SCENA PRIMA
di Maricla Boggo

IL TESTO RIPORTA IL FINALE SCRITTO DALL'AUTRICE E QUELLO RAPPRESENTATO DAL REGISTA NELLA SUA MESSA IN SCENA

PERSONAGGI

Elvira, figlia del Famoso e moglie di

Gianluca, giovane attore in carriera

Il Famoso, attore maturo di grande fama

Isabella, attrice affascinante e matura, ex amante del Famoso e attuale amante di Gianluca

 

SCENA I

E’ sera.
Sala di una casa borghese-intellettuale piuttosto elegante, ma non finita, di gente giovane che ha appena cominciato a metter su famiglia.

Rumore di sedie e mobili smossi nella stanza che confina con quella visibile e a cui si accede attraverso una porta chiusa.
Mescolate ai rumori, grida di un uomo e di una donna giovani e battute confuse. I due stanno litigando.

ELVIRA fuori campo – Mi sono lasciata incantare! Povera idiota!

GIANLUCA fuori campo – Io povero idiota! Io! Non vedevo che te! E le arie che ti davi! La figlia del Grande Attore!

Rumore di una catasta di piatti che si infrange sul pavimento.

Brava! Tanto papà ricompra tutto!

ELVIRA fuori campo – Certo non sei tu a mettere soldi in casa!
Spacco i piatti per non romperti la faccia!

Rumore di vetri in frantumi. La porta fra le due stanze si apre con violenza e appare Gianluca che raggiunge di corsa il lato opposto. Arrivano un paio di bicchieri che si infrangono al suolo, a poca distanza da Gianluca.
Si alza da una stanza lontana il pianto di una bambina.
Elvira entra con passo di danza reggendo fra le mani due calici.

GIANLUCA - Avrai svegliato la bambina.

ELVIRA - La bambina! Quando mi hai messa incinta non hai pensato alla bambina! Volevo dedicare la mia vita al teatro e sei arrivato tu a rovinarmi! a farmi diventare una stupida madre!

GIANLUCA - Non ti ho violentata! Ci sei stata eccome!

Elvira alza in alto i bicchieri con enfasi come per un brindisi e poi li lascia cadere di colpo a terra, dove si infrangono con fracasso.

ELVIRA – Il dono di nozze del direttore dell’Accademia!

GIANLUCA – Io lo so che cosa ci vorrebbe per te!

Tenta di afferrarla per la vita, ma lei gli sfugge andando a ripararsi dietro una sedia che afferra per lo schienale, pronta a lanciargliela.

ELVIRA – E magari mi metti di nuovo incinta? Sei l’uomo degli assalti improvvisi, tu! Come quella volta, dopo la prova...

GIANLUCA – Morivi dalla voglia! Tutte le altre mi stavano dietro e io niente! volevo avere te!

ELVIRA – Volevi avere me perché ero la figlia del Grande Attore!

GIANLUCA – La tua fissazione! Un sacco di arie e tenevi le distanze! Ma poi sei crollata.

ELVIRA - Ti ho creduto! Eri bravo, ho pensato questo non ha bisogno di raccomandazioni, sfonderà da solo mi ama davvero e così mi sono lasciata prendere!

Crolla sfinita sulla sedia. Piange.

Nnnoon saapeevo anncoora chee nessuuno fa niiiente seenzaa raccoomandaaziooni...

Pian piano si acqueta per stanchezza. Gianluca le si avvicina con cautela.

GIANLUCA – Pensi che non io sia all’altezza della parte che sto interpretando?...

Elvira mugugna senza rispondere chiaramente. Gianluca insiste scegliendo le parole per rabbonirla.

... che se non era per tuo padre non avrei ottenuto quel ruolo? Ci sono andato da solo, al provino...

Elvira ha una ripresa di violenza.

ELVIRA - Papà aveva telefonato! non far finta di non saperlo! Papà aveva chiamato quella là e sapeva che cosa doveva dirle!

GIANLUCA –In scena ci devo stare io accanto a lei, se non ero all’altezza non mi prendeva!

ELVIRA – Sai benissimo che ha avuto una storia con papà. E’ stata obbligata!

GIANLUCA – Sai quanto gliene importerebbe, che si parlasse di quella storia!

ELVIRA – Ah! non è certo per un ricatto che ti ha preso! Dopo mio padre, si è fatta scopare da un sacco di gente. Tu sei soltanto l’ultimo della fila!

GIANLUCA – Ecco il vero motivo della tua rabbia! sei gelosa! Non vuoi ammettere che sto lavorando seriamente. Che tuo padre mi ha dato una possibilità per dimostrare quanto sono bravo. E che una vecchia attrice mi ha preso in compagnia pensando di fare un affare.

ELVIRA - Un affare del cazzo! Adesso dici “una vecchia attrice”, ma quando sei con lei non la trovi tanto vecchia!

GIANLUCA – E’ una vera signora ed è un’attrice splendida. Tu non sei né una vera signora né un’attrice...

ELVIRA – Ah! Anche gli insulti dopo avermi privata del futuro!?

Elvira si getta su Gianluca tentando di strozzarlo. I due si accapigliano mugolando. il Famoso entra in quel momento.

IL FAMOSO – Ma che bella scenetta familiare!

Elvira e Gianluca si staccano dal groviglio della rissa.

GIANLUCA – Non è successo niente. Elvira è soltanto un po’ nervosa... La bambina...

IL FAMOSO - ... sta mettendo i dentini e....

Si rivolge alla figlia

... tu non dormi...

Elvira esplode con tono isterico.

ELVIRA – Io non ci pensavo nemmeno, di avere la bambina. Sono bloccata, fuori dal mondo! Voi uomini fate il vostro comodo e ve ne fregate delle conseguenze.

Piange istericamente.

IL FAMOSO - Elvira, non puoi cambiare la realtà. E’ così, almeno per ora.

GIANLUCA, conciliante - Papà ci ha regalato la casa... Papà mi ha trovato una scrittura...

IL FAMOSO - Per favore non chiamarmi papà! E tu Elvira non fare una tragedia, appena la bambina sarà un po’ cresciuta tornerai a recitare.

ELVIRA – E’ inutile papà, quando ti ostini a non voler capire, sei bravissimo. Se sono incazzata non è per la bambina!....

Pesta freneticamente i frantumi dei bicchieri ed esce dalla stanza ad andatura sostenuta.

IL FAMOSO - E’ per Isabella?

GIANLUCA - Chiaro.

IL FAMOSO – Anche tu però...

GIANLUCA – Ti giuro...

IL FAMOSO – Dai! Vuoi che non sappia com’è Isabella?

GIANLUCA - Se lo sai, puoi credermi, ha fatto tutto lei.

IL FAMOSO – Bèh, quando è stata con me, ho fatto io, e dopo, ha fatto anche lei. Ma certo, adesso è un’altra cosa.

GIANLUCA – Mi credi allora?

IL FAMOSO – Almeno potevi avere un po’ di discrezione...
“La famosa attrice con il suo nuovo partner” e giù pettegolezzi su tutti i giornali...

GIANLUCA – Ecco, pettegolezzi. Lo dici anche tu.

IL FAMOSO – C’è sempre qualcosa di vero sotto un pettegolezzo. E giustamente Elvira si è incazzata. Cerca di essere affettuoso con lei, in fin dei conti l’hai messa incinta proprio quando stava per cominciare la sua carriera...

GIANLUCA – Si ostinava a non mollarmi, e dai e dai... Poteva prendere delle precauzioni! Invece, secondo me, voleva rimanere incinta per legarmi a lei. Ma ormai è inutile recriminare.

IL FAMOSO – Appunto, è inutile.

Una pausa. Un impercettibile segno di intesa.

Piuttosto, dimmi... Com’è Isabella? Non parlo dello spettacolo, l’ho vista, è bravissima... Con te... quando siete voi due soli...

GIANLUCA – Un fuoco! Non le basta mai.

IL FAMOSO – Ah! Non è cambiata nonostante gli anni.

GIANLUCA – Perché anche con te...

IL FAMOSO - Eh! Prima dello spettacolo dovevo sfuggirle. Sennò come riuscivo a sostenere la parte fino alla fine?

GIANLUCA – Adesso le va di più dopo il teatro. Qualche volta per fortuna si addormenta quando torniamo dal ristorante. E io me la batto.

IL FAMOSO – Bene. Si tratta soltanto di un affaire di sesso. Quindi con Elvira puoi ancora rimediare. Almeno fino a quando non riprenderà a recitare. E’ bella, è la madre di tua figlia...

GIANLUCA – Ed è tua figlia.

IL FAMOSO – Sì, conta anche questo, è chiaro. Vado dalla bambina per lasciarti solo con lei. Sii gentile, affettuoso. Se non ti senti di essere sincero, illudila! A me importa solo che sia un po’ più contenta. E che non mi opprima con i suoi piagnistei.

Esce veloce, impedendo a Gianluca di replicare.
Gianluca si guarda attorno, trova un giornale e si china a radunare sul foglio i resti dei bicchieri infranti.
Dalla stanza accanto arriva una ninnananna leggera cantata con voce tremula da Elvira.
Dopo un attimo di ascolto, Gianluca si riscuote.

GIANLUCA – Questa faccenda, devo riconoscerlo, è soprattutto colpa mia. Elvira, con quell’aria di ragazza bene, era una tentazione. La figlia del Famoso, l’unica che non mi degnava di uno sguardo! Tranne che per le scene che ci facevano recitare insieme. Poi, come se non esistessi! Eh no bella mia, ti faccio vedere io! Dopo ho capito perché si comportava così. Sua madre, figlia di un attore di successo, l’aveva messa incinta il Famoso quando era uno sconosciuto: così aveva cominciato la sua fortuna, ed era nata Elvira. La mamma cerca di tenerla lontana dalle scene, ma lei si impunta, vuole fare teatro e si iscrive all’Accademia. Ci incontriamo lì e dopo qualche resistenza Elvira cede; nient’altro allora desidera che stare con me, sfinendomi per la voglia insaziabile che la agita, finché non resta incinta! Suo padre non può tollerare che rimanga nell’oscurità il compagno della figlia che gli ha regalato una nipotina! Così mi presenta a un’attrice importante e in pratica le impone di prendermi nella sua compagnia. Quei due erano stati amanti: lo sapevo come lo sapevano tutti, ma non credevo che lui fosse ancora geloso. O forse, che Isabella adesso stia con me, il Famoso l’ha presa come una provocazione ?

Mentre parla tra sé, Gianluca continua a raccogliere nel giornale i pezzetti di vetro.
Entra Elvira. Ha l’aria contrita di chi vuole fare pace, accettando perfino di riconoscersi dei torti, al di là delle proprie ragioni. Si accorge che Gianluca sta dandosi da fare a raccogliere i vetri. Si china accanto a lui aiutandolo a radunare gli ultimi frammenti.

ELVIRA - E’ colpa mia, faccio io...

GIANLUCA – Ma no, lascia stare, ti taglierai...

Elvira dà un piccolo grido.

ELVIRA - Ahi!

GIANLUCA- Ecco! Ti sei tagliata! Fammi vedere...

Il piccolo taglio è un buon pretesto per un avvicinamento.
Gianluca prende fra le sue mani la mano ferita di Elvira.

Aspetta, c’è una piccola scheggia...

Armeggia per togliere la scheggia. Osserva con attenzione il taglio portandosi la mano vicino al volto.

Eccola qui, l’ho tolta! Bisogna fermare il sangue!

Si porta la mano alla bocca, succhia il punto ferito.

Ah! com’è dolce!

Bacia la mano seduttivamente, da manipolatore.

Guarirà presto, stai tranquilla.

Elvira è rabbonita. Si appoggia intenzionalmente a Gianluca che le tiene il busto strettamente aderente a sé. E’ una manovra per una riappacificazione.

ELVIRA – Ne compreremo degli altri.

GIANLUCA – Di che cosa?

ELVIRA - Bicchieri.

GIANLUCA – Massì. Bicchieri nostri. Non regali di gente che porta sfortuna.

ELVIRA – Quando andiamo?

GIANLUCA – Dove?

ELVIRA - A comprarli. I bicchieri. A comprare i bicchieri.

GIANLUCA – Domani mattina devo partire presto, la prossima piazza è lontana. Li compreremo dopo la tournée.

Elvira si fa torva. Il momento propizio per la riappacificazione sta svanendo clamorosamente.

ELVIRA - Non ci andremo mai.

GIANLUCA – Dove? Dove non andremo mai?

ELVIRA - A comprare i bicchieri. Perché tu non vuoi più tornare a casa.

GIANLUCA – Elvira! devo andare in giro con lo spettacolo, lo sai! Poi riprenderemo la nostra vita, abbi un po’ di pazienza!

ELVIRA – La tua vita è la carriera. E quella donna è il tuo investimento. E chi ne fa le spese sono io! Che idiota sono stata! Innamorarmi di un attore!

Si dà dei pugni in faccia con violenza.

