LA SCENA

Una stanza da letto-salotto di un certo gusto, con mobili antichi e moderni in sapiente mescolanza.
La stanza piena di pacchi mezzo sfatti o ancora da aprire, a terra, sul divano, su qualche altro mobile.

L'EPOCA

La sera della vigilia di Natale, oggi, in una delle nostre città.

I PERSONAGGI

CLELIA E ROBERTO, una coppia giovane, di ambiente borghese, con qualche velleitàˆ intellettuale e ribellistica al sistema, per˜ integrati in esso al meglio.

LA DONNA, giovane, severa, dolce, che non è delle nostre parti.

****************

SCENA I
________

Musiche natalizie a folate.; risate e voci di gente in festa, dalla strada.
Clelia e Roberto si aggirano qua e lˆ rimuovendo le carte dei pacchi già aperti e facendone dei mucchi.
Clelia prende da terra un pacco voluminoso dalla forma bislacca.
Trova una busta attaccata alla carta, ne trae un biglietto e lo legge.

CLELIA - "Auguri auguri auguri!" E' dei Rossi. Bisognerà ricambiare.

ROBERTO - Non mi aspettavo che mandassero un regalo. Non l'hanno mai fatto.

CLELIA - Dev'essere un oggetto che a loro non interessava.

ROBERTO - Non sono poveri, i Rossi. "Fanno" i poveri. Per questioni politiche.

Rigirano il grosso pacco osservandolo da ogni parte.
Si danno da fare per scartarlo.

CLELIA - Si, credo proprio che sia una cosa riciclata... La carta è tutta rotta, ci hanno messo anche un nastro adesivo.

ROBERTO - Che cos'è?

Riescono finalmente a togliere la carta dall'oggetto che ci sta dentro. Tirano fuori una grossa cesta di vimini intrecciato, con il manico, di quelle per mettere la legna.

CLELIA - Una cesta. Di vimini. Tutta intrecciata.

ROBERTO - Mica male, però. Artigianale, le fanno i pastori d'inverno, quando non vanno in giro con le pecore.

CLELIA - Possiamo portarla nella casa di campagna e metterci la legna per il camino. Ma perchè ce l'avranno mandata?

ROBERTO - Forse loro non hanno un camino.

CLELIA - Potevano usarla per metterci delle riviste... o qualche altra cosa. Non capisco perchè l'abbiano mandata a noi.

ROBERTO - Forse l'hanno comprata apposta per regalarcela. Non è facile mettere una cesta in una carta. Sarà per questo motivo che la carta era strappata.

CLELIA - Allora ce l'hanno regalata per farsi invitare in campagna!

ROBERTO - E noi che cosa regaliamo ai Rossi, in cambio?

CLELIA - Invitiamoli in campagna. Se è quello che volevano!...

ROBERTO - Ma non è un regalo invitare gente in campagna!

CLELIA - Vuoi dire che fa parte del normale scambio tra coppie?

ROBERTO - Penso proprio di si. Se ci invitano per Capodanno porteremo una bottiglia di champagne e magari una scatola di cioccolatini e un panettone.

CLELIA - Tutte cose che avrebbero potuto mettere loro dentro la cesta, e mandarcela piena.

ROBERTO - Oh quanto la fai lunga, Clelia! La cesta non è brutta, se ce l'hanno mandata vuota spenderemo meno a ricambiare! Passiamo agli altri pacchi.

CLELIA - Guarda quanti ce ne sono ancora!.

ROBERTO - Abbiamo un sacco di tempo prima di andare dai Verdi a festeggiare.

CLELIA - Dai Verdi! Che idea abbiamo avuto! Pranzo in piedi, piatti di plastica, bicchieri di carta perchè è più democratico, niente presepe perchè sono atei, niente albero perchè è un'usanza borghese...Non potevamo andare in qualche altro posto? Almeno la notte di Natale, avrei voluto fare qualcosa di assolutamente banale. Ah! certe volte rimpiango i Natali di quand'ero bambina.

ROBERTO - Mi hai sempre detto che ti annoiavi da morire.

CLELIA - Era una noia bella, rassicurante. Una noia calda, piena di musiche, di dolciumi, di voci...

ROBERTO - Ma adesso ci sono io!

