte e Lombardia, in serate destinate a suscitare dibattiti sul tema dell'aids, partendo dalla Giornata Mondiale di lotta contro l'aids al Piccolo Regio di Torino. Il testo è pubblicato su Ridotto n. 6-7 1995.
Testo
Foto
Locandina

Protagonista è una moglie simile a tante donne con figli.
Ad un tratto, a sorpresa, con violenza, la rivelazione della "cosa": suo marito ha l'aids; il contagio è avvenuto per un rapporto con una prostituta che l'uomo, pur non abituato a questo genere di frequentazioni, ha avuto in un momento di solitudine. Avviene allora un cambiamento radicale nella vita della donna: è lei stessa prima di tutto a scoprirsi piena di pregiudizi, portata a considerare valori ciò che sono soltanto vanità e pretese; poi è la considerazione degli altri, visti con superficialità, spesso ignorati, e la rivelazione, folgorante, della solidarietà verso chi soffre, del dialogo attraverso un sentire comune. E' un ribaltamento dell'esistenza, una rivoluzione dell'interiorità e dei comportamenti, il superamento delle banalità a cui la monotonia del quotidiano l'aveva indotta. C'è la scoperta di un'altra se stessa, l'aprirsi alla molteplicità del mondo, fino all'accantonamento della pena personale per darsi con amore a chi ha più bisogno di lei perchè ha patito di più.
E' in una sala d'attesa; intorno a lei, altri, ad aspettare con angoscia o rassegnazione i risultati clinici su quanto resta loro da vivere. A questa gente la donna racconta quello che ha provato , dopo aver saputo della malattia del marito. Ripercorre situazioni passate, rinnovando lo strazio per la crudeltà con cui i vicini di casa, i colleghi, i parenti recepiscono la malattia del marito.
Con occhi nuovi si accosta a forme di amore prima respinte per pregiudizio; la dedizione del compagno omosessuale nei confronti dell'amico colpito dal male la coinvolge fino a farle stabilire un rapporto di amicizia; la ragazzetta in lacrime che al bar, di fronte a un latte caldo e ad un cornetto, le racconta la sua storia di tossica incapace di rivelare al compagno la sua condizione di sieropositiva,piena di rimorsi per averlo contagiato; il giovane detenuto che ha visto aspettare in catene il turno per la cura, disperato perchè non gli basterà la vita per guadagnare i soldi che vorrebbe offrire in espiazione all'orfano della donna che ha ucciso in una rapina...tante le storie che racconta. Prelude al commiato, ma induce ad una tenue rasserenazione, quella di una bambina rimasta sola, malata come sua madre che già se n'è andata. Di fronte a quanti l'hanno ascoltata , la donna tira fuori dalla borsa l'ampio cappello di paglia che piaceva tanto alla bambina quando era in vacanza con la madre, al mare; quel "ricordo dell'ultima estate" si rinnova nel gesto di indossarlo,per esaudire il desiderio della bimba in ospedale.

indietro