Idiota! idiota! Idiota!

Gianluca entra nella lite con il tono falso di chi vuol dimostrare con esagerazione innocenza e buona volontà.

GIANLUCA – Che cosa vuoi che faccia? Dimmelo e io lo farò!

Incalzante, senza darle il tempo di replicare.

Vuoi che lasci la compagnia?! Che mi faccia dare una penale da capogiro, figurarsi! cinque mesi di tournée! Dove li trovo i soldi? E chi mi prenderà più dopo una prova del genere? Chiediamo a tuo padre di pagare?! Mi faccio scrivere una dichiarazione medica che sono pazzo, che ho un cancro, che sono paralizzato?! Dimmi, suggerisci! farò quello che vuoi, purchè tu la smetta di lamentarti e di accusarmi.

ELVIRA - Non girare attorno alla faccenda! Sai benissimo perché questa situazione mi offende e mi addolora.

GIANLUCA – Sono tutte fantasie di giornalisti. Pettegolezzi da riviste femminili. Ti giuro che con quella là ho soltanto rapporti di lavoro. E poi... è stata una fiamma di tuo padre. Non gliela toccherei mai.

ELVIRA – E’ passato tanto tempo da allora. papà non credo che nemmeno se ne ricordi più.

Gianluca respira sollevato. La situazione sta mettendosi al meglio. Si butta da ruffiano ad appianare gli ultimi ostacoli. Elvira collabora, il suo scopo è quello di riprendersi il compagno.

GIANLUCA – Oh! Se ne ricorda eccome! Anzi, io credo che tra i due, proprio quando lui mi ha presentato, sia tornato del tenero...

ELVIRA – Tu dici? Del resto, con la mamma è separato da anni.

Sempre più convinta dell’ipotesi fatta da Gianluca, Elvira ne approfitta per tentare un avvicinamento con lui. Gianluca la asseconda, anche se vorrebbe andarsene al più presto.

GIANLUCA – E noi? Dobbiamo occuparci di loro? Invece di occuparci della nostra vita?

La bacia con passione. Lei risponde. I due si abbandonano sul pavimento ad un abbraccio voluttuoso strappandosi reciprocamente gli abiti di dosso.

Attenzione ai vetri!

ELVIRA - Tagliamoci! Mescoliamo il nostro sangue!

GIANLUCA – Sì! Sì!

Mentre i due si baciano furiosamente, si alza fortissimo il pianto della bambina, alternato a singhiozzi e urla strazianti. Entrambi si rialzano di colpo, stropicciati e semisvestiti, ascoltando attoniti.
Entra correndo il Famoso.

IL FAMOSO - La bambina ha la febbre alta, i dentini... la diarrea... La baby sitter è uscita, ci sono stato io fino ad ora. Sono in ritardo, ho un appuntamento bisogna che scappi. Elvira pensaci tu, mi raccomando!

Mentre sta già andando si volta ancora per un attimo.

Eh! cari, così è la vita! Cogliere al volo ogni occasione. Ma non sempre ci si riesce!...

Esce correndo.
Gianluca fa la faccia contrita, ma non vede l’ora di liberarsi da Elvira.

GIANLUCA - Elvira, ti prego, vai ... Meglio che te ne occupi da sola. Se la bambina mi vede strilla ancora di più...

Con un ultimo sforzo di buona volontà la bacia con passione.

Avremo tanto tempo, poi...

Indietreggia continuando a mandare baci a Elvira che lo guarda in preda a una forte delusione, finché con un ultimo balzo scompare.

SCENA II

Sera inoltrata.
Casa di Isabella, ad un piano alto. Un grande divano e cuscini sparsi qua e là anche sul pavimento. Un vistoso cesto di mele. Foulards, libri, copioni. Una cyclette ultimo modello su cui Isabella sta pedalando. Sul viso ha una maschera di bellezza. Dal finestrone dietro le sue spalle, chiuso da una vetrata, si vede la luna.

ISABELLA – Quarantandadue quarantatre quarantaquattro quarantacinque quarantasei quaratasette quarantotto quarantanove cinquanta!

Con un gran respiro di soddisfazione.

E mi pare che basti, per oggi!

Si guarda in uno specchietto, toccando qua e là la maschera di bellezza.

Ancora qualche minuto e poi via! ha già fatto effetto, mi pare...

Squilla un cellulare, da qualche parte. Isabella tenta di trovarlo saltando di qua e di là.

Dove sarà andato a cacciarsi!...Bisognerebbe tenerselo al collo...

Finalmente lo individua sotto un cuscino. Si lancia sul divano e lo estrae portandoselo all’orecchio.

Sìììììì? Riccardo!

E’ il Famoso. Ogni volta che parla, Isabella dopo averlo ascoltato risponde, cosicché le sue frasi sono interrotte dai silenzi riempiti dalle battute dell’altro.
E’ sorpresa e compiaciuta.

Che piacere! Pensavo che tu fossi in tournée chissà dove... Ah! “sei” in tournée, peccato, mi sarebbe tanto piaciuto vederti... E’ il vostro giorno di riposo... Ma dove sei? Sotto casa mia?!

Isabella si rende conto di essere impresentabile, specie se è in arrivo un antico amante. Ma non vuole perdere l’occasione di incontrarlo. Apre il finestrone che dà sulla strada. La voce del Famoso si sente direttamente, mentre continua a parlare al cellulare, come anche Isabella, che si muove intorno compiendo una serie simultanea di operazioni ricostruttive, a partire da lei stessa. Ordina i cuscini sul divano e contemporaneamente tenendo il cellulare fra due dita si toglie la maschera con un fazzolettino.

E allora sali! Conosci la strada...

IL FAMOSO – Avete messo l’ascensore?

ISABELLA - Non ancora, io poi sono sempre fuori, quando torno i bauli me li portano i tecnici, e a me un po’ di scale fanno bene...

IL FAMOSO – Quanti piani? Non me ne ricordo...

ISABELLA – Sei, più la scaletta per il superattico... Aspetta ti apro il portoncino, vieni su piano piano e vedrai che non te ne accorgi nemmeno.

Va al citofono e fa scattare l’apertura del portoncino. Poi si affaccia al finestrone e chiudendo il cellulare parla a voce gridata rivolta all’ingiù.

Chiudi il cellulare! Sono qui mi vedi? Ti ho aperto! Puoi salire!

Armeggia per la stanza, ogni tanto ne sparisce per andare in bagno – si sente uno scroscio d’acqua mentre si lava il viso -, ritorna asciugandosi e continua a ordinare cercando di dare un carattere piacevole al disordine irrimediabile dell’insieme.
Con pochi tocchi di trucco e una veloce pettinata controllandosi allo specchio è pronta. Si rimira compiaciuta.

A posto! E adesso a noi! Prevedo che mi farà un interrogatorio di terzo grado!

Si affaccia fuori dalla stanza verso la scala.

Ancora una rampa e ... ci sei!!!

Ansante il Famoso entra d’impeto e si abbatte fra le braccia di Isabella.

IL FAMOSO – Non me le ricordavo così ripide...

ISABELLA – Sono sempre le stesse. Sei tu che hai qualche anno in più.

IL FAMOSO – Come inizio non c’è male. Mi hai dato del vecchio.

ISABELLA – Per un po’ di fiatone! Riposati un momento e passerà.

Lo guida al divano e gli si siede accanto. Si guardano con aria di complicità.

IL FAMOSO – Sempre bella. Sempre efficiente. Sempre indomabile.

ISABELLA - Se non fossi così, addio compagnia! Fare teatro è sempre più difficile. E tu lo sai. Anche se il famoso Riccardo De Nobilis trova tutte le piazze che vuole.

IL FAMOSO – Ah! Ah! Con i testi che metto in cartellone non è poi tanto facile. Per fortuna i giovani mi seguono. Merito anche delle cose che ogni tanto faccio in cinema. E tu? Come stai andando?

ISABELLA – Bene direi. Il pubblico mi ama. Specie in provincia, mi aspettano con ansia, dopo lo spettacolo si affollano in camerino...

IL FAMOSO – Merito anche dei tuoi film porno... Chi li ha visti non se li dimentica.

ISABELLA – Era un complimento, oppure una malignità?

IL FAMOSO – Dai, tutti quanti in gioventù abbiamo fatto le nostre marchette.

Isabella si alza e va verso un piano carico di bottiglie.

ISABELLA – Whisky?

Il Famoso fa un cenno di assenso. Isabella versa il whisky in due bicchieri.

Io non bevo più. Ma per farti compagnia...

Bevono, prendendo tempo. Tutti e due contemporaneamente fanno la stessa domanda.

IL FAMOSO – E Gianluca?

ISABELLA - E Gianluca?

Ridono con un po’ di imbarazzo.

ISABELLA - Gianluca è bravissimo. Impara tutto subito. Mi hai fatto un regalo a mandarmelo in compagnia.

IL FAMOSO – Che genere di regalo?

ISABELLA – Come che genere di regalo?

IL FAMOSO – Non dirmi che sei così contenta di averlo come partner perché ha delle particolari doti di attore.

Isabella tace per cautela, aspettando il seguito. Il Famoso si fa incalzante, diretto.

Le cose in giro si sanno. Potevi anche risparmiarmi questo... non voglio chiamarlo affronto... neanche umiliazione... Ma insomma, non mi pare che sia stata una cosa di buon gusto!

Incerta sulla tattica da usare, Isabella si getta sull’attacco femminile. Si avvicina al Famosocon un’espressione infantilmente imbronciata, gli accarezza un braccio, rievocando antichi approcci. Lui lascia fare, come un grosso felino, poi scatta all’attacco. I due si strofinano sempre più.

IL FAMOSO – Certo che sei proprio una porca.

Isabella ride soddisfatta e continua a toccarlo.

Ho capito, sai? Vuoi dimostrarmi che di Gianluca non te ne frega niente. Eh?

Isabella gli è sopra.

ISABELLA - Sai come succede. Durante una tournée... Il freddo... La solitudine... Niente di più. Mentre con te...

IL FAMOSO – Con me è diverso... Io sono tutta un’altra cosa! Ma va là, dopo anni che ci siamo lasciati...

Le prende il volto fra le mani guardandola fisso negli occhi, tra il desiderio di interrogarla ancora e di fare l’amore, come una scommessa ad essere meglio del giovane amante oltre a tutto suo genero.

Però, che occhi da tigre!

La palpeggia.

E che seni! Ah! Sei proprio una porca, una bellissima irresistibile porca! E io come sono? Meglio di lui? Eh?! Come sono io?

Isabella ride soddisfatta. Mentre i due si rotolano sul divano, scende il buio appena illuminato dalla luna che si affaccia dal finestrone.

SCENA III

Mattino. La casa-studio di Gianluca. Libri, copioni, valige.
L’attore dorme mezzo nudo sul letto sfatto.
Un suono insistente di campanello. Svegliato di soprassalto, Gianluca d’un balzo è alla porta, la apre e Isabella piomba dentro in tenuta da viaggio.
L’atteggiamento di Isabella verso Gianluca è di affettuosità e perfino di tenerezza. Vuol farsi perdonare il tradimento della sera prima, di cui l’attore è all’oscuro, ma che lei teme le si legga in viso.

ISABELLA – Ciao piccolo! Hai dormito qui?

GIANLUCA - Stavo ancora dormendo.

ISABELLA – Scusami scusami scusami! Il cucciolo è stato svegliato. Avrai fatto tardi ieri sera. Non pensavo che saresti venuto in città.

GIANLUCA – Dovevo vedere mia figlia. E non ho fatto tardi.

ISABELLA – Io sono partita subito dopo la pomeridiana, potevi venire con noi. Tommaso è sempre così disponibile.

GIANLUCA – I tecnici ti adorano, lo so. Ma io ho deciso all’ultimo momento. Elvira mi ha telefonato per dirmi che la bambina ci teneva, a vedermi.

ISABELLA - I bambini bisogna assecondarli. Elvira è una madre adorabile e sa che la bimba vuole anche il suo papà.

GIANLUCA – La bambina patisce quando sono lontano. Così, ho deciso di andare a trovarla.

ISABELLA - E poi, sei venuto a dormire qui.

GIANLUCA – Come vedi.

ISABELLA - Non mi hai dato neanche un bacio.

Lo bacia. Gianluca ricambia appena appena.

GIANLUCA – Mi hai investito con una specie di interrogatorio...

ISABELLA - Volevo farti una sorpresa e ti trovo addormentato, con il broncio... Era meglio se non venivo. Pensavo che ti facesse piacere, vedermi.

GIANLUCA – Ci vediamo tutti i giorni, Isabella. No, tu avevi un tuo motivo per venire qui. Hai saputo che ero in città e hai voluto controllare se avevo dormito da solo.

ISABELLA - Non crederai che voglia sottrarti alla famiglia. Stiamo bene assieme, per ora? Basta così.