CLELIA - Ci sei tu e io sono grande. Basta rimpianti, andiamo dai Verdi.

Roberto si aggira per la stanza scrutando i pacchi, poi si china a raccoglierne uno di piccole dimensioni.

ROBERTO - Questo pacco è piccolissimo.

CLELIA - Sarà una cosa preziosa. C'è un biglietto?

ROBERTO- Sto cercando. Bisogna scartarlo, forse sta dentro.

CLELIA - Non riesco ad aprirlo.

ROBERTO - Lascialo lì, lo scarteremo dopo. Vediamo gli altri, così poi portiamo via le carte, almeno stanotte rientrando non dovremo camminare sulle rovine..

Clelia ha afferrato un pacco piatto e cedevole e va palpandolo con delicatezza.

CLELIA - Com'è morbido... A toccarlo sembra una stoffa...

Roberto si è avvicinato a Clelia; dal pacco stacca un bigliettino.

ROBERTO - C'è un biglietto. E' della zia Giulia. "L'ho fatto per voi", che cosa avrà fatto per noi, la zia Giulia?...

Clelia estrae dalla carta aperta una coperta all'uncinetto.

CLELIA - E' una coperta all'uncinetto.

ROBERTO - Povera donna, deve aver lavorato per mesi!

CLELIA - Tu non le telefoni mai.

ROBERTO - Non potresti farlo tu?

CLELIA - E' tua zia.

ROBERTO - Anche tua!

CLELIA - Zia aggiunta.

ROBERTO - Fra donne vi capite meglio! Cosa vuoi che dica io alla zia Giulia? "Come stai, cosa fai...".

CLELIA - E cosa vuoi che le dica io?! "Cosa fai...come stai...".

ROBERTO - Una volta più che l'altra potremmo invitarla a cena.

CLELIA - Ci invita sempre lei e noi non ci andiamo mai. Figurati se avrei il tempo di mettermi anche a cucinare, per la zia Giulia! Una serata intera a chiacchierare con la zia Giulia: "Quand'ero giovane qua...quand'ero giovane là...".

ROBERTO - Poco fa non rimpiangevi i natali della tua infanzia? Ecco, la zia Giulia "è" un Natale della tua infanzia!

CLELIA - E' Babbo Natale!

ROBERTO - Basta! Ringrazieremo per la coperta. In campagna accanto al camino ...

CLELIA - ...Insieme alla cesta dei Rossi...

ROBERTO - .... andrà benissimo!

CLELIA - Questo pacchetto mi tenta...NŽ piccolo nŽ grande... Poco
pesante...

I due si palleggiano il pacco, soppesandolo.

ROBERTO - ...ma neanche tanto leggero...

CLELIA - Dai aprilo!

ROBERTO - Nessun biglietto.... Via la carta...ce n'è un'altra....

Con impazienza Clelia si impadronisce del pacco.

CLELIA - Faccio io! Ma c'è ancora un'altra carta!

ROBERTO - E adesso... una scatola!

CLELIA - Sarà uno scherzo. Dentro, ci scommetto, non c'è niente!

Roberto afferra la scatola e cerca di forzarne il cartone.

ROBERTO - Aspetta! il cartone sta cedendo. All'interno c'è qualcosa...

CLELIA - Svelto, tira... strappa...apri...

I due tengono un pezzo di scatola ciascuno; all'interno appare loro qualcosa.

ROBERTO - Non riesco a vedere, c'è del cellophan...

Clelia strappa l'ultimo involucro e si ferma stupita.

CLELIA - Oh!

ROBERTO - Una bambola!

CLELIA - Una bambola?!

ROBERTO - Un bambolotto, un neonato!

Prende il bambolotto fra le braccia.

CLELIA - Sembra vero, che impressione!

Alla pressione delle mani di Roberto, il bambolotto emette un gemito.

ROBERTO - Hai sentito, l'ho schiacciato un po' e lui si è messo a piangere!

CLELIA - Chi ce l'avrà mandato?

ROBERTO - Biglietti non ce ne sono...

CLELIA - Mi sta venendo l'idea che ci arrivi ...

ROBERTO - Avanti, dillo!

CLELIA - Tua madre! Una specie di invito a noi due...

ROBERTO - Potrebbe essere, la sua è una fissazione.

