Mario Ferrero è stato festeggiato per i suoi cinquant'anni di teatro; diplomato all'Accademia Nazionale d'Arte Drammatica - allora diretta da Silvio D'Amico, di cui la scuola prenderà il nome -; ha diretto quasi duecento regìe, dopo essere stato allievo ed assitente di Orazio Costa, a cui è legato da profonda stima ed affetto.
Ha firmato la regìa dei testi più importanti del panorama teatrale di tutti i tempi, dalle tragedie classiche al Teatro Greco di Siracusa per l'Istituto Nazionale del Dramma antico, ai drammi di Shakespeare, Ibsen, Strindberg, Cechov, Eliot, Shaw, Anouilh, Pirandello, Betti fino ai contemporanei, da Diego Fabbri a Natalia Ginzburg, per arrivare a Maricla Boggio con "Lo sguardo di Orfeo"( Ridotto n. 9 del '92) scelto dall'Accademia per un saggio rappresentato al Chiostro dell'Accademia di Spagna.
In televisione ha realizzato commedie e sceneggiati con notevole riscontro di spettatori, da "Le sorelle Materassi" di Palazzeschi a "La Velia" di Cicognani, ad una complessa rappresentazione dell'"Orestea", valorizzando, come in teatro, parecchi autori contemporanei italiani.
Da alcuni anni insegna recitazione in Accademia; preferisce alimentare nei futuri attori e registi l'amore per un teatro di parola e di pensiero piuttosto che accettare regìe che, salvo eccezioni, non gli danno più quelle soddisfazioni che ha sempre trovato negli spettacoli della sua lunga e felice carriera.
Si può quindi vedere una regìa di Ferrero, quando a conclusione dell'anno accademico debutta il suo saggio. Qualche titolo delle ultime stagioni: "Shakespeare o delle ambiguità", "Perchè all'amore non si risponde con l'amore", "Venti personaggi in cerca d'autore", "In casa degli Atridi", "Non c'è bisogno di un letto per fare l'amore", per arrivare all'ultimo "Ginzburg!", spettacoli che sono il risultato di un paziente e geniale lavoro di intarsio, intreccio e collegamento tra scene e personaggi dello stesso autore su di un tema individuato nel panorama della scrittura drammaturgica del prescelto.
Applaudito dagli allievi diplomati con "Nobel-issimo" da lui realizzato alla conclusione dell'anno accademico - un lavoro drammaturgico ottenuto con scene di Shaw, O'Neill e Pirandello, che nel corso di un decennio vennero insgniti del "Nobel" -, è stato poi festeggiato dal Festival di Todi, dove il suo direttore artistico, Silvano Spada, gli ha offerto il titolo di Presidente Onorario; con la consueta ironia mista ad una gioiosa partecipazione a tutto ciò che riguarda il teatro, Ferrero ha accettato, mettendo a disposizione degli spettacoli del Festival i suoi consigli preziosi e la sua attenta partecipazione.
Facendo un'eccezione alla riservatezza che lo ha sempre tenuto dietro le quinte fino agli applausi finali, ha poi scelto per sè di interpretare questi monologhi de "La pura nudità", offrendo alla parola poetica un irripetibile momento teatrale.
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