GIANLUCA – Sù, non arrabbiarti. Vieni di sorpresa, mi svegli, e poi mi fai anche una scenata di gelosia?

ISABELLA – Niente gelosie, ma niente sotterfugi, niente inganni, niente bugìe.

GIANLUCA – Niente di tutto questo. Lealtà.

ISABELLA – Lealtà. Sarebbe sciocco mentire.

Gianluca si rende conto di essere stato aggressivo. Adesso vuol giocare un po’.

GIANLUCA – Perché poi? Siamo due compagni di lavoro, no? Con una forte intesa...

La attira verso il letto. Lei lo asseconda ridendo, poi bruscamente si ritrae.

ISABELLA - Tommaso mi aspetta fuori, partiamo subito. Prima di andare in scena voglio riposarmi. Tu?...

GIANLUCA - Ho qualcosa da sistemare. Non ci sono mai, in questa casa. E poi, ho la mia macchina.

ISABELLA – Potrei venire con te... Ma no, ho i miei tempi, chissà a che ora partirai. Ci vediamo in teatro.

GIANLUCA – Ci vediamo lì.

Isabella fa qualche passo verso la porta, sembra incerta, torna accanto a Gianluca, lo accarezza teneramente, poi con un sospiro di rimpianto se ne va.

ISABELLA – Adieu adieu remember me!...

SCENA IV

Mattino. Il tavolino di un bar. Cornetti, una teiera fumante. tazze.
Elvira forma un numero al cellulare.

ELVIRA – Pronto papà? Dormivi?! Scusa... Ma ieri sei andato via così di furia... Volevo parlarti... Dove sono? Al bar di fronte a casa tua! La bambina? Non sta ancora bene, ma è venuta mamma e la guarda lei. Vieni a fare colazione con me, ci sono i cornetti appena sfornati!

Elvira richiude il cellulare soddisfatta. Sbocconcella un cornetto, poi lo rimette nel piattino. Si stiracchia un po’.

ELVIRA –Non sono ancora riuscita a capire se il teatro fa per me! Eppure, alle lezioni ero la più brava. O forse tutti mi lodavano perché ero la figlia del Famoso e non potevo essere che brava... Adesso che non recito, il teatro mi manca, mi manca da morire! C’è in me questa contraddizione. Amo il teatro e il teatro lo odio. Sto male perché ne sono lontana, ma se penso di tornarci mi sento male. Andare in analisi? Troverebbero un sacco di motivi a questo mio sentirmi divisa dentro, tra il desiderio di recitare e il rifiuto a fare quella vita, di gente di teatro. Ecco, è la gente che non mi va. La gente di teatro. Forse per via di mio padre. Io gli voglio bene, è il mio papà. Ma come attore è dispotico, maltratta tutti, la sua vita privata l’ha distrutta. E anche me, sua figlia... Delle volte è affettuoso. Ma per poco. Poi torna a essere “il Famoso”.

Riccardo De Nobilis si avvicina al tavolino del bar a piccoli passi ritmati. E’ in tuta da ginnastica e scarpette da corsa. Bacia Elvira continuando a saltellare. Elvira gli porge un cornetto.

ELVIRA – Cornetto papà?

IL FAMOSO – In che senso? Ah! Figlia mia non farci caso, la gente di teatro è sempre pronta alle battute. Dammene soltanto un pezzetto, sono a dieta lo sai e questa è l’ora del footing, mi fermo un attimo e poi corro al parco, oggi devo sfruttare la mia giornata di riposo.

Elvira porge il cornetto al padre. Il Famoso ne inghiotte un pezzetto piccolissimo e fa il gesto di restituire il resto alla figlia, poi se lo porta velocemente alla bocca facendo un gesto da prestigiatore che si è visto sparire di sotto il naso la colomba.

Dov’è il cornetto? L’hai preso tu? Non c’è più non c’è più!

Mentre parla continua a saltellare.

E allora, che cosa vuole dirmi la mia piccolina? Quando stai con la bambina sei una mamma, ma quando sei con me, diventi di nuovo la mia piccolina! Sù parla racconta al tuo papà che cosa vuoi dirmi in segreto...

Elvira è a disagio. Il tono scherzoso del padre le impedisce di affrontare l’argomento che le sta a cuore.

ELVIRA - Sì papà sono sempre la tua piccolina, ma il discorso che voglio farti...

IL FAMOSO – Il discorso! Si tratta dunque di una cosa seria?

ELVIRA – Ma papà! Mi parli come a una bambina!

IL FAMOSO – Allora... Si tratta di Gianluca?

ELVIRA – No.

IL FAMOSO – Eppure io credevo che tu volessi parlarmi di lui. Del suo lavoro. Della gente della compagnia...

Vorrebbe tranquillizzarla circa la relazione di Gianluca con Isabella.

ELVIRA - No papà. Non è per quell’attrice. Gianluca c’entra, ma di striscio.

IL FAMOSO - Ah! Di striscio? Ho capito: di striscio. E allora?

Elvira getta fuori tutto d’un fiato quello che vuole dire al padre.

ELVIRA - Voglio tornare a fare teatro e voglio venire in compagnia con te.

Il Famoso smette di saltellare e crolla a sedere.

IL FAMOSO - In compagnia con me? No! Mai!

ELVIRA - Perché no? Tanti padri prendono i figli con loro! Perché tu no?

IL FAMOSO – Ma santo Dio Elvira! Tu non sai com’è duro lavorare con me! Non reggeresti il ritmo delle prove che impongo ai mei attori, loro ci stanno perché ci sono abituati.

ELVIRA - E ti vogliono bene?

IL FAMOSO – Non c’è bisogno che mi vogliano bene. Quello che facciamo insieme è un lavoro. E va fatto ottenendo il miglior risultato possibile.

ELVIRA - Ma se le prove diventano una tortura, come possono recitar bene gli attori?

Il Famoso si è fatto serio. Nel suo tono da profeta si avverte una convinzione profonda. Si rivolge alla figlia, ma parla ispirato, per se stesso.

IL FAMOSO - E’ l’unico modo per fare del buon teatro. Non voglio neanche dire “per fare dell’arte”. Tutto il resto non conta. I pettegolezzi. Le cene. Le sbronze. Le donne... Diversivi, pretesti per sopportare la fatica, le rinunce... le sconfitte... e arrivare all’unica cosa importante, il teatro. L’unica cosa per intuire, se non raggiungere, la sua verità, che ti supera. Eppure non si fa che rimanere invischiati in tutto il resto, dal teatro vero ci si tiene lontani come da un’insidia mortale. E io questa insidia mortale la sfido, arrivo a provocarla: io amo questa sfida, vivo per questa sfida. Tutto il resto si fa per ingannare il tempo. Si fa per dimenticare la morte.

Elvira è sconcertata. Non osa replicare. Il Famoso si scuote da quella apocalittica enunciazione e torna scherzoso.

Non spaventarti per quanto ho detto, piccola Elvira. Capirai poco per volta, se vuoi davvero fare teatro. Capirai e soffrirai. E le cose della tua vita privata, sì, ti sembreranno importanti, ma molto meno di prima. Questo, soltanto se il teatro sarà davvero per te “la cosa”.

ELVIRA - Papà, io non ho bisogno di principi filosofici. Se non mi vuoi in compagnia con te... dove vado?, chi mi prende? Sono tua figlia, non posso accettare una parte qualsiasi, e sono la moglie di un attore che sta facendo la sua strada proprio sfruttando te.

IL FAMOSO - Lascialo andare Gianluca! Non costringerlo a rinunciare alla sua carriera. Sarà più facile che lui torni da te, dopo aver fatto le sue esperienze. Guarda che sto dandoti dei consigli che personalmente io non ho mai seguito, ma credo che siano dei buoni consigli.

ELVIRA – Non mi hai ancora dato una risposta.

IL FAMOSO – Devo pensarci. Sta venendomi in mente qualcosa. Qualcosa di molto speciale. Dammi un po’ di tempo. Tanto adesso devi avere ancora pazienza. La bambina ha bisogno di te. Non farla crescere sentendoti poi dei rimorsi.

ELVIRA - Mi prometti che penserai davvero a me?

IL FAMOSO - Te lo prometto. E adesso lasciami fare la mia corsa mattutina. Tante volte in tournée sono costretto a rinunciarvi. Al mattino dopo un debutto mi sento troppo stanco per mettermi a saltellare su strade sconosciute.

ELVIRA – Vai vai! Fai la tua corsetta!

Lo bacia sulle guance abbracciandolo infantilmente.

Noi due ci vogliamo bene, vero?

IL FAMOSO – Più che vero, verissimo!

Afferra un cornetto rimasto nel piatto.

Questo lo mangio a fine corsa. Avrò bisogno di recuperare un po’!

Parte saltellando.

SCENA V

Notte. La stanza di Isabella, in albergo. Un letto. Un paravento. Uno specchio. Isabella si toglie le scarpe e le getta lontano, una dopo l’altra, con un respiro di sollievo.

ISABELLA – Ah! Non ne potevo più! Questa gente di provincia ci tiene all’eleganza. Io me ne frego nella vita, figurarsi con della gente di provincia! Invece qui bisogna assecondarli: se appaio come una regina, le piazze me le pagano di più... Ma devo anche sopportarli a cena. Il sindaco, la sua “signòra”, la figlia che vorrebbe fare l’attrice... l’assessore che insiste a dirmi le sue idee sullo spettacolo perché da giovane recitava... E i ragazzi della Pro loco, che mi chiedono un’intervista per il loro giornaletto... Si illudono che il teatro sia una cosa bellissima e mi guardano incantati, come se venissi da un altro mondo. Io vorrei gridargli è tutto falso! il teatro è una merda!...

Si passa una mano sul volto, scuote il capo, ride.

Eppure io ci vivo, di teatro. E mi illudo che sia l’unica cosa al mondo per cui valga la pena di vivere...

Si abbandona sul letto ridendo, quasi in pianto.

E mi ritrovo con le stesse illusioni di quei poveretti!

Ride ancora un poco, poi tace riprendendo a spogliarsi.

Se penso che ho cominciato a lavorare facendo dei film porno...

Si guarda allo specchio mentre si sfila una calza.

Anche adesso, niente male... Ma allora, come potevo resistere alle proposte di girare qualche posa un po’ osée... Ero ambiziosa, volevo sfondare... Per raggiungere che cosa? Non lo sapevo neanch’io. Bei vestiti... macchine di lusso... gioielli... Una ragazzetta di provincia, sciocca e ignorante, che cosa ne sa del mondo?

Canticchia mentre si sfila l’altra calza. Si rimira.

Pensavo di incontrare l’amore...

Si porta le mani al volto, a scacciare ricordi sgradevoli.

L’amore?!

Amara.

Imbrogliata proprio dall’uomo che credevo pazzo di me. Data in pasto ai giornali in pose oscene... Ma io non ricordavo niente... Fotografie un po’ ardite, dei filmini... nient’altro. Ma quelle immagini!... Una bestia in calore... Drogata... ubriacata...

Agita le mani intorno al capo come a scacciare le immagini.
Dura, rivivendo la scena.

Volevo farmi fuori. Quella sera, camminavo... Da una porta aperta arrivavano delle voci... Sono entrata, era un teatro. La sala, vuota. Mi sono seduta in fondo... Stavano provando non so che cosa... Ascoltavo... lasciandomi andare a quanto avveniva sulla scena. E all’improvviso mi sono resa conto che volevo fare anch’io quella cosa lì. Mi ci sono buttata con tutte le forze. Sono diventata un’attrice.

Beffarda.

Eppure da queste parti tanti vengono a vedermi perché mi ricordano ancora in quei film!...

Va dietro il paravento togliendosi l’abito e torna fuori indossando una leggera vestaglia.

Gianluca? Sono stanca. Eppure non vorrei che non venisse.
Quando Riccardo me lo ha mandato... - praticamente imponendomelo, perché lui fa queste cose - ... ero contrariata perché avevo in mente di far entrare in compagnia un ragazzo che mi aveva segnalato il presidente..., il figlio della segretaria che sta con lui da vent’anni. Avevo visto il ragazzo in un saggio in Accademia, non mi era dispiaciuto. E prendendolo facevo anche un piacere a uno che al Ministero poteva aiutarmi.

Alza le spalle. Si versa del whisky. Beve meditando.

Gianluca è bravo. Anche più di quell’altro. Ma... è troppo bravo. Ecco! Troppo bravo. Certo, con lui la compagnia ha acquistato un punto di forza. E come direttrice non posso che esserne contenta. Gianluca attira il pubblico dei giovani e porta una ventata nuova in una formazione di attori collaudati. Lo svantaggio riguarda me come attrice. Mi ruba la scena! Gli applausi più calorosi sono per lui. I ragazzi affollano il suo camerino, e ridono e chiacchierano e gli fanno un sacco di domande... Vengono anche da me, ma ho l’impressione di intimidirli. “La Signora!” dicono sottovoce quando apro la porta. Mi fanno dei complimenti stereotipati, tipo “Quant’è brava!”, “E’ divina!”, come se avessero timore di parlare con me in modo normale ... Devo stare attenta. Gianluca è così giovane ... In scena riesco a stargli alla pari, ma nella vita... potrei essere sua madre.