CLELIA - Vorrebbe diventare nonna!

ROBERTO - Non riesce a capire perchè non gli diamo un nipotino!

CLELIA - Quando andiamo a cena da loro mi fa un sacco di domande, non proprio dirette, ma che alla fine vanno a parare là: "Perchè non sei incinta? ".

ROBERTO - E mio padre fa lo stesso con me.

CLELIA - "Perchè non sei incinto?".

ROBERTO - Spiritosa! Mi prende da parte, quando tu sei in cucina a parlare con mia madre, e mi dice, strizzando l'occhio: "E allora?", sai, lui è molto pudico, non va oltre.

CLELIA - E tu?

ROBERTO - Anch'io gli strizzo l'occhio e rispondo "Vedremo!"...

CLELIA - ...con tutti i significati impliciti che "Vedremo!" può assumere tra due uomini!

ROBERTO - In fondo è naturale che mio padre ci tenga ad avere un nipotino.

CLELIA - Forse è la prima volta che io e te parliamo di questa... "cosa"...

ROBERTO - Si vede che non le diamo tanta importanza.

CLELIA - Non le diamo tanta importanza...

Un silenzio. Tutti e due si rendono conto di aver toccato un argomento delicato, da cui hanno cercato di tenersi lontani.

ROBERTO - Perchè, riflettendoci, sono già sette anni che siamo sposati...

Clelia completa la frase con il tono di chi sta facendo una scoperta.

CLELIA - ...e non abbiamo mai previsto di avere un bambino!

ROBERTO - Siamo ancora giovani. Ne faremo.

CLELIA - Sì?

ROBERTO - Sì.

CLELIA - E' un discorso che possiamo rimandare... di qualche ora.

ROBERTO - Sono d'accordo con te. Finiamo di guardare i pacchi?

Clelia si avvicina ad una montagnola di pacchetti, ne esamina le carte.

CLELIA - Questi li hanno mandati le mie amiche, riconosco le carte dei negozi dove vado anch'io ...

Apre ogni pacchetto, via via leggendo i biglietti che vi sono attaccati e che poi getta a terra.

Coppette per il gelato... Marina! Un vassoio fantasia... Gilda! Uno scialle di cachemire color panna... Renée!

Ha un gesto di disperazione, poi assume tono di disappunto misto ad ammirazione.

Renée è sempre così ricercata, dovrò contraccambiare con qualche cosa di molto costoso...

ROBERTO - Mandale uno dei regali che hai ricevuto...

CLELIA - Roberto! Tranne la coperta a uncinetto della zia Giulia - che non mi pare proprio il caso -, gli altri sono tutti di amiche anche sue...

ROBERTO - E il bambolotto?

CLELIA - Vuoi dar via il bambolotto? I tuoi ci chiederanno che cosa abbiamo ricevuto... Vedrai! salterà fuori che il bambolotto l'hanno mandato loro. E poi, Renée ha cinque figli, sarebbe di cattivo gusto, una specie di augurio alla fertilità!…

ROBERTO - Rimangono ancora dei pacchetti...

Afferra i pacchetti uno dopo l'altro, andando di qua e di là per la stanza, e ne va leggendo i biglietti.

Sono di miei colleghi, lo capisco dalle carte: tutti docenti della mia facoltà, tutti fanatici del negozio esclusivo dietro l'università. Cravatta....Augusto! Sciarpa di cachemire... Patrizio! Guanti di peccary... Giuliano!...E per concludere, portafoglio in finto coccodrillo, il rettore a cui ho mandato una cassetta di Porto di cui va pazzo da quando ha fatto un seminario a Valladolid.

CLELIA - Devi ricambiare tutti quanti?

ROBERTO - Già fatto. In cantina c'era ancora una scorta di vino pregiato che mi avevano mandato da Bordeaux per ringraziarmi del seminario dell'altr'anno...E' un vino troppo forte, liquoroso...a te non piace.

CLELIA - Abbiamo finito con i regali?

Roberto e Clelia si guardano intorno.

ROBERTO - Mi pare di sì...Ah no!, c'è ancora quel pacchettino che non riuscivamo ad aprire...

Afferra il pacchettino rimasto sul divano.

