“Mamma eroina” di Maricla Boggio, con Lina Bernardi, regìa di Saviana Scalfi.
Cosa prova una madre quando viene a sapere che sua figlia si droga? Dolori e speranze davanti ad un immaginario uditorio, in una sala d’aspetto di ospedale, dove la madre attende di conoscere le condizioni della figlia ricoverata per una overdose.
Riuscito spettacolo sulla droga dell’attrice Lina Bernardi
Presso l’aula magna dell’Istituto Tecnico Industriale “G. Galilei” di Latina si è tenuto un interessante spettacolo teatrale dell’attrice Lina Bernardi.
(...) In bilico tra i ricordo di una madre contadina, con cui poteva avere un continuo rapporto familiare in un ambiente non ancora toccato dal consumismo, e la presente realtà che la costringe ad un’esistenza alienata in cui anche i figli risultano degli estranei, questa madre qualunque di oggi tenta di trovare un dialogo con la figlia, attraverso la riflessione sugli errori passati e la sofferenza atroce di un’esperienza destinata a segnare in maniera indelebile la vita.
E’ seguito un dibattito sui problemi della droga, durante il quale sono stati discussi i vari aspetti sociali del fenomeno.
La droga si combatte anche a teatro
(...) Ricercare i segni di un teatro legato al nuovo che emerge dalla cultura del nostro tempo e che ad essa si oppone: questa la trama del Premio Latina.
Sulla droga dunque la sedicesima edizione del Festival appena conclusosi ha presentato uno spettacolo provocante, il testo già noto di Maricla Boggio “Mamma Eroina” nell’interpretazione di Lina Bernardi che aderisce intensamente a questo personaggio-simbolo di madre china sulla tossicodipendenza della figlia, avendo l’attrice alle spalle un lungo impegno professionale dedicato al disagio sociale dalla parte della donna. Lo provocazione insita nello spettacolo ha fatto breccia sulla vasta platea affollata del Teatro Giacomini quando al termine della rappresentazione il problema teatralizzato dalla Boggio è stato dibattuto, con la stessa attrice, da esponenti di una comunità terapeutica del servizio sanitario, della scuola, degli enti locali.
Da sempre il teatro, soprattutto quello nutrito di succhi intellettuali, ha ambito ad essere luogo deputato di dialogo e di dibattito,, facendosi specchio nella pratica scenica della realtà, anche quella più angosciosa.
E’ il caso di un’istituzione teatrale come lo stabile di Catania che ha promosso giovedì sera, all’ “Angelo Musco”, un incontro sul tema tragicamente attuale “droga, triste realtà” e del monologo di Maricla Boggio “Mamma eroina” che è stato recitato in questa occasione.
Interprete era l’attrice Lina Bernardi, sulla linea registica di Saviana Scalfi: due donne, la Bernardi e la Scalfi, che dieci anni fa, proprio con la Boggio e la Maraini fondarono l’ormai mitico teatro femminista “La Maddalena”. Sono stati dieci anni molto intensi per la Boggio, della cui produzione teatrale forse a Catania è noto soltanto lo spettacolo “Santa Maria dei Battuti”, che fu presentato al Teatro club della nostra città nel gennaio del ’70, suscitando polemiche, contrasti e dibattiti ( erano gli anni delle battaglie “antipsichiatriche” di Basaglia e la “pièce” era impegnata in questa direzione).In un’occasione come l’attuale, sull’altro drammatico problema della droga, è il caso di accennare appena agli aspetti specificamente scenici, anche perché si tratta di un testo già ampiamente discusso dalla stampa nazionale, ma è almeno necessario lodare la capacità dell’autrice, dell’interprete e della regista di sfuggire all’insidia di ogni monologo, cioè la scarsa teatralità prossima alla monotonia.
Ma questo angoscioso monologo sulla disperazione di una madre, che in una sala d’aspetto all’ospedale, dove la figlia è morente per un’overdose, narra la propria esperienza, è servito – nella sua nuda eloquenza di teatro-verità e colla suggestione di quel personaggio eroico quasi alla “Madre Courage” – a focalizzare il dibattito.
Diretto da Giuseppe Lazzaro Danzuso, esso è stato avviato dal farmacologo Scapagnini, che si è occupato delle nuove droghe, e dal sociologo Paolo Truden, che ha tracciato, con l’aiuto delle significative e toccanti testimonianze di due ex tossicodipendenti, una “mappa” della droga in Sicilia.
Subito dopo, il magistrato Giovanni D’Angelo ha discusso i rapporti tra mafia e droga e l’altro magistrato, Alfio Cocuzza, ha parlato della diffusione degli stupefacenti tra gli studenti.
Un altro farmacologo, Orazio Mangano, anche a nome dell’assessore provinciale alla Pubblica Istruzione Cirino Torrisi, ha relazionato su un test che sarà diffuso negli istituti secondari superiori per orientare e formare una coscienza antidroga e per acquisire utili dati sul fenomeno.