Tace ripensando al primo incontro.

Quando è venuto da me, ero prevenuta. Non mi andava di prendere un attore perché me lo imponeva un ex amante. Vedendolo, ho dimenticato quell’imposizione. Mi è piaciuto. Per la sua faccia curiosa. Per il modo franco di presentarsi, con un senso del comico!...: “Sa, temo di sembrarle un intruso... Se non le piaccio me ne vado via subito!”.

Ride incantandosi al ricordo.

Che cosa fai davanti a un ragazzo così? Me ne sono innamorata di colpo. Ho cominciato a parlargli del suo personaggio con un tale entusiasmo che si capiva che era lui a piacermi. Quel personaggio glielo dipingevo proprio com’era lui o meglio, come lui avrebbe potuto farlo. Glielo andavo descrivendo nelle sue corde, che erano proprio i caratteri del personaggio. Parlavamo e parlavamo, e il discorso via via si faceva più caldo, più pieno di cose che riguardavano noi due, le nostre vite non più i personaggi. Ma a un certo punto lui, quasi per caso, ha inserito nel discorso la moglie e la figlia: forse voleva farmi capire che, anche se gli piacevo, non pensava di lasciare la famiglia. Io sono sola. Questo maledetto mestiere mi ha impedito di crearmi degli affetti. Storie, sì, parecchie. Però mai niente di duraturo.

Si guarda allo specchio. esaminandosi spietatamente.

Io credo davvero che, almeno un po’, Gianluca si senta attratto. O è stato così abile da ingannarmi? Può aver calcolato che mettendosi con me gli era più facile fare carriera... Ma allora perché non entrare in compagnia con il suocero? Riccardo è più famoso di me.

Un allegro bussare ritmato.

E’ lui!

Si sdraia sul letto mettendo in ordine le pieghe della vestaglia. A voce alta dice:

Vieni! E’ aperto.

Gianluca entra veloce e siede sul letto accanto a Isabella. Le bacia la mano, lei gli sporge il volto. Si baciano leggermente.

GIANLUCA – Ho trovato ancora dei ragazzi all’entrata dell’albergo. Volevano sapere del testo... della regìa... e di te. Gli sei piaciuta un sacco.

ISABELLA – E a me tanti hanno detto che tu sei bravo. Insomma, scambio di complimenti. Un whisky?

GIANLUCA – Massì. La cena con il sindaco e la sua “signòra” era pesantissima...

Bevono sogguardandosi tra il riso e la sfida.

ISABELLA – Io sono a pezzi. Tu non ti stanchi mai.

GIANLUCA - Stancarmi? Mi ricarico ogni volta che sono in palcoscenico.

ISABELLA – La fatica dello spettacolo, io non la sento. Viene dopo, quando si torna in albergo. Mi deprimono le lunghe soste al ristorante.

GIANLUCA – Dopo lo sforzo sovrumano di sostenere quella parte, avresti il coraggio di restare a digiuno?

ISABELLA – Mi piacerebbe una cenetta in un piccolo locale...

GIANLUCA – ... al lume di candela... con un bel calice di vino...

ISABELLA – ... o di champagne...

GIANLUCA - ... o di champagne! Appena siamo in una piazza dove non dobbiamo accettare l’invito del sindaco...

ISABELLA - ... ce ne andiamo in qualche localetto...

GIANLUCA - ... e ce ne stiamo un po’ per conto nostro.

Bevono, in silenzio. Qualche imbarazzo inespresso.

ISABELLA – Sto pensando alla prossima stagione.

GIANLUCA – Fin da adesso?

ISABELLA - Il programma si deve prevedere in anticipo.

GIANLUCA – Perché mi dici questo?

ISABELLA - Non so se vorrai rimanere.

GIANLUCA – E tu? Lo vuoi?

ISABELLA - Non lo so. Sì. Certo. No, forse.

GIANLUCA – Non ne sei sicura.

ISABELLA – Di te, come attore, sono più che contenta. E’... di noi che non so.

GIANLUCA – Se dici così, lo sai già.

ISABELLA – No, davvero non lo so. Questa nostra situazione... Forse non avrei dovuto. Ti sarò sembrata... Eppure mi pareva che anche tu...

E’ caduta in quel discorso senza volerlo. Pentita di aver imboccato una strada difficile da percorrere senza prendere davvero una decisione per il futuro.

GIANLUCA – Anch’io, sì. Tutti e due. Se adesso te ne sei pentita, dimmelo. Non voglio costringerti. Non per quello che c’è fra noi, e neanche per il lavoro.

ISABELLA – Sembra tutto semplice, visto da te. “Se te ne sei pentita...”. “ Non voglio costringerti...”.

GIANLUCA – Isabella, fermiamoci! Tu sei stanca, io torno distrutto da un’incontro con Elvira, mio suocero e la bambina con la febbre. Meno male che in scena dimentico tutti i guai. Non sarebbe meglio rimandare un discorso così delicato? Perché adesso, se dicessi fai come vuoi, mi giudicheresti indifferente ad ogni tua decisione; se dico voglio rimanere, la sentiresti come una prevaricazione alla tua volontà.

Costringendosi a cambiare il suo atteggiamento, cerca di farsi tenero.

Insieme stiamo bene. Lo spettacolo va a gonfie vele, stasera gli applausi non finivano mai. Certo qui non sono degli intellettuali, ma il pubblico è così, e noi apparteniamo al pubblico...

ISABELLA - Noi apparteniamo al pubblico, te l’ho insegnato io. Prima volevi recitare cose raffinatissime, strane, comprensibili soltanto a pochi iniziati. Come avevi imparato in Accademia, e come credevi di dover fare il teatro. Invece bisogna servire, sì, servire la gente. Farla ridere, farla piangere, farla meravigliare, farla riflettere... Sentirti un dio che comanda e impone la sua volontà, ma sapendo quello che vogliono loro, e assecondandoli. Sì, hai ragione, smettiamola. Rischiamo di farci del male.

GIANLUCA - Vuoi che rimanga qui?

ISABELLA – E’ meglio di no. Siamo troppo presi da cose che ci impediscono di pensare davvero a noi stessi. C’è ancora tanto tempo.

Lo bacia leggermente, lui cerca di trattenerla in un abbraccio più intimo. Lei lo guarda con malizia e si ritrae.

A domani, mon cher. Bonne nuit.

GIANLUCA esce.
Isabella sospira.

ISABELLA – Perché sono stata così dura? Volevo che restasse. Ho paura di perderlo. Per questo cerco di fare a meno di lui.

SCENA VI

Studio-camera da letto del Famoso. L’attore sta dormendo profondamente.
Sul comodino ci sono una bottiglia di whisky e un bicchiere.
Il cellulare squilla ripetutamente. Il Famoso si agita disturbato dal suono. Il cellulare tace. Il Famoso ha un grugnito di soddisfazione.

IL FAMOSO - Scocciatori. Di prima mattina...

Il cellulare torna a suonare ripetutamente.
Il Famoso si alza un po’ sui cuscini e sbircia l’ora sul cellulare che continua a squillare.

Ah! Già le dieci! Per una volta che potevo dormire un po’...

Apre il cellulare mettendo il viva voce.

Chi è?

L’AGENTE in viva voce – Ben svegliato Riccardo! Sono il tuo agente! Ero certo che insistendo riuscivo a farti rispondere!

IL FAMOSO - Proprio te! Volevo chiamarti.

L’AGENTE – Ma io sto chiamandoti! Devo dirti una cosa importante!

IL FAMOSO – Senti, la cosa importante te la dico io. Non voglio continuare a recitare con quel cane celebre per le telenovelas! Mi rovina le scene, sbaglia gli attacchi, si mette in posizioni statuarie per farsi ammirare con il suo profilo migliore! Non ne posso più!

L’AGENTE – Sei stato tu a insistere per lui. Dicevi che ti avrebbe portato più gente.

IL FAMOSO – Sì, è vero, porta gente: gente che va pazza per lui. Dei miei classici non gliene frega niente. Recita come se girasse una serie televisiva!

L’AGENTE – Adesso ascoltami. Ho da proporti un film. Comincerà subito dopo la tournée. Un parte stupenda. Due mesi in America latina....

Il Famoso lo interrompe bruscamente.

IL FAMOSO - Ne ho abbastanza dell’America latina. Alberghi meravigliosi e pezzenti tutt’intorno. E per me, ruoli da amante maturo con venature comico-patetiche...

L’agente lo interrompe.

L’AGENTE – In cinema ti vogliono così, lo sai. Ma il cachet è immenso! Puoi pagarti i debiti del teatro.

IL FAMOSO – Per fortuna quest’anno il teatro sta andando benissimo. Ti sembrerà una bestemmia, non ho bisogno di soldi!

L’AGENTE – Accetta! la gente vuole vederti al cinema!

IL FAMOSO – Mi ha già visto abbastanza. Ora deve vedermi in teatro. Ma con quel tipo da telenovelas non posso proprio andare avanti.

L’AGENTE - Vuoi sbatterlo fuori a metà tournée? Non si può più protestare un attore, lo sai!

IL FAMOSO – Aspetta aspetta aspetta! Sta venendomi un’idea!

L’AGENTE – Un’idea che ci salverà?

IL FAMOSO - Gli offri il film! Lo vogliono per una bella parte! In America latina andrà benissimo!

L’AGENTE – L’idea non è male. Il film però è fra tre o quattro mesi, giusto alla fine delle tue repliche.

IL FAMOSO - Devi darmi una mano. Ci sono dei provini da fare... lo inviti ad andare a vedere i posti... deve documentarsi sul personaggio...

L’AGENTE – Non c’è bisogno che vada a documentarsi, è un latin lover classico...

IL FAMOSO - Allora io gli regalo il personaggio con una montagna di soldi perchè lui, finite le repliche con me, vada a girare il film?!

L’AGENTE – Non ci siamo con i tempi! E poi tu come faresti, nel pieno dei debutti, a fare a meno di lui?

IL FAMOSO - Uno così lo rimpiazzo subito. Vado per la strada e fermo il primo che capita.

L’AGENTE - Esagerato!

IL FAMOSO - Non so ancora chi chiamerò, ma senz’altro uno meglio di lui lo trovo subito.

L’AGENTE – Tutto quello che posso fare, sempre che il produttore si accontenti di questo qua, è dirgli che bisogna partire subito...

IL FAMOSO - ...e poi il film è rimandato... mancano dei permessi... il regista non ha finito un altro film... balle del genere. Lui mi sarà grato per il sacrificio che ho fatto a suo vantaggio, e intanto io me ne sono liberato.

L’AGENTE – Puoi contarci. Mi muovo subito.

IL FAMOSO – Mi muovo anch’io per trovare il sostituto.

L’AGENTE - A presto ciao.

IL FAMOSO – Ciao ciao.

Il Famoso chiude il cellulare.
Si versa un po’ di whisky, sorseggia.
Squilla il telefono.

IL FAMOSO - Sì?

In viva voce risponde Gianluca.

GIANLUCA – Riccardo, sono fuori dalla porta. Vorrei parlarti.

IL FAMOSO - Ah! Stamattina vi siete alzati tutti pensando a me?

GIANLUCA - Come?

IL FAMOSO - Niente. Vieni.

Va alla porta e la apre. Gianluca entra d’impeto.

GIANLUCA – Scusa l’ora. Sono partito stamattina presto. Più tardi raggiungo la compagnia, oggi abbiamo un debutto qua vicino.

Il Famoso lo scruta.Teme che Isabella si sia lasciata scappare qualche rivelazione circa il loro incontro.

IL FAMOSO - Che cosa c’è? Hai litigato con Isabella?

GIANLUCA – Con Isabella? No.

IL FAMOSO - Allora, hai litigato ancora con Elvira?

GIANLUCA – Non l’ho più vista dall’altra sera. La bambina stava male, l’ho lasciata perché voleva rimanere con lei.

IL FAMOSO - E allora? Che vuoi dirmi?

GIANLUCA – Ti sembrerò pazzo.

IL FAMOSO - Ah!

GIANLUCA – Tu mi hai presentato a Isabella.

IL FAMOSO - Sì?

GIANLUCA – La parte è bellissima.

IL FAMOSO - Sì.

GIANLUCA – Sto avendo successo, proprio a livello personale.

IL FAMOSO - Stringi. Se va tutto così bene, che stai cercando di dirmi?

GIANLUCA – E’ una situazione in bilico.

IL FAMOSO - Cioè?

GIANLUCA –Isabella... è gelosa.

IL FAMOSO - Di chi?

GIANLUCA - Di me! Ogni volta che mi applaudono, Isabella diventa livida, come se le avessi fatto un dispetto. Eppure è stata lei a suggerirmi i modi per avere successo sollecitando la simpatia del pubblico... E dopo i suggerimenti si è imposta anche a livello personale, sul piano privato, insomma.

IL FAMOSO - Io ti avevo presentato a Isabella per aiutarti nella carriera. Tu hai complicato le cose.

GIANLUCA – Lo sapevi da tempo. E’ stato inevitabile.

IL FAMOSO - Da giovane ne ho fatte anch’io di cose così. Quando ho saputo, di te e di lei, ho sorvolato. Ma certo, come padre, non mi ha fatto piacere.

GIANLUCA – Io voglio andarmene dalla compagnia. Venir via prima che sia lei a farmi fuori.

Il Famoso ha un piccolo soprassalto. Forse Gianluca può risolvergli il problema del cambio dell’attore.

IL FAMOSO - A metà tournée?! Lo sai che dovresti pagare una penale? E non credo saresti in grado di sborsarla.

GIANLUCA - Isabella ha parlato della prossima stagione. E mi ha detto che non sa se vuole che io rimanga o no. E il mio contratto scade dopodomani.

IL FAMOSO - Come mai, a metà stagione?

GIANLUCA – Tutti quanti abbiamo firmato per i primi tre mesi. Per scaramanzia, ha detto l’amministratore. Onestamente, devo riconoscere che se la tournée andava bene, si continuava. Un prolungamento tacito.

IL FAMOSO - C’è qualcosa di firmato? Per il futuro, voglio dire.

GIANLUCA - Di firmato? No.

IL FAMOSO - E allora, sei libero come l’aria. Giuridicamente, sei a posto. Certo, non è una bella azione.

GIANLUCA – Verso Isabella, vuoi dire?

IL FAMOSO - Verso Isabella e verso tutti gli altri della compagnia. Che cosa faranno senza di te? E poi, il tuo rapporto con lei... Un bello schiaffo.

GIANLUCA – Isabella sta pensando a come liberarsi di me, te l’ho detto.

IL FAMOSO - Ti propongo qualcosa che non ti immagini. Vieni in compagnia con me.

GIANLUCA – Con te?! Nella tua compagnia? E’ un sogno! E come? Quando? Le parti sono tutte prese...

IL FAMOSO - Ho in mente un cambio... la parte ti soddisferà. Ma prima devo sistemare qualche cosa...

Lo sospinge alla porta, già preso dal suo piano.
Gianluca si lascia guidare docilmente.

GIANLUCA - E lo dirai, a Elvira, che me ne vado dalla compagnia? Sarà contenta? Tu che ne dici?

IL FAMOSO - Ogni cosa a suo tempo. Per ora lascia che sia io a tessere la trama di questa piccola commedia.

GIANLUCA – Oh grazie grazie papà!

IL FAMOSO – E non chiamarmi papà!

Spinge fuori Gianluca. Medita, cellulare in mano. Poi con uno sbuffo getta il telefonino sul letto e stiracchiandosi si dirige verso la porta del bagno.

Prima di tutto, una doccia! Poi, al lavoro!

SCENA VII

Isabella nella vasca da bagno della sua suite in albergo. Emerge canticchiando mentre l’acqua scroscia nella vasca. Squilla il cellulare. Lei lo afferra agilmente asciugandosi la mano con un lembo del telo accanto a lei.

ISABELLA - Pronto sì?

Il viva voce lascia distinguere le battute di chi chiama, il Presidente.

PRESIDENTE – Esimia! Ben alzata?

ISABELLA - Il mio presidente! Sono in una vasca da bagno, immersa nell’acqua tiepida e profumata.

PRESIDENTE – Non dirmi più niente, o corro fin da te!

Isabella ride seduttivamente.

ISABELLA - Ci separano almeno duecento chilometri. Per questo ti ho detto che cosa sto facendo.

PRESIDENTE – Non ho ancora potuto vedere il tuo spettacolo. Quando verrete a Roma, sarò in prima fila.

ISABELLA - Non veniamo a Roma, per quest’anno. Forse nella prossima stagione.

PRESIDENTE – Devo dire ai miei amici dell’ente che ti diano delle piazze più vicine a Roma! Come faccio a raggiungerti nelle valli del nord o sulle isole?

ISABELLA – Dai! In questi giorni siamo stati nei dintorni di Roma e tu non ti sei fatto vivo!

PRESIDENTE – Non ne sapevo niente, te lo giuro. E’ che mi fanno passare tanti di quei guai! Bilanci in rosso, bilanci falsi, truccati, gonfiati... E io devo aggiustare questo e quello, per mettere poi tutto nelle mani del Ministro che vada a divertirsi alla serata dei Premi.

ISABELLA - Se mi hai chiamato, chéri, è per dirmi qualche cosa...

PRESIDENTE – Isabella è perspicace. Isabella la sa lunga. E vede lontano...

ISABELLA - Allora? Ti ascolto.

PRESIDENTE – Sai, quel ragazzo... il figlio della Sanisio, la mia segretaria... te lo ricordi?

ISABELLA - Un bravo attore! L’ho visto nel saggio di diploma.

PRESIDENTE - Ecco! Vorrebbe lavorare. Ha fatto anche uno stage con quello di Parigi... Certo anche per te sarà difficile trovargli qualche cosa da fare, in piena stagione...

Isabella ha un sussulto di piacere. Forse ha trovato la soluzione per liberarsi di Gianluca.

ISABELLA - Non è detto, presidente... Isabella può fare un miracolo...

PRESIDENTE - E se Isabella il miracolo lo fa, avrà riconoscenza da chi sa...

ISABELLA – Dammi il tempo di riflettere. Ti faccio sapere al più presto. Ho in mente un piccolo progetto... Insomma, vedrai.

PRESIDENTE – A presto dolcissima. Ti abbraccio.

ISABELLA – A presto chéri.

Chiude il cellulare. Comincia ad asciugarsi massaggiandosi dolcemente le spalle.

Sarà duro sbarazzarmi di Gianluca. Non credo accetti subito, si ribellerà.... Devo essere astuta. Farglielo chiedere...da qualcuno... Da Riccardo? Dopo che me l’ha mandato lui?! Che stupidaggine! Magari da Elvira... Sì! è un’idea! La piccola De Nobilis, che Gianluca aveva messo incinta... e poi abbandonato per me! Certo ha saputo della nostra storia. Ma lui avrà negato, ne sono quasi sicura... Se decido di troncare, un po’ di sofferenza adesso, meno pene per il futuro! Isabella, vuoi che ti rubi la tua compagnia?, che fra pochi anni diventi il padrone, relegandoti in ruoli da vecchia signora? Via, al più presto!

 

SCENA VIII

Uscito dalla camera del Famoso, Gianluca cammina saltellando per la gioia. E ragiona fra sé e sé.

GIANLUCA – In che modo mio suocero riuscirà a darmi la parte? Che cosa dirà a quell’altro che la interpreta adesso? Ah! non sono fatti miei, se la sbrighi lui. Io invece devo pensare a come liberarmi da Isabella senza perdere la faccia. Dirle non ho firmato per il resto della tournée, quindi sono “libero come l’aria” è un po’ dura. Però lei, per il proseguimento della tournée non ha fatto firmare né attori né tecnici, la colpa è sua. E se la tournée finiva adesso? Nessuna garanzia, niente di niente. Allora, “libero come l’aria Gianluca!”. Certo lo sapevo che si andava avanti, era un “prolungamento tacito”! D’altra parte, se i contratti sono regolati da norme giuridiche, queste norme si devono far valere! Perché avere pietà? Pietà di Isabella?! Una tigre, una finta colomba che al momento opportuno ti fa fuori senza scrupoli. Eppure fino a ieri l’amavo... L’amavo!, mi attraeva... E poi, rappresentava il potere: questa era soprattutto la ragione per cui me ne sentivo attratto. Quella sua frase “Sto pensando alla prossima stagione” mi ha aperto gli occhi. Ho paura di esser gettato via, spremuto come un limone dopo il capriccio di una vecchia capocomica. Vecchia però, Isabella non lo è ancora... Ha un suo fascino, e tu Gianluca l’hai provato! Ammettilo, non è stato soltanto l’interesse a buttarti con passione su di lei...
Acqua passata. Adesso, che fare? Recuperare la libertà con eleganza. A chi chiedere aiuto? A mio suocero il Famoso?... Non posso pretendere anche questo, sembrerei un bambino tenuto al guinzaglio dal padrone... Prima gli metto incinta la figlia, lui incassa e mi prende come genero. Poi mi fa entrare nella compagnia della sua ex amante e la induce a darmi una parte di rilievo anche se non mi conosce nessuno. Adesso gli chiedo anche di liberarmi di Isabella per andare in compagnia con lui?! Non posso. Allora, a chi chiedere aiuto? Idea geniale, inaspettata, sorprendente: a Elvira! a mia moglie, alla figlia del Famoso. Sì!, Elvira, la vittima innocente affronta l’amante che le ha rubato il marito: “Gianluca torna a casa – le grida in faccia -, non vuole più saperne di lei....”, eccetera eccetera. Elvira lo farà? Oh! sì, la convincerò io, e se non basta le parlerà suo padre.

SCENA IX

Il bar dove Elvira si è incontrata con il Famoso poche mattine prima. Su di un tavolinetto dei cornetti in un piattino, teiera fumante, due tazze, sedie intorno. Elvira sta parlando al cellulare.

ELVIRA – Papà ti sto aspettando! Credevo di trovarti già qui. Come al solito sei rimasto addormentato... Ci sono i cornetti caldi, sbrigati!

Chiude il cellulare, si infila la cuffia e comincia a muoversi a ritmo di musica. Il suono si diffonde all’intorno. Mentre danza, mastica un cornetto e parla fra sé.

Forse ha già pensato a qualcosa per me. Un po’ presto, mi pare.
Le tournées lo stancano. Quando ero piccola, viaggiava da una città all’altra sempre scattante, continuamente a scherzare... Qualche volta mi portava con lui... In teatro rimanevo ad ascoltarlo dietro le quinte, e nel buio lo spiavo... Parlava di cose che non riguardavano la sua vita, faceva dei gesti estranei al papà che conoscevo... Spesso era vestito in modo bizzarro.... Incontrava una donna... la baciava... la insultava... o la picchiava... Papà mi aveva detto che era un gioco.
Questo accadeva quando lui saltava dentro la scena, a me sembrava soltanto un rettangolo di legno... Poi tornava accanto a me e mi sorrideva con aria d’intesa mentre aspettava di uscire, ed era di nuovo un altro. Io lo ascoltavo incantata: mi sembrava un pazzo, un pazzo che non finiva mai di stupirmi.

Fischietta la canzone che si diffonde dalla cuffia, sovrappensiero.

Non gli ho detto che Gianluca mi ha telefonato. Vuole vedermi “per una cosa importante”...

Ridacchia.

Gli ho dato appuntamento qui, una mezz’ora dopo l’incontro con papà...

Guarda l’orologio al polso.

Ma se lui non arriva, si incontreranno! Preferirei proprio di no.

Avvolto da una musica a livello altissimo, adatta ad una marcia ben ritmata, appare il Famoso. E’ in tuta da ginnastica, pronto per la corsa mattutina.

IL FAMOSO – Piccola Elvira!

Bacia la figlia con effusione. Le musiche delle rispettive cuffie si sovrappongono in un baccano infernale. I due si sciolgono dall’abbraccio e spegnendo le cuffie se le tolgono.

ELVIRA - Papà sei sempre il solito. E’ tardi...

Mentendo con eccesso di preoccupazione.

Devo tornare dalla bambina!... Lo sai, non sta volentieri con la ragazza!...

Il Famoso afferra un cornetto parlando mentre mastica.

IL FAMOSO – Parlare mettendo qualche oggetto in bocca aiuta ad articolare... Lo sostenevano anche gli antichi...

ELVIRA - Tu hai messo in bocca un cornetto, non un sassolino come Demostene!

IL FAMOSO – Oh! Quanta erudizione! Hai fatto il liceo classico, certo, ma sii più elastica: il cornetto e la pietra sono analoghi...

ELVIRA – E’ tardi! Che vuoi dirmi?
Ti avevo chiesto di pensare a me!

IL FAMOSO – Ci ho pensato eccome! Ma... bisogna andare per gradi. Prima, devo risolvere una questione che riguarda me... e anche te.

ELVIRA – Quanti misteri! Di che si tratta?

IL FAMOSO - Non ti arrabbiare subito sennò non ti racconto niente!

ELVIRA - Perché dovrei arrabbiarmi?

IL FAMOSO - La storia è questa. Io voglio cambiare un attore che mi rovina la scene: sai... il bello delle telenovelas...

ELVIRA – Ma se ti porta un sacco di giovani!...

IL FAMOSO – Me li porta e se li gode! A quelli non gliene frega niente dei miei classici.

ELVIRA - Non capisco che cosa c’entro io in questa faccenda.

IL FAMOSO - Devi convincere Isabella a fare a meno di Gianluca.

ELVIRA – Io!?

IL FAMOSO - Sei l’unica che possa convincerla.

Elenca puntigliosamente.

Non posso io perché Gianluca è stato proposto a Isabella da me. Non può Gianluca perché...

ELVIRA – Perché non può Gianluca?

IL FAMOSO - In effetti Gianluca potrebbe. Il suo contratto con Isabella è scaduto. Ma...

Elvira assume un tono battagliero, feroce e rivendicativo.

ELVIRA - ...ma è lui a non volere! Lo so che se la fa con quella porca!

IL FAMOSO – Certo Isabella ha approfittato del ragazzo, è proprio una porca. E Gianluca... tu non sai come succede nelle tournées, non sei pratica, piccola Elvira. Una notte gelida, la solitudine... il desiderio di un focolare...

ELVIRA - Quante volte hai approfittato di queste cose, lasciando mamma a casa? Non voglio che anche a me vada a finire così.

IL FAMOSO - Si tratta di stupidaggini che presto si cancellano. Gianluca è tuo marito, avete una bambina... ma a Isabella glielo devi dire tu, che smetta di fare la porca e lasci libero Gianluca!

Elvira tira su dal naso, meditando.

ELVIRA - Okay mettiamo che io glielo dica, alla porca. E poi Gianluca, lasciando la compagnia, che cosa fa?

Il Famoso, radiosamente.

IL FAMOSO - Elvira, piccolina mia, Gianluca viene in compagnia con papà. Ho già pensato a come liberarmi del bello delle telenovelas: della mia proposta sarà più che contento.

Elvira cerca di ricostruire il puzzle.

ELVIRA - Dunque. Tu cacci via il bello e prendi Gianluca. Ammettiamo che Gianluca sia d’accordo...

Il Famoso la interrompe impaziente.

IL FAMOSO – Lo è lo è!

ELVIRA - E tu, come fai a saperlo?

IL FAMOSO - Certe cose si intuiscono. Stai tranquilla, Gianluca è d’accordo a lasciare Isabella.

ELVIRA – E ammettiamo che Isabella accetti di privarsi di Gianluca. Chi prende al posto suo, a metà tournée?

IL FAMOSO - Acuta osservazione. A questo non abbiamo ancora pensato.

ELVIRA – “Non abbiamo”: chi, oltre a te, sta occupandosi della faccenda?

D’un balzo, Gianluca irrompe in scena.

GIANLUCA - Papà, che piacere vederti!

IL FAMOSO – Ah! Tu qui? Non credevo di incontrarti!

ELVIRA - Gli avevo dato appuntamento io.

IL FAMOSO – Con me?!

ELVIRA – No. Tu dovevi arrivare prima, e andartene. Ma eri in ritardo...

IL FAMOSO – Bene bene. Approfittiamo di questa riunione di famiglia. Qui, tranne il piattino dei cornetti, non vedo oggetti da rompere.

Alla figlia.

Gli hai dato appuntamento? Sbrigatevela tra voi! Io quello che avevo da dire l’ho detto.

Gianluca si rivolge al Famoso tentando di parlargli sottovoce.

GIANLUCA - Glielo dico o non glielo dico?

IL FAMOSO – E diglielo, che quella porca per la prossima stagione non ti vuole!

Elvira ha seguito il dialogo.

ELVIRA – Ah! Per la prossima stagione quella porca non ti vuole! Come si permette di non volere un attore che le ha portato un pubblico nuovo e le ha insegnato come si recita oggi?!

GIANLUCA – No, Elvira. Non è proprio così. E’ che... sono io che voglio andarmene.

Elvira si illumina di gioia.

ELVIRA – Allora non è vero che state insieme! Non è vero che pensavi di fare ditta con lei!

GIANLUCA – Con Isabella?! Sei pazza? Quella è gelosa di me perché ho successo. Appena mi applaudono diventa verde dalla rabbia.

ELVIRA - E tu stai con una così?

GIANLUCA – Elvira, è una tua fissazione! Io non “sto” con lei. Sono tutti pettegolezzi.

ELVIRA –Lei vuole cacciarti via!? E tu rimani! Continui la tournée! Ne hai diritto! hai il contratto!

GIANLUCA – Elvira, il contratto è scaduto...

IL FAMOSO – ... e io ho offerto a Gianluca di recitare con me!

ELVIRA – Ah!? Bèh non me ne importa niente che tu gli abbia offerto una parte. Gianluca per la sua dignità deve rimanere con Isabella!

D’un balzo entra Isabella in tenuta da viaggio.

ISABELLA - No no no no no no! Io sono davvero felice se Gianluca ha trovato una parte migliore di quella che interpreta con me! Vai pure, vai con paparino!, uno come te lo rimpiazzo in un minuto!

IL FAMOSO - Bene bene. Nessuno sta facendo complimenti.

ISABELLA – Avevo pensato di incontrarmi con Elvira, so che fa sempre colazione qui... ... di incontrarmi per dirle che fosse così carina da convincere il suo Gianluca a non chiedermi il proseguimento del contratto, perché era meglio per tutti che lui si trovasse un’altra compagnia!...

Si rivolge a Elvira con tono confidenziale.

Vedi, cara... Lui è troppo bravo... Deve avere più spazio... Con me si intristisce... Sii comprensiva... Convincilo a lasciarmi!

Gianluca è esterefatto per la condiscendenza a lasciarlo libero da parte di Isabella, ignorandone il motivo.
Il Famoso è contento di non dover usare la sua autorità.
Elvira si tormenta le unghie, sull’orlo di una crisi di pianto. Gianluca e il Famoso la sorvegliano, pronti a intervenire se dovesse prorompree in qualche scena plateale.

ELVIRA –Mi state tutti intorno a chiedermi che sia io a risolvere i vostri casi?... Finora mi avete trattata come una stupida a cui non si permette di decidere niente, neanche della sua vita... E adesso io dovrei sistemare le cose dell’Attore Famoso, dell’Affascinante Attrice e del Giovane Attore in carriera!? Volete che sia io a togliervi dall’imbarazzo delle vostre scelte, per non prendervi nessuna responsabilità. Io mi trovo in questo pasticcio anche per colpa mia, ma nessuno nella vita mi ha mai dato una mano, nessuno mi ha amato davvero, sono davvero sola....

Elvira scoppia in un pianto convulso.

Isabella, Gianluca e Riccardo rimangono impietriti.
Man mano che Elvira dà sfogo al suo dolore, vengono invasi da un senso di colpa nei suoi confronti per essersi comportati con lei pensando solo a se stessi.
Uno per volta se ne vanno balbettando qualche frase a metà incomprensibile.

IL FAMOSO – Ma no, piccolina... Io non potevo... Anzi... avrei voluto....

Si allontana facendo gesti di impotenza verso gli altri due.

GIANLUCA – Ti giuro che... Vedrai... d’ora in poi... davvero... credimi...

Indietreggia con gesti di scusa, fino a uscire di scena.
Isabella si torce le mani, calcolando che cosa le convenga fare. Muove qualche passo verso Elvira, rimasta lacrimosa a tormentarsi le unghie. Avvertendo che Isabella le si avvicina, Elvira alza il capo in uno scatto d’orgoglio e la fissa arditamente negli occhi.
Isabella si ritrae.

ISABELLA – Quando recitavo con tuo padre, mi facevi tante feste... Dopo le prove andavamo a prendere la cioccolata e tu eri così contenta!...

ELVIRA - Ero una bambina. Sono cresciuta. E mi sono sposata, lo sapevi?

ISABELLA – Tu mi detesti. Per Gianluca.

ELVIRA – Se è andata così, lo ha voluto anche lui.

ISABELLA - Noi attori recitiamo sempre, in teatro e nella vita. Finita la recita si cambia parte e si lasciano i compagni, senza rimpianti. Gianluca puoi riprendertelo.

ELVIRA – Gianluca non è un personaggio da commedia.

ISABELLA - Tu e tua figlia eravate nei suoi pensieri.

ELVIRA - Un fastidio per te.

ISABELLA – Non essere crudele. Anche tu invecchierai.

ELVIRA – Che cosa vuoi ancora?

ISABELLA – Tientelo pure, Gianluca. A me non serve più.

Con atteggiamento altero, Isabella esce di scena.
Elvira rimane per qualche secondo a riflettere. Si soffia il naso, asciugandosi dal volto le ultime tracce di pianto. Poi si stiracchia e rimette in testa la cuffia alzando la musica a tutto volume.
Addenta un cornetto e scrollando le spalle se ne va a ritmo di danza.

SCENA X

Sala prove di un teatro. Il Famoso in tuta da ginnastica, contachilometri al collo, sta passeggiando nervosamente su e giù.

IL FAMOSO - Perché non arriva? Dovrebbe essere già qui! Ieri aveva l’ultima recita. Isabella l’avrà trattenuto perché mostrasse a quell’altro i momenti più difficili della sua parte... La conosco, se può evitare una fatica è ben contenta. E poi, di un’ipocrisia... L’altra sera ha fatto di tutto per convincermi che tra lei e Gianluca non c’era niente. Mi si è buttata addosso... dopo anni che fra noi la cosa era finita e strafinita! Ad ogni modo, a me non è dispiaciuto. E lei, dopo essersi goduta il giovane attore... ha riprovato il gusto dell’antico...

Ridacchia soddisfatto. Continua a camminare con foga.

Mi aveva promesso di arrivare per le sette. Certo era distante quasi mille chilometri. Ma ho voluto metterlo alla prova. Da parte mia, devo confessarlo, un po’ di malignità c’è stata a fissare un orario così a rischio. Però se ci tiene, affronti le difficoltà, superi i disagi, non senta la fatica...

Fa qualche piegamento, respira profondo, si distende, si allunga, accenna da fermo a qualche passetto di corsa.

Ho poi saputo perché Isabella non ha fatto una piega a rinunciare a Gianluca! E io che mi preoccupavo... “Come la prenderà? Che cosa dirle per convincerla?”... Ha chiamato quel giovane appena diplomato... perché – ha detto – glielo aveva suggerito il Presidente: è il figlio della segretaria che pare sia la sua amante...

Ridacchia correndo in circolo.

Casa e bottega, insomma... Risparmio di tempo... discrezione... spesa contenuta... paga lo Stato... Non ha fatto una piega, a rinunciare a Gianluca. E otterrà qualche beneficio ministeriale... ne sono sicuro...

Si ferma.

Quanti chilometri avrò fatto?

Controlla al collo lo strumento che misura lo spazio percorso.

Però! Quasi come la mia corsetta del mattino!

Riprende la corsa impegnandosi, con piccoli soffi da corridore.

Entra in scena Gianluca. Butta a terra una grande sacca che teneva sulla spalla. E’ palesemente affaticato.

GIANLUCA - Salve!

IL FAMOSO - Oh! finalmente!

GIANLUCA – Scusami Riccardo. Ce l’ho messa tutta per arrivare puntuale. Mille chilometri non sono pochi, ma il difficile è stato trovare questo paesetto: sulle carte geografiche non c’è!

IL FAMOSO – Ci hanno offerto il teatro. Gratis!

GIANLUCA – Immaginavo che ci fosse un motivo per venire fin qui.

IL FAMOSO - In questi giorni di pausa potremo provare a pieno ritmo. Lavoro senza distrazioni!

GIANLUCA – E si potrà anche riposare un po’?

IL FAMOSO - Ogni cosa a suo tempo.

GIANLUCA – Sognavo di lavorare con te. E adesso ho paura.

IL FAMOSO – Ti passerà quando sarai dentro la parte.

GIANLUCA - Io la parte l’ho già imparata a memoria.

IL FAMOSO - Non si tratta di memoria.

GIANLUCA – Ho fatto male?

IL FAMOSO - No. Ma bisogna superare la memoria!

GIANLUCA – Superarla, in che modo?

IL FAMOSO - L’interpretazione viene dopo la memoria. E dopo l’interpretazione viene l’invenzione.

GIANLUCA – L’invenzione? Di che cosa?

IL FAMOSO - Con la memoria ti impadronisci delle battute. Tu le interpreti secondo quanto ti suggerisce il regista. Ci sei?

GIANLUCA – Sì. E poi?

IL FAMOSO - Poi dimentichi tutto.

GIANLUCA – Un’amnesia! Che incubo!

IL FAMOSO – Ma no! Seguimi fino in fondo! Tu dimentichi tutto e inventi, o meglio credi di inventare quelle battute che avevi imparato a memoria e che adesso sono diventate tue. Parli con i pensieri, i sentimenti, le frasi che ha inventato l’autore per il suo personaggio, e sei quello, per la prima e unica volta!

GIANLUCA – Per la prima e unica volta? Stai dicendo che faremo lo spettacolo una volta sola!?

IL FAMOSO - No di certo. Faremo centinaia di repliche.... Ma sarà per te come se tu lo facessi ogni volta per la prima e unica volta. Per arrivare a questo rapporto con il testo bisogna lavorare... Tu hai le scene più importanti con me, lo sai...

GIANLUCA – Quando ho visto lo spettacolo, ho avuto la sensazione che tu rimanessi isolato... Le cose che dicevi andavano a sbattere sulle pareti, il tuo compagno di scena non le raccoglieva.

IL FAMOSO - Hai capito perché ho voluto cambiare?

GIANLUCA - Ora posso dirtelo, allora avresti potuto prendermi per un presuntuoso che voleva denigrare un altro attore... Ho desiderato con tutte le mie forze di poter essere io a risponderti, volevo entrare in quelle battute che dovevano giocare tra loro e non restare appese nel vuoto.

IL FAMOSO - Allora sei pronto a incominciare?

GIANLUCA – Sono stravolto dalla stanchezza. Dopo l’ultima recita, mentre stavo per partire, Isabella mi ha imposto di mostrare la parte al nuovo attore...

IL FAMOSO - Ci avevo scommesso. Tutto come da copione.

GIANLUCA - Poi il viaggio... Sono a pezzi.

IL FAMOSO - E’ la condizione migliore per incominciare un lavoro impegnativo. La sensibilità è acuita dalla stanchezza. Dai vieni!

Il Famoso trascina Gianluca in mezzo allo spazio. Accende una luce che piomba dall’alto circoscrivendo i due.

Scena prima!

SCENA XI

La camera di Isabella. Davanti allo specchio l’attrice appoggia alla leggera vestaglia un abito da sera ambizioso, di velluto granato lungo fino ai piedi. Isabella si osserva con attenzione, prova dei passi, qualche gesto di saluto, un inchino.

ISABELLA – Sì.

Aggiusta la scollatura tirandone fuori i seni ancora un po’.

Così. E poi, un piccolo discorso. Con modestia. Come una donna qualunque... No, così è troppo. Come un’attrice che ama il suo pubblico. Poche frasi, il successo dopo molti sacrifici... la dedizione all’arte... una missione... Un sorriso incantato, come se me li vedessi tutti quanti davanti a me... mentre stanno a guardare la tivù... Milioni di persone a vedermi... ad ascoltarmi... Il presidente è stato di parola, gli ho preso il giovane Sanisio in compagnia, e lui mi ha fatto assegnare il Premio alla carriera. Ah! Devo prepararmi alla perfezione!

Controlla i capelli, si passa la mano sul volto, compiaciuta.

Imbroglio ancora bene. Fino a quando? Per ora lo spettacolo è un successo. Poi mi inventerò qualche altra cosa. Serate di beneficienza... I bambini... le favole... Temi sociali... L’insegnamento... forse. Sì, l’insegnamento, in quella Accademia che io non ho fatto... Sono sicura che riuscirei a entrarci, se volessi... Il Presidente mi è molto grato per aver preso il suo pupillo in compagnia. Già questo premio ne è una prova. Chi mi ha segnalato se non lui?

Va al paravento slascciandosi l’abito.

E adesso, via di corsa a teatro!

SCENA XII

Lo spazio in cui il Famoso e Gianluca stanno provando.
Il Famoso ha in mano il copione. Lo sventola con aria di trionfo.

IL FAMOSO – Sono molto contento della prova. Basta per oggi!

Gianluca ha un moto verso l’alto, come se stesse per volare. Poi crolla a terra di schianto. E’ svenuto. Chino su di lui, il Famoso si dà da fare nel tentativo di rianimarlo.

IL FAMOSO - Sù sù! Che mi combini?

Gli dà degli schiaffetti sul viso. Guarda l’ora al polso.

Le quattro! Stiamo provando da nove ore! Non me ne ero reso conto. Gianluca! E’ proprio svenuto!

Gli slaccia la cintura continuando a dargli degli schiaffetti. Lentamente Gianluca comincia a muoversi mugolando.

Ah meno male! Sta riprendendosi... Ehi! Ehi! Gianluca!...

Sorretto dal Famoso, Gianluca si guarda intorno sollevandosi un poco.

GIANLUCA – Qual era la battuta?

IL FAMOSO - Basta battute. Abbiamo finito, per oggi almeno.

GIANLUCA – Che è successo?

IL FAMOSO - Sei svenuto. Forse ho esagerato un po’ a tenerti in prova tanto tempo.

GIANLUCA – Non è stata la stanchezza, Riccardo. E’... l’emozione di scoprire un teatro diverso. Adesso non reciterò mai più come prima.

IL FAMOSO - Bene bene, mi fa piacere sentirti dire così. Credo che sia un riconoscimento per me. O no?

GIANLUCA – Ho capito un sacco di cose.

IL FAMOSO - E’ l’inizio per capire che del teatro non si può capire niente.

GIANLUCA – Se vuoi ancora continuare...

IL FAMOSO - Fossi matto! Ti va di andare a cena?

GIANLUCA – E dove, a quest’ora?

IL FAMOSO – Alla trattoria dei camionisti. Rimane aperta tutta la notte. i tecnici ci vanno sempre. Dicono che è il posto dove si mangia meglio che da qualsiasi altra parte.


SCENA XIII

Il retro del palcoscenico.
Elvira con un mazzo di fiori, vestita sexy.
Lo scroscio degli applausi, grida di “Bravo!” e “Bravi!”.

ELVIRA – E’ stato proprio bravo! Non mi aspettavo tanta grinta. E’ di nuovo il Gianluca della scuola. Io lo snobbavo perché ne avevo paura. Allora mi ero illusa che avremmo potuto far coppia insieme. Ero in gamba anch’io… Ah! non mi pento di niente, ho mia figlia. Ma è stato necessario interrompere. Adesso ho voglia di riprendere. Gli applausi, la gente che ti acclama… la sensazione di essere sull’orlo di un mistero che soltanto tu stai per conoscere, e gli altri che ti invidiano… Mio padre ci campa da una vita, di queste cose… Non so quanto conti davvero io per lui… Ma che importa ormai? Basta recriminare.

Entrano ridendo e dandosi pacche sulle spalle il Famoso e Gianluca.
Non vedono Elvira che si è ritratta da un lato.

IL FAMOSO – Hai visto? Un delirio!

GIANLUCA – Se non era per te, non sarei mai arrivato a tanto!

IL FAMOSO – C’era da tirar fuori quello che avevi di tuo. Il testo lo ha messo in evidenza.

GIANLUCA –Il merito è tuo. Ti sarò grato per tutta la vita!

Lo abbraccia con trasporto. Il Famoso lo guarda tenendolo bene davanti a sé.

IL FAMOSO – Mmmh.. Queste cose non si dicono. Piuttosto… come va con Elvira?

GIANLUCA – Non lo so.

IL FAMOSO - Non voglio forzarti. Vedi tu. Ma sii sincero con lei. Non farla soffrire.

GIANLUCA – Te lo prometto.

IL FAMOSO - Dovrebbe essere venuta qui. Non tarderà. Io vado a cambiarmi prima che arrivi la folla degli amici.

GIANLUCA – Sì. Ci vediamo dopo.

Il Famoso esce. Elvira avanza verso Gianluca porgendogli il mazzo.

ELVIRA - Per te.

GIANLUCA – Dovrei essere io a portarti dei fiori…

Prende i fiori e abbraccia Elvira.

Speravo che tu venissi!

L’abbraccio si fa intenso e continua con un bacio.
Elvira si svincola.

ELVIRA - Sono venuta perché era giusto che venissi.

GIANLUCA – Sfiguravo di fronte a tuo padre?

ELVIRA – Lui è… lo sai quello che è. Da una vita non fa altro che teatro. Tu… sei sulla strada giusta.

GIANLUCA – Davvero? Davvero trovi… tu pensi che io sia sulla strada giusta?

ELVIRA – Ti ho sentito… come quando a scuola mi sfidavi. Eravamo bravi tutti e due.

GIANLUCA –“ Siamo” bravi tutti e due!

ELVIRA - Io? Non lo so più. Ma adesso dobbiamo festeggiare il tuo successo.

GIANLUCA – Non possiamo evitare la cena con tuo padre.

ELVIRA – Sarà una noia infinita. Brindisi, aneddoti, scherzi…

GIANLUCA - Bisogna andarci. Ma dopo… possiamo recuperare il tempo perduto.

ELVIRA – Ho detto ai miei amici che partivo con loro, dopo la cena.

GIANLUCA - Rimani, ti prego.

ELVIRA - Troppe cose ci hanno diviso.

GIANLUCA – Cose finite. Ti prego, rimani.
.
L’abbraccia. La bacia. Lei sta per cedere, poi si ritrae.

Niente ha senso se ti perdo.

ELVIRA - Credi davvero a quello che dici?

GIANLUCA – Devi crederci tu. Allora per me sarà vero.

Il Famoso rientra in scena cambiato.

IL FAMOSO - Gianluca, devi ancora cambiarti?! Svelto, ci chiudono il ristorante! E tu piccolina vieni con papà, lui ci raggiunge! Andiamo andiamo! che ad aspettarci c’è tutta la banda dei politici!

Esce trascinandosi dietro Elvira.
Gianluca comincia s spogliarsi.

GIANLUCA – Si è di nuovo intromesso. Vuol dare l’impressione di essere un padre amoroso, e poi vien fuori la sua vera natura. Egoista, narcisista, egocentrico. Però gli devo molto. Mi ha tirato fuori da quel pasticcio con Isabella. Proprio nel momento giusto, quando non serviva più che restassi nella sua compagnia.

Raccoglie i fiori da terra.

Elvira… dopo la cena forse riuscirò a non farla partire… Tornare con lei? Stando con suo padre… perché no? Anche lui sarebbe contento.

SCENA XIV

La voce fuori campo dell’Illustre Politico scandisce la motivazione del Premio alla Carriera. Mentre echeggiano le sue parole appare Isabella nell’abito di velluto granata, con una aigrette in capo, scintillante di gioielli.

VOCE DELL’ILLUSTRE POLITICO – Ed è per questi motivi che abbiamo voluto assegnare il Premio alla Carriera alla nostra grande Isabella!

Uno scroscio di applausi mentre Isabella saluta, sorride, si inchina.
Quasi una lacrima pare affiorare dai suoi occhi; sapientemente lei la ricaccia indietro, mentre crescono gli applausi. Isabella fa cenno che smettano e a poco a poco gli applausi cessano.

ISABELLA – Che dirvi? Sono commossa. Come una ragazzina…

Ancora applausi, subito zittiti.

Quando ero davvero una ragazzina, non avrei mai sognato di raggiungere una vetta così alta, un premio di cui non mi sento degna…

Applausi subito svaniti.

Ma me lo dà l’Illustre Politico, me lo attribuite voi… e allora, sia pure indegnamente, lo accetto!

Applausi.

Che cosa farò ancora, nella breve vita che mi resta?

Proteste subito zittite.

Ancora qualche stagione. Sarò felice di servire il mio pubblico, che amo, più della vita!

Applausi subito zittiti.

Ma insieme al teatro, porterò avanti un progetto che da tempo coltivo nel mio cuore. I bambini delle periferie. Farò per loro delle piccole recite, conosceranno la gioia del teatro!

Applausi intensi e grida di “Brava!” “Brava!”. Isabella con un gesto li zittisce.

Devo ancora chiedervi un momento di attenzione. Vorrei presentarvi una promessa che sta affacciandosi al teatro, il mio “attor giovane” nuovo di zecca, con cui sto portando in tournée il lavoro di questa stagione, e vorrei anche presentarvi l’attore che, ormai affermato, sta mietendo successi nella compagnia del grande Riccardo De Nobilis!

Applausi scroscianti, che sfumano mentre scende il buio.

SCENA XV

Gianluca solo, in uno spazio neutro, con un copione fra le mani.

GIANLUCA – Non so perché Isabella avesse voluto fare quella duplice presentazione. Forse per ingraziarsi in un colpo solo il Presidente che le aveva mandato quell’attore al mio posto, e il Famoso parlando indirettamente di lui nel nominarmi. Forse anche per farsi perdonare di avermi mandato via all’improvviso: non sapeva che io non vedevo l’ora di andarmene.

Sfoglia il copione, assorto.

Dove trovai il coraggio di parlare, quella sera, è un enigma anche per me. Un mio intervento non era previsto. Dovevamo soltanto apparire uno per parte ai lati di Isabella, io e quell’altro, inchinarci e andarcene. Il Sanisio eseguì com’era stabilito. Io rimasi. Mi era presa una smania di raccontare a quella gente che una volta tanto, in televisione, sentiva parlare di teatro, che cosa davvero succedeva dietro il sipario, e quanto costa arrivare ad essere qualcuno, recitando. Gli intoppi, i sotterfugi, i compromessi per imporsi alla loro ingenua attenzione. E le scelte furbastre, con l’occhio agli incassi, dei copioni manipolati, dei successi stranieri, dei nomi di successo anziché dei temi che portassero a un pensiero vivo sulla nostra vita. E gli interpreti chiamati non per meriti, ma per intrighi politici, capricci di letto, false attestazioni di stima per mascherare un rapporto di interesse… Dopo aver detto tutto questo, mi ero sentito finalmente liberato da quella sorta di involucro che mi stava soffocando. Allora cominciai a parlare del teatro, della sua bellezza incorruttibile nonostante le perversioni del sistema che si riversano sugli attori, nonostante l’approssimazione delle interpretazioni e le miserie delle necessità economiche. Parlai dell’importanza della poesia del grande teatro, della povertà con cui può realizzarsi purché la parola non venga schiacciata da elementi esteriori… del filo che lega il teatro antico con quello della nostra epoca come un discorso dentro cui gli uomini si ritrovano proiettandosi verso il futuro attraverso qualcosa in cui credere… Parlai della mia esperienza: ero partito da una piccola ambizione di ragazzo e lavorando andavo via via afferrando il mistero del teatro, non più mezzo per raggiungere la fama, ma piuttosto percorso spirituale, forse addirittura missione. Parlai del significato profondo da scoprire nel teatro attraverso un lavoro tenace per offrirlo alla gente come un dono prezioso… Parlai delle umiliazioni e delle cadute che si sopportano in suo nome… Parlai e parlai… Tutti seguivano quanto dicevo in un clima in cui pareva realizzarsi una pura spiritualità. La telecamera non mi perdeva un istante ed io prendevo coraggio a proseguire, finché non avvertii che era il momento di concludere, perché tutto quello che volevo dire lo avevo detto; allora mi inchinai e sparii nel buio mentre si alzavano gli applausi. Ma quando rividi la trasmissione in differita, delle mie riflessioni non c’era traccia: erano state tagliate. Dopo il discorso di Isabella, sugli applausi l’inquadratura aveva indugiato a lungo sul suo volto perfettamente truccato, scendendo alla splendida scollatura adorna di una scintillante collana di diamanti, e la ripresa si era conclusa così.

SCENA XVI

Entra il Famoso con un fascio di copioni in mano. Si avvicina a Gianluca sventolandoli trionfalmente.

IL FAMOSO - E' il testo per la prossima stagione, non indovineresti mai!

GIANLUCA - Io ci sono?

IL FAMOSO - Ci sei eccome! ma non ti immagini con chi!

GIANLUCA - Perché tanti indovinelli? Temo il peggio.

IL FAMOSO - Il peggio?! Non c'è mai limite al peggio, caro genero!

GIANLUCA - "Caro genero"!? Non mi hai mai chiamato così! Oddio! non dirmi che ci sarà anche Elvira!..

IL FAMOSO - Elvira? Sicuro che ci sarà. E farà la sua figura.

GIANLUCA - All'Accademia era brava, forse anche più di me. Certo deve riprendere, sono anni che non recita più.

IL FAMOSO - Sostenuta da me e da te, un trio di famiglia, i giornali ne parleranno prima ancora di acclamarci per lo spettacolo.

GIANLUCA - Prendendo lei in compagnia, metti insieme parecchi vantaggi.

IL FAMOSO - Non ultimo, quello di farti controllare. Niente più avventure, almeno durante la tournée.

GIANLUCA - Sei stato tu a buttarmi fra le braccia di Isabella, mi hai mandato in compagnia da lei! Conoscevi che tipo era. E' stato inevitabile.

IL FAMOSO - E adesso sei stato vaccinato. Non credo che ti importi più di lei.

GIANLUCA - Mi è rimasta una certa stima. Di lei come attrice, voglio dire.

IL FAMOSO - Bene bene, è quello che volevo sentire.

GIANLUCA - Perché? Ho detto qualcosa di speciale?

IL FAMOSO - Hai detto quanto poteva rassicurarmi.

GIANLUCA - Rassicurarti?

IL FAMOSO - Il peggio non finisce mai, ti ho avvertito.

GIANLUCA - Temo di intuire il tuo piano. Diabolico. Se è quello che immagino.

IL FAMOSO - E allora? Dillo tu.

GIANLUCA - Isabella?...

IL FAMOSO -Tatatatà!! Isabella in compagnia! Sì! Isabella in una parte importante ma non da protagonista assoluta! Isabella di fianco ai due leoni della pièce, mentre la piccola Elvira appare in un ruolo fulminante e incisivo che ne lascia intravvedere le doti singolari anche se ancora acerbe!

GIANLUCA - E così tu ti riprendi la vecchia amante senza timore di rivali, e rimetti insieme la famiglia preparando a tua figlia la carriera.

IL FAMOSO - Mentre il marito di mia figlia la carriera ce l'ha già.

GIANLUCA - Ma nella compagnia del suocero non potrà allargarsi più di tanto.

IL FAMOSO - Eh sì, per un po' ci sono ancora io, mi dovrai sopportare qualche anno. Poi... avrai tempo, per diventare l'unico.

GIANLUCA - L'unico? Davvero tu credi...

IL FAMOSO - Basta così, hai capito. Per ora, l'unico sono io. E adesso vai, Elvira ti aspetta. Non sa ancora niente, del mio progetto. Glielo dirò io.

GIANLUCA - Allora ... io vado. Grazie, papà!

IL FAMOSO - Eh no! Papà no! Specie poi in compagnia, davanti a Isabella.

GIANLUCA - Okkei Riccardo, vado.

Si avvia. Poi si ferma, timido, quasi supplicando.

E... il testo... qual è il testo?

IL FAMOSO - Poi poi... Fidati.

Gianluca se ne va. Il Famoso siede a terra sparpagliando intorno a sé i copioni.

Gli ho detto che avevo scelto il testo. Speravo! di trovarlo... ma non è facile, per dare una bella parte a tutti e quattro.

Sfoglia qua e là, pensoso.

Certo con Shakespeare te la cavi. Ma devi prendere un sacco di altri attori, e i costi sono troppo alti...

Sfoglia altri copioni.

Pirandello... Vai sul sicuro. Ma lo fanno tutti, Pirandello, e io voglio stupire il pubblico, voglio aggredirlo, torturarlo, divertirlo... scandalizzarlo... Che fare?

Sfoglia febbrile.

Ah! questo è di un autore italiano...

Legge qua e là.

...uno ancora vivente... Ah! Niente male... proprio interessante... Ah Ah! perfino divertente... Eh! Sorprendente!

Ride come un pazzo. fermandosi poi come agghiacciato dall'orrore.

Uh! Che colpo di scena! davvero imprevedibile...E....guarda guarda... Proprio i personaggi che andrebbero bene per noi...

Si ferma di colpo.

Attenzione Riccardo! Non vorrai andare incontro a un fallimento! Chi ti dà le piazze per un autore italiano contemporaneo, per di più ancora vivente? Ti caricherai di debiti, tua figlia dovrà prostituirsi in televisione, tuo genero farà doppiaggio per mantenere la tua nipotina e tu andrai alla casa di riposo Lyda Borelli, a Bologna, dove potrai prendere i pasti insieme a qualche vecchio suggeritore in povertà.

Getta a terra con rabbia il copione.

No! caro autore italiano contemporaneo ancora vivente, non diventerai la causa della mia rovina. Farò di te una piccola mise en espace, una letturina agli studenti del Dams, accontentati, forse qualcuno fra un po' di secoli ti scoprirà in un vecchio scaffale della SIAE e ti porterà in trionfo. Per ora dormi, dormi e sogna... Sogna la gloria futura...

Lancia in aria il copione che si sparpaglia in tutte le sue pagine volando nell'aria.

Io mi accontenterò della gloria consolidata, sì, della gloria sicura di chi è già stato sperimentato e applaudito!

ALTRA VERSIONE DELL'ULTIMA SCENA

come è stata rappresentata con la regia di Mario Prosperi

 

SCENA XVI

Entra il Famoso con un fascio di copioni in mano. Si avvicina a Gianluca sventolandoli trionfalmente.

IL FAMOSO - E' il testo per la prossima stagione, non indovineresti mai!

GIANLUCA - Io ci sono?

IL FAMOSO - Ci sei eccome! ma non ti immagini con chi!

GIANLUCA - Perché tanti indovinelli? Temo il peggio.

IL FAMOSO - Il peggio?! Non c'è mai limite al peggio, caro genero!

GIANLUCA - "Caro genero"!? Non mi hai mai chiamato così! Oddio! non dirmi che ci sarà anche Elvira!..

IL FAMOSO - Elvira? Sicuro che ci sarà. E farà la sua figura.

Entra Elvira, siede fra loro.

ELVIRA - All'Accademia ero brava, forse anche più di te. Certo devo riprendere, sono anni che non recito più.

IL FAMOSO - si rivolge a Gianluca
Sostenuta da me e da te, un trio di famiglia, i giornali ne parleranno prima ancora di acclamarci per lo spettacolo.

GIANLUCA - Prendendo lei in compagnia, metti insieme parecchi vantaggi.

ELVIRA - Non ultimo, quello di farti controllare.

IL FAMOSO - Niente più avventure, almeno durante la tournée.

GIANLUCA - Sei stato tu a buttarmi fra le braccia di Isabella, mi hai mandato in compagnia da lei! Conoscevi che tipo era. E' stato inevitabile.

IL FAMOSO - E adesso sei stato vaccinato. Non credo che ti importi più di lei.

GIANLUCA - Mi è rimasta una certa stima. Di lei come attrice, voglio dire.

IL FAMOSO - Bene bene, è quello che volevo sentire.

GIANLUCA - Perché? Ho detto qualcosa di speciale?

ELVIRA - Hai detto quanto poteva rassicurarmi.

GIANLUCA - Rassicurarti?

IL FAMOSO - Il peggio non finisce mai, ti ho avvertito.

GIANLUCA - Temo di intuire il tuo piano. Diabolico. Se è quello che immagino.

IL FAMOSO - E allora? Dillo tu.

GIANLUCA - Isabella?...

Entra isabella, siede insieme a loro.

IL FAMOSO -Tatatatà!! Isabella in compagnia! Sì! Isabella in una parte importante ma non da protagonista assoluta! Isabella di fianco ai due leoni della pièce, mentre la piccola Elvira appare in un ruolo fulminante e incisivo che ne lascia intravvedere le doti singolari anche se ancora acerbe!

GIANLUCA - E così tu ti riprendi la vecchia amante senza timore di rivali, e rimetti insieme la famiglia preparando a tua figlia la carriera.

IL FAMOSO - Mentre il marito di mia figlia la carriera ce l'ha già.

GIANLUCA - Ma nella compagnia del suocero non potrà allargarsi più di tanto.

IL FAMOSO - Eh sì, per un po' ci sono ancora io, mi dovrai sopportare qualche anno. Poi... avrai tempo, per diventare l'unico.

GIANLUCA - L'unico? Davvero tu credi...

IL FAMOSO - Basta così, hai capito. Per ora, l'unico sono io.

GIANLUCA - Allora ... Grazie, papà!

IL FAMOSO - Eh no! Papà no! Specie poi in compagnia, davanti a Isabella.

GIANLUCA - Okkei Riccardo.

Timido, quasi supplicando.

E... il testo... qual è il testo?

Il Famoso sparpaglia intorno a sé i copioni.

Non l'ho ancora scelto. Speravo! di trovarlo... ma non è facile, per dare una bella parte a tutti e quattro.

Sfoglia qua e là, pensoso.

Certo con Shakespeare te la cavi. Ma devi prendere un sacco di altri attori, e i costi sono troppo alti...

Sfoglia altri copioni.

Pirandello... Vai sul sicuro. Ma lo fanno tutti, Pirandello, e io voglio stupire il pubblico, voglio aggredirlo, torturarlo, divertirlo... scandalizzarlo... Che fare?

Sfoglia febbrile.

Ah! questo è di un autore italiano...

Legge qua e là.

...uno ancora vivente... Ah! Niente male... proprio interessante... Ah Ah! perfino divertente... Eh! Sorprendente!

Ride come un pazzo. fermandosi poi come agghiacciato dall'orrore.

Uh! Che colpo di scena! davvero imprevedibile...E....guarda guarda... Proprio i personaggi che andrebbero bene per noi...

ISABELLA - Attenzione Riccardo! Non vorrai andare incontro a un fallimento! Chi ti dà le piazze per un autore italiano contemporaneo, per di più ancora vivente? Ti caricherai di debiti, tua figlia dovrà prostituirsi in televisione, tuo genero farà doppiaggio per mantenere la tua nipotina e noi due andremo alla casa di riposo Lyda Borelli, a Bologna, dove prenderemo i pasti insieme a qualche vecchio suggeritore in povertà.

Il Famoso getta a terra con rabbia il copione.

IL FAMOSO - No! caro autore italiano contemporaneo ancora vivente, non diventerai la causa della mia rovina. Farò di te una piccola mise en espace, una letturina agli studenti del Dams, accontentati... Via, cominciamo! Scena prima!

Gli attori riprendono le prime battute del testo, in lettura.

BUIO

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