Eccolo! Con un po' di pazienza riusciremo ad aprire anche questo....

Dal pacchetto emerge uno scatolino. Roberto ne alza il coperchio e si diffonde nella stanza un delicato suono di carillon, un'incantevole musica dal "Flauto magico".

CLELIA - E' un carillon!...

I due rimangono estatici ad ascoltare la musica mozartiana.

ROBERTO - Che regalo fantastico!

Va afferrando i regali aperti, gettati qua e là.

Tutta questa roba per vestirsi, per coprirsi, per apparire...e poi...la musica! Da chi?

Fruga dentro alla carta del pacchetto e ne estrae un bigliettino.

C'è un biglietto con il tuo nome. L'hanno mandato a te.

Clelia afferra il biglietto .

CLELIA - "Buon Natale da Lucrezia".

ROBERTO - Ma è la nostra colf!

CLELIA - Lucrezia, la nostra colf. E' venuta in Italia per studiare musica e si mantiene facendo i lavori in case come la nostra.

ROBERTO - Logico allora che ci mandi un carillon con "Il flauto magico"!

CLELIA - Poteva anche non mandarci niente! E' il regalo più bello che abbiamo ricevuto. Scelto per darci un'emozione, non per esibire un costo.

ROBERTO - Ormai non c'è più tempo per i pensieri. Tutto è diventato economico.

Chiude lo scatolino e la musica cessa.

CLELIA - Le dirò che ci ha fatto piacere. Pensare che i miei unici regali per lei sono sempre vestiti vecchi...

ROBERTO - Abbiamo finito?

CLELIA - Si, adesso davvero si.

ROBERTO - Allora, via tutte queste cartacce!

CLELIA - Si si, liberiamocene. Una volta le tenevo. Ma quando cercavo di riciclarle, erano sempre stropicciate, strappate... non servivano mai.

ROBERTO - Vado a buttare tutto quanto nel cassonetto in strada. Poi ci prepariamo.

CLELIA - Per andare dai Verdi! Potrei anche rimanere come sono.

ROBERTO - E dai! Fatti bella per me!

L'abbraccia. Lei risponde con calore. Poi si stacca.

CLELIA - Adesso non si può. Sennò dai Verdi quando arriviamo?

Ridono. Roberto comincia a tirar su le carte e i cartoni che pigia in una busta grande trovata fra le altre.

ROBERTO - Va bene. Anche se mi dispiace un po'...
Intanto tu comincia a vestirti, mi raccomando.

CLELIA - Stai tranquillo. E torna subito!

ROBERTO - Dove vuoi che vada, la sera di Natale, senza giacca e con un pacco di cartacce!? Arrivo fino al cassonetto...

Esce.

SCENA II
________

Quando Clelia sente richiudersi la porta d'entrata, si avvicina con cautela al bambolotto. Lo contempla intimidita. E' incerta se prenderlo fra le braccia o lasciarlo nello scatolo. Un paio di volte fa il gesto di afferrarlo e poi ritira le mani.
Finalmente si decide e tira delicatamente su il bambolotto portandoselo al petto.

CLELIA - Sembra un bambino...Se ne avessimo uno, dovremmo stare a casa per lui... Niente feste, niente pranzi...niente viaggi...

Lo culla fra le braccia, contemplandolo.

Feste....Dai Verdi!? Se avrò un bambino...che m'importerà di non andarci? Pranzi...Potrei metterlo nella carrozzina, tenermelo vicino. Viaggi...I bambini ormai, un anno...due anni...tre anni...vogliono andare dappertutto...Portiamo anche lui...e da grande gli si racconta che era con noi, e gli fai vedere il filmino dov'era piccolo piccolo...

Culla il bambolotto come se fosse la madre di un bambino. Con un gesto leggero si sfiora la vita.

Chissà che cosa dirà Roberto quando "glielo dirò"? Sarà contento? Oppure entrerà in crisi? Devo trovare il momento giusto...

Dopo aver contemplato ancora per un momento il bambolotto, lo ripone nello scatolo.

Intanto farà pratica con te...

Da fuori Roberto grida con voce alterata.

ROBERTO da fuori - Clelia! Aprimi! Fai presto! Clelia! Clelia!

CLELIA - Il solito pasticcione! Ha dimenticato le chiavi!

Esce di scena mentre continua a parlare, rivolgendosi a Roberto.

CLELIA da fuori - Non potevi prenderti le chiavi? Se stavo in bagno come entravi?

Rumore di porta esterna che viene aperta.
Un momento di silenzio. Poi Clelia ha un'esclamazione di forte meraviglia.

Ma!....Che cos'è?

SCENA III
_________

Entrano in scena tutti e due. Roberto tiene fra le braccia uno scatolo lungo, che depone sul divano.

ROBERTO - Sta dormendo. L'ho trovato nel cassonetto!

CLELIA - Nel cassonetto?!

ROBERTO - Sembrava una scatola gettata nella spazzatura, una scatola da regalo...

CLELIA - Una scatola da regalo?!

ROBERTO - Sì, come quelle che ero andato a gettar via!

CLELIA - Non è una cosa di tutti i giorni.

ROBERTO - E' successo già altre volte.

CLELIA - Ma non credevo che sarebbe capitato a noi.

ROBERTO - Che cosa?

CLELIA - Di trovarne.

ROBERTO - Di trovarne? Quanti?

CLELIA - Di trovarlo! Va bene, " di trovarlo". Tu trovi un neonato nel cassonetto dell'immondizia e mi correggi perchè ho detto " di trovarne" - cioè di trovarne "tanti" - invece di "trovarne uno" o di "trovarlo". Sei un mostro!

ROBERTO - Ma che ti prende? Anch'io sono stupefatto di aver trovato un neonato in un cassonetto. Se non lo avessi scoperto in tempo, sarebbero passati quelli del camion e lo avrebbero triturato!

CLELIA - Ah! Che orrore! Possibile che ci sia gente così crudele!?

ROBERTO - Quelli del camion non potevano saperlo.

CLELIA - Che cosa non potevano sapere?

ROBERTO - Quelli del camion non potevano sapere che il neonato era nel cassonetto. Quindi non sono gente crudele, quelli del camion.

CLELIA - Non parlavo di quelli del camion! Gente crudele, chi ha messo il neonato nel cassonetto!

ROBERTO - La madre, probabilmente.

CLELIA - Una madre mette al mondo un bambino e poi lo getta in un cassonetto perchè sia fatto a pezzi dal tritatutto del camion dell'immondizia?!

ROBERTO - Non si può sapere che cosa passa nella mente di una madre. Tu non hai messo al mondo un bambino.

CLELIA - "Noi" non abbiamo messo al mondo un bambino. Un neonato, tu lo getteresti in un cassonetto?

ROBERTO - Noi siamo gente responsabile. Non abbiamo messo al mondo nessuno perchè siamo ancora incerti circa la necessità di farlo.

Svegliato dai discorsi dei due, il neonato strilla.
I due proseguono a parlare alzando il tono per superarne le urla.

CLELIA - E quando avremo deciso che sarebbe in fondo simpatico avere un bambino, non saremo più nelle condizioni di farlo.

ROBERTO - Sembri mia madre. E' lei a farmi questa predica, appena può parlarmi da sola.

Il neonato si zittisce. I due lo guardano sporgendosi sullo scatolo.

CLELIA - Non potremmo...tenerlo noi? Guarda com'è carino...

Lo vezzeggia con la mano. Roberto fa altrettanto.

ROBERTO - Ha subito preso il mio dito...

CLELIA - Forse avrà fame.

ROBERTO - Un neonato carnivoro?

CLELIA - Non vuole morderti. Vuole succhiare. Come al seno della madre. Il tuo dito, il capezzolo...

ROBERTO - Questo confronto mi fa un po' impressione.

Ritira bruscamente la mano. Il neonato riprende a strillare con veemenza.

CLELIA - Che facciamo? Questo qui strilla come un pazzo.

ROBERTO - Ha tutte le ragioni per farlo. Chissà da quando non mangia.

CLELIA - Chissà da quando non lo lavano...

ROBERTO - Come possiamo calmarlo?

CLELIA - Diamogli da mangiare. Laviamolo.

ROBERTO - Come si fa?

CLELIA - Ah questa è una domanda da un milione di dollari! Chiediamolo a tua madre.

Il neonato gorgoglia e ridacchia.

