Titolo: "Maria dell' angelo"
Autore: Maricla Boggio
protagonista Regina Bianchi
con Roberto Accornero
scene: Francesco Autiero
costumi: Mariolina Bono
musiche: Nicola Sani
regìa: Ugo Gregoretti
produzione APAS di Sebastiano Calabrò
Festival di Taormina, 1990
Taormina, Villa Comunale, 3 – 4 agosto
Recensioni
Testo
Foto
Locandina

Il testo si ispira alla figura reale di Natuzza Evolo, su cui Maricla Boggio, con la consulenza antropologica e la presenza in video insieme a lei di Luigi Maria Lombardi Satriani, ha girato un film di novanta minuti, andato in onda su Raidue.

La scrittura teatrale si rende tuttavia autonoma dal film e dal personaggio reale della Veggente, delineando una sorta di Donna dal potere consolatorio che riflette sui tanti casi di varia umanità che le si presentano quotidianamente, desiderando ogni uomo o donna che si affacci alla sua porta di ricevere una parola di speranza rispetto alle miserie e ai dolori in cui si trova. E’ su questo piano di umana condivisione che si sviluppa il testo, sostenuto dalla forte interpretazione di Regina Bianchi, che volle per sé questo personaggio non appena lo sentì leggere dall’autrice che stava elaborandolo.
Accanto a Maria vi è un Angelo, che permette alla donna di dialogare facendo gli spettatori partecipi del suo pensiero, delle sue ansie e delle sue speranze nel giovare all’umanità ferita che via via le si presenta. E’ poi la presenza del Giornalista, che vorrebbe intervistarla, e al quale lei in un primo momento si rifiuta, tutta presa dalla sua umiltà, a mutare la direzione della vicenda. E’ venuto il tempo di parlare – le dirà quello stesso Giornalista che le si ripresenta nelle vesti di un misterioso visitatore, nel quale Maria riconoscerà il Cristo -; non più soltanto a pochi la parola consolatrice, ma a quanti potranno riceverla attraverso quei mezzi di comunicazione – e tra questi il teatro – che la moltiplicheranno.
Attraverso i colloqui con l’Angelo che le suggerisce anche le risposte per chi ricorre a lei, Maria evoca la sterminata schiera di quanti le chiedono aiuto: sofferenze del corpo ma anche dell’anima, che colpiscono ricchi e poveri, gente ignorante e colta, di ogni strato sociale, perché la pena del vivere è di tutti; ma emergono anche momenti di candida comicità, e il desiderio di capire, al di là della propria condizione, le misteriose motivazioni dell’esistere.

A proposito del testo dice il regista Ugo Gregoretti:
“Maria dell’Angelo, Regina Bianchi, Maricla Boggio. Tre donne tese, forti e fragili come antichi strumenti musicali, eppure moderne nei loro diversi modi di vivere una interiorità che è tutta disperatamente attuale. Maricla ha raccolto il dettato di Maria e lo ha portato a Regina. In questo modo si è costituito un cristallo triangolare, limpido, nel quale si rispecchiano gli eterni interrogativi cui non possiamo dare risposta.

Una piccola intensa partitura, religiosa e vibrante di pietà, questo testo; scritto, vissuto e interpretato con adesione totale al messaggio di solidarietà che lo ispira.


indietro