Titolo: “DOMINOT. Racconto confidenziale di un artista en travesti"
Autore: Maricla Boggio
Saggi di Luigi M. Lombardi Satriani e Francisco Mele
Editore: Armando
Anno: 2016

Copertina

Fra Tunisi, Parigi, Teheran, Roma, luoghi di avventure erotiche e di apprendimenti esistenziali, dalla condizione di povertà dell’infanzia, Dominot va conoscendo il mondo a prezzo di dure esperienze, fino a scoprire come elemento salvifico il teatro. Conservando in un contesto di violenza e corruzione una sua inconsapevole innocenza, Dominot vive come necessità le forme più libere del sesso, in un intreccio fra gioco, travestimento e ricerca di affettività. Il travestimento diventa per lui un modo di sentirsi appagato: Dominot riscatta la sua libertà in un’alternanza uomodonna che lo gratifica riscattandolo dall’oscurità della sua nascita. Lotta per acquisire una cultura negata riuscendo a rubarla al teatro, sua vera fonte di salvezza, mentre gli episodi di prostituzione nella sua immaginazione si mutano in volontà del destino, esigenza di sopravvivenza. Centrale per la sua personalità l’incontro con Fellini che inventa per lui il ragazzo del finale de “La dolce vita”. È lui stesso a proporre il racconto della sua vita a Maricla Boggio con la fiducia di non venir giudicato. In una sorta di dimensione fiabesca le asprezze esperienziali si fanno evanescenti come sogni, mentre gli incontri più singolari negli ambienti popolari o aristocratici assumono forma di poesia. Luigi M. Lombardi Satriani delinea efficacemente l’itinerario che, attraverso la teatralizzazione della parola, Dominot compie per riscattare la sua condizione di dipendenza in soggettività creatrice, in lui – si sostiene – c’è l’intuizione della forza tremenda dei simboli, la loro carica vitale, l’irripetibilità della vita e il suo acre sapore. Francisco Mele mette in risalto una strategia di sopravvivenza che attraverso l’alternanza uomo-donna permette a Dominot di sfuggire a un potere ordinatore dell’identità. L’imago scelta come rappresentativa di sé è la madre ideale che nella sua fantasia lo ha generato e poi abbandonato, recuperando così un suo più radicale bisogno.



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