ROBERTO - A quest'ora è andata dai Bianchi con papà. Cena elegante, professionisti benestanti, cerimoniale di riguardo. E io dovrei chiedere a mia madre di abbandonare il cenone dei Bianchi e correre da noi armata di biberon e pannolini, per ripulire e nutrire un neonato trovato in un cassonetto?! Penserebbe che siamo impazziti.

CLELIA - O ci inviterebbe a chiamare la Polizia.

ROBERTO - Questa è un 'idea.

Il neonato strilla di nuovo con furia.

CLELIA - Intanto cerchiamo di dargli qualcosa che possa calmarlo.

ROBERTO - Del latte.

CLELIA - Ce n'è un po' in frigo. Lo faccio scaldare.

ROBERTO - E le fasce? Per avvolgerlo...

CLELIA - Le fasce non si usano più!

ROBERTO - Quelle cose da mettere in mezzo alle gambe...

CLELIA - I pannolini. Userà del cotone...

Roberto va a prendere la cesta regalata dai Rossi.

ROBERTO - Possiamo metterlo nella cesta...

CLELIA - Come culla è perfetta... E dentro ci mettiamo il regalo della zia Giulia...

Prende la copertina, la piega in modo da farla entrare nella cesta come un materassino.

...che fa da materasso...

Roberto prende lo scialle di cachemire regalo dell'amica RenŽe.

ROBERTO - E lo scialle? Sarebbe una coperta morbidissima...

CLELIA - Finalmente potrà stare al caldo. Una coperta simile, loro non se le la sono mai sognata...

Porta lo scialle accanto allo scatolo, assieme alla cesta con la coperta-materasso.
Il neonato urla sempre più forte.

SCENA IV
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Da fuori una voce femminile molto melodica grida.

VOCE FEMMINILE da fuori - Herzemoya|

D'incanto il neonato smette di strillare.
Una giovane donna vestita con foggia extraeuropea entra di corsa nella stanza. Si ferma di colpo quando si trova di fronte a Clelia e a Roberto che la guardano esterefatti.

DONNA - Porta aperta...

Clelia e Roberto fissano ipnotizzati la donna.

Sentito piangere figlio mio...

Si avvicina al neonato nello scatolo e gli mormora un fiotto di parole incomprensibili per Clelia e Roberto. Il neonato gorgoglia qualcosa un accenno di lieto riso.

DONNA -WWWWWWW....zzzzzzzz....xxxxxx....

I due si ritraggono da parte in modo da lasciare spazio alla donna, e spiano il neonato parlando sottovoce.

ROBERTO - Dev'essere la madre...

CLELIA - E chi vuoi che sia? Certo che è la madre...

DONNA - WWWW....XXXX....zzzz....HhHhHhHh.......

ROBERTO - Senti come gli parla!...

CLELIA - E lui così piccolo... con dei gridolini...le risponde...

ROBERTO - A modo suo...sì... risponde...

CLELIA - Riconosce il suono....la voce... della madre...

La donna ha preso il neonato fra le braccia. E' un involto di fasce multicolori, forse alla maniera degli zingari o delle popolazioni slave, o magari orientali.

ROBERTO - Ma allora....perchè l'ha gettato nel cassonetto?

CLELIA - Perchè? Chiediamoglielo...

Come se avesse capito quello che i due stanno dicendo, la donna si volta verso di loro.

DONNA - Io attenta a chi uomo...a chi donna venire... Io nascosta dietro muro... dove cassonetto...

La donna si ferma, non trovando le parole - o forse il coraggio - di continuare a dire.
Clelia e Roberto cercano a vicenda di incoraggiare la donna a raccontare.

ROBERTO - Nascosta?...

CLELIA - Dietro il muro dove c'è il cassonetto?...

DONNA - Nascosta... Con figlio in mie braccia...

Tira fuori da una tasca un biberon e lo mostra.

...e latte in sua piccola bocca... così non piange...

Mette il biberon in bocca al bambino.

Io visto voi insieme a finestra. Io invidia vostra famiglia, vostra gioia. Poi visto signore uscire con scatole... faccia buona, sorriso in suoi occhi...

Roberto si inorgoglisce.

Roberto - Ero io!

