PIRANDELLO - ABBA, frammenti

UNA CAMERA BIANCA.
UN TAVOLINO CON DEI FOGLI, UNA MACCHINA DA SCRIVERE, UNA SEDIA. UN ATTACCAPANNI CON UN LENZUOLO, INDUMENTI E CAPPELLI. UNA CHAISE-LONGUE. UN PARAVENTO, UNO SPECCHIO.

ATTORE - Lei stava recitando a Milano: "Nina" nel "Gabbiano" di Cecov, sotto la direzione di Talli. I critici ne avevano parlato come di un prodigio; aveva ventiquattro anni, un portamento fiero e una voce che incantava.
Pirandello stava lavorando a Roma con la sua Compagnia del Teatro d'Arte, appena formata. Voleva fare un teatro con autori e attori che come lui sentissero la necessità di un rinnovamento.
Per il debutto aveva chiesto una commedia a Bontempelli, "Nostra Dea": stava già provandola, ma non aveva ancora scelto la protagonista...
Quella ragazza, Marta Abba, - gli avevano detto - affascinava il pubblico. Senza averla mai vista Pirandello chiese a Guido Salvini - il "tuttofare" della Compagnia - di correre a Milano per scritturarla. Ma a Salvini l'attrice fa delle richieste altissime...

VOCE DELL'ATTRICE - Non è per me, ma devo lasciare Milano, dov'è casa mia. E qualcuno della famiglia dovrà accompagnarmi, a Roma! Mia madre: io non vado in giro da sola...

ATTORE - Alla fine trovano un accordo. La scrittura è datata 25 febbraio 1925, e prevede un compenso di 170 lire giornaliere. Lamberto Picasso ne prende 160 - ed è il primattore! -, la Di Lorenzo arriva a 105, e Cervi giovanissimo firma per 37.
Marta Abba stava recitando al teatro Chiabrera di Savona. Pirandello le manda "Nostra Dea"...

ATTORE - "Gentilissima Signorina....
Studii con amore la parte della protagonista di 'Nostra Dea'...
e pensi che la rappresentazione di questo lavoro
avrà tutto l'ausilio d'una prestigiosa messa in scena...
che faciliterà a Lei tutti i passaggi da un abito all'altro...".
A ogni cambio d'abito Nostra Dea cambiava personalità;
di volta in volta diventava mite o aggressiva, pudica o spregiudicata. E i vestiti per lo spettacolo non venivano lasciati al gusto degli attori, mentre di solito ai costumi provvedevano loro...
Anche questa novità piacque a Marta; la incuriosì...

UNA FRESCA RISATA FEMMINILE.

MARTA (fuori scena) - Aaaahhhh!!!!

ATTORE - E finalmente Marta arrivò a Roma.
Pirandello stava provando in palcoscenico...
Scena del primo incontro!

METTE UN CAPPELLO DALL'ATTACCAPANNI, ED E' PIRANDELLO. GLI ATTORI CON CUI PARLERA' SONO FUORI SCENA.

PIRANDELLO - Tu Lamberto sei l'amico Vulcano. Marcolfo è disorientato dal comportamento di Dea, mentre tu conosci il suo segreto...

ENTRA MARTA IN ABITO DA VIAGGIO E RIMANE A OSSERVARLO.

MARTA - Ero arrivata a Roma accompagnata da mia madre. Sul palcoscenico, nella semioscurità, vidi delle persone...Una di queste aveva i capelli d'argento, il pizzetto bianco, ed era piuttosto curva.

PIRANDELLO - Cervi, si tenga pronto a entrare, e lei signora Graziosi si faccia dare il primo abito di Dea...Quando la signorina Abba sarà arrivata, proveremo la sua scena già con il vestito, gli abiti sono parte integrante dell'azione....

MARTA - Io salii in palcoscenico e qualcuno disse "E' Marta Abba!". Pirandello mi venne incontro con quella sua stupenda vitalità: non pareva certo vecchio!...

SI FA AVANTI.

MARTA - Signor Pirandello sono qui!

PIRANDELLO LE STRINGE RIPETUTAMENTE LA MANO.

PIRANDELLO - Benvenuta, signorina. Siamo contenti che sia arrivata!

MARTA METTE UN CAPPELLO DI NOSTRA DEA, SCROSCIANO APPLAUSI; LEI FA UN INCHINO E SE NE VA.
PIRANDELLO TOGLIE IL CAPPELLO E TORNA AD ESSERE L'ATTORE.

ATTORE - Il successo di "Nostra Dea" fu dovuto - sosteneva Bontempelli - "alla straordinaria arte della signorina Marta, che è un miracolo d'intelligenza e di fascino". Lo spettacolo rimase nel repertorio della Compagnia per i tre anni della sua esistenza.
In quel periodo la Abba e Pirandello vissero un rapporto che superava l'adesione fra uno scrittore e un'attrice.
Passione, di lui per lei? Ammirazione, di lei per lui? Amore reciproco? Un enigma!
La vicenda Pirandello-Abba è rimasta misteriosamente sospesa fra l'ispirazione artistica e il desiderio di un'esistenza condivisa; il suo fascino, per noi, sta proprio nell'impossibilità di una rivelazione. Quando la Compagnia si sciolse, lui andò a Berlino... Per Pirandello fu una separazione dolorosa.

L'ATTORE INDOSSA UNA GIACCA DALL'ATTACCAPANNI AD INDICARE PIRANDELLO.
CARTA E PENNA USATI PER UN MOMENTO SUGGERISCONO LE LETTERE CHE IL DRAMMATURGO INVIA A MARTA.

PIRANDELLO - Marta mia. Piccola piccola Marta mia. Grande grande Marta mia. Che non vuol capire che l'essersi dopo tre anni staccata da me non può essere stato per lei quello che è stato per me! La vita me la son sentita staccare io; il cuore, tutta l'anima, me li son sentiti staccare io; e son rimasto solo, in una solitudine che non è soltanto materiale; ma totale e infinita.

UN SUONO LUNGO E PERSISTENTE, QUASI ULTRASUONO, STACCA LA SCENA DALLA REALTA'.
MARTA SI E' POSTA SUL VOLTO UN VELO. E' UN'EVOCAZIONE DEL PASSATO. SI AVVICINA A PIRANDELLO. LO ABBