Titolo: "Le nozze di Krecinskij"
Autore: Aleksandr Vasil'evic Suchovo-Kobylin
Scene: Gabriele Ciaccia
Traduzione ed elaborazione: Maricla Boggio e Carla Solivetti
con un’ipotesi sull’enigma dell’autore di Maricla Boggio
Prima rappresentazione: 14 giugno 2003 a Roma, a Villa Piccolomini, in uno spazio realizzato all’aperto appositamente per la rappresentazione
Gestito dall’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica “Silvio D’Amico”, esso è venuto a costituire il saggio di diploma di tre allievi registi – Tommaso Rossi, Irene Mattioli, Goriana Ducic sotto la guida del loro docente di regìa, Domenico Polidoro
Costumi: Santuzza Calì
Musiche: Paolo Terni
Disegno luci: Juri Saleri
Approfondimento
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Aleksandr Vasil’evic Suchovo-Kobylin, nato a Pietroburgo nel 1817 da una famiglia di antichi nobili proprietari, morto nel 1903, dopo aver attraverso quasi tutto l’Ottocento, ebbe dapprima vita agiata tipica del ricco uomo di mondo russo. Ma la sua vita fu sconvolta dalla morte per omicidio di una donna francese reputata sua amante. Suchov-Kobylin fu accusato dell’assassinio, arrestato due volte e, dopo sette anni d indagini, riconosciuto innocente bel 1857. Scrisse “Le nozze di Krecinskij” durante la prima detenzione e lo fece rappresentare nel 1855 con grande successo.
Ispirato alle disavventure giudiziarie e alle frequentazioni con la polizia, la commedia fa parte di un trittico che comprende anche “Un affare giudiziario” e “La morte di Tarelkin” pubblicato sotto il titolo – imposto dalle autorità 5usse – “Quadri del passato”, per timore che nella descrizione della corruzione della burocrazia fatta dall’autore emergesse con troppa evidenza la realtà di una situazione purtroppo vera.
La messa in scena del testo da parte degli allievi registi dell’Accademia Nazionale d’Arte Dramamtica “Silvio D’Amico” comprende anche gli interventi drammaturgici di Maricla Boggio tesi a ricostruire la vicenda personale di Suchovo-Kobylin: fra biografia e scrittura teatrale si ripropone così l’avventura artistica d’un autore russo poco ricordato che Mejerch’old amava molto.

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