DONNA - Signore buono, si. E signora... anche signora... buona.
Allora... lascio figlio mio! Voi, bene. Io niente lavoro. Io niente patria. Figlio mio non più madre, ma a suo posto vita nuova.

ROBERTO - Perché allora non ci hai dato il bambino, senza metterlo nel cassonetto?

CLELIA - E tu eri sicura che mio marito l'avrebbe subito trovato in quel cassonetto?

DONNA - Io non sicuro che voi dato ascolto a me, donna povera, donna straniera. Tante volte gente anche buona scappa via da donna che vuole parlare, che vuole chiedere…Gente anche buona butta solo moneta, con sorriso perché gente buona, ma non ascolta. E donna con
bambino in braccio, gente anche buona crede che figlio non di donna ma madre finta per prendere soldi. Tu uomo buono gettavi a me moneta e scappavi? Io niente fare e mio bambino con me ancora! Io amo figlio tanto e voglio non più per lui essere madre ma per lui futuro bello, futuro con acqua, con cibo, vestiti…Lui non chiedere soldi in strada sennò picchiato! Lui non ammazzato per prendere suoi occhi, suo cuore! Tanti tanti bambini così, voi non sapere niente di noi e voi subito
giudicare! E così messo figlio mio sopra pacchi...dentro scatola...Io attenta...

CLELIA - Ma allora perché adesso sei venuta qui?

DONNA - Figlio mio, sentito piangere.

CLELIA - Oh! come potevi pensare che avremmo tenuto il tuo bambino? Ci sono delle leggi, da noi...

DONNA - Leggi? Bambino bisogno mangiare, vestiti...Bambino bisogno padre e madre...Io...sola...storia lunga... storia triste...storia dolori...Io voluto figlio...ma impossibile tenere figlio...Tu signora...tu signore... voi...perfetti.

ROBERTO - Ma non è così semplice, da noi. Il tuo bambino, avremmo dovuto consegnarlo alla Polizia.

DONNA - Polizia? Bambino a polizia!? Gente cattiva la polizia, non bambino! Polizia noi sempre controllo. Noi vendere cose di nostro paese, stoffa, braccialetti e piccole borse e occhiali… Polizia subito noi
prende cose manda via e vuole soldi! Come, bambino a polizia? Non stoffa bambino, non braccialetti bambino, non occhiali bambini…

(Clelia la interrompe)

CLELIA - Calmati su! Non lo prendeva la polizia il tuo bambino, come una merce, un oggetto da confiscare. Lo portavamo noi alla polizia, ma
proprio perché la polizia lo consegnasse a un istituto.

DONNA - Istituto?

ROBERTO - Qui da noi ci sono istituti fatti apposta per ospitare i bambini abbandonati.

DONNA- Mio bambino non abbandonato. Io portato lui per voi.

ROBERTO- Ma non avremmo potuto prendere un bambino da sua madre e tenerlo con noi…

CLELIA - ….anche se avessimo voluto non potevamo!

ROBERTO- Noi lo davamo all’ istituto e l’istituto lo avrebbe segnalato al tribunale minorile…

DONNA- Tribunale!? Io non sapere tutte queste cose!
Il mio paese tribunale è per gente cattiva.

CLELIA- ( entrando nel linguaggio della donna) C’è Tribunale per
gente cattiva e c’è Tribunale per aiutare bambini.

ROBERTO – (anche lui entrando nel gioco) Tribunale per bambini prende il tuo bambino e poi decide…

DONNA - Decide Tribunale?

ROBERTO- Il Tribunale valuta la situazione, e segue le indicazioni
dell’istituto…

ROBERTO - E l'istituto lo avrebbe segnalato al Tribunale minorile...

CLELIA - ...per darlo in adozione a qualcuno...

DONNA - Qualcuno?! Io scelto a chi uomo e a chi donna dare mio bambino... Non "qualcuno"!

CLELIA - Avevi ascoltato i nostri discorsi?

DONNA - Ascoltato. Visto. Bambolo, voi cura. Voi buoni per figlio.

ROBERTO - Non avremmo potuto tenerlo. Davvero.

CLELIA - Lo capisci? Qui da noi non si può tenere un bambino soltanto perché te lo danno.

ROBERTO - O perché lo trovi.

CLELIA - Magari in un cassonetto.

ROBERTO - Prima che il camion dell'immondizia lo faccia a pezzi.

DONNA - No! No! Io morta!

Si stringe il neonato al petto. Comincia a mormorare una ninnananna sempre più forte, finché diventa una canzone che assomiglia a un inno di ribellione piuttosto che a una canzoncina per addormentare i bambini.
Clelia e Roberto ascoltano affascinati.

DONNA CANTA.

La donna torna a cantare sommessamente, cullando il bambino che si è addormentato. In questo tratto di canto, i due parlano tra loro.

ROBERTO - Chissà da dove viene...

CLELIA - Potremmo aiutarla...

ROBERTO - Come?

CLELIA - E' giovane... robusta. Credo sia ignorante, ma è buona di cuore.

ROBERTO - Hai qualche idea?

CLELIA - Chiediamole se accetterebbe di lavorare da noi. Così potrebbe mantenere il bambino...

ROBERTO - Lavorare da noi? Abbiamo già Lucrezia.

CLELIA - Tua madre voleva una donna fissa. Più va avanti negli anni più sente il bisogno di qualcuno che faccia i bucati, lo stiro, la spesa...

ROBERTO - Non credo che abbia il permesso di soggiorno...

CLELIA - Forse il bambino è nato qui.

ROBERTO - Avrà anche un padre...

CLELIA - Chissà chi è...un bandito...

ROBERTO - ...un trafficante di droga...o di armi...

CLELIA - Oh! Questi problemi ce li porremo poi. Intanto facciamo fronte all'emergenza.

ROBERTO - Ti vedo decisa. Da dove cominciamo?

CLELIA - Niente Verdi. Cena a casa, il frigo è pieno. Così vediamo se... "la mamma" sa fare qualche cosa...

ROBERTO - Dì la verità. Non vedevi l'ora di trovare un pretesto per rinunciare alla cena dai Verdi!...

CLELIA - Chiamalo pretesto! E' una rivoluzione esistenziale.

ROBERTO - Soprattutto per "la mamma"!

CLELIA - Io non scommetterei che lo sia soprattutto per "la mamma".

ROBERTO - Perché? Cambierà molto per noi?

CLELIA - Faremo le prove generali.

ROBERTO - Per che cosa?

CLELIA - Per una vita da genitori.

ROBERTO - Non abbiamo ancora affrontato il problema. Mi pare che eravamo arrivati a questo punto.

CLELIA - Non volevo ancora dirtelo. Ma adesso non posso rimandare.

ROBERTO - Sento avvicinarsi la catastrofe...

CLELIA - Sono incinta!

ROBERTO - Sei incinta!?

CLELIA - ( cullando il bambolotto e saltellando per la stanza) Incinta!
Incinta! Incinta!

ROBERTO – (terrorizzato) E le nostre feste? I pranzi…

CLELIA - (riprendendo quanto ha detto nel monologo della scena 2,
ma adesso con allegra determinazione) I pranzi? Se avremo un bambino, che importerà non andarci? Oppure lo mettiamo nella carrozzina, ce lo teniamo vicino.

ROBERTO - E i nostri viaggi?

CLELIA - I viaggi! I bambini ormai, un anno… due anni… tre anni…
vogliono andare dappertutto. Portiamo anche lui e da grande gli si racconta che era con noi e gli fai vedere il filmino di quando era piccolo
piccolo.

ROBERTO - Di quando era piccolo piccolo…
CLELIA - Si Roberto sarà bellissimo! (culla il bambolotto; la donna
avanza con il bambino in braccio e danza intorno ai due)

DONNA - Signora incinta? Signora bambino?

ROBERTO – ( guarda Clelia e la donna realizzando la situazione) Bambino e bambino? Due bambini in casa in una volta?!

CLELIA - Due bambini... il bambolotto... e il bambino grande!

Lo abbraccia. Escono di scena abbracciati.

ROBERTO- ( mentre si allontanano) Ma mi vorrai ancora bene?

CLELIA - Quando crescerai?

La donna prende in mano il carillon che sprigiona la musica de "Il flauto magico". Lei vi si inserisce con il canto, come una cosa naturale conoscere l'opera di Mozart. Così cantando accompagnata dalla musica comincia a sistemare nella cesta il suo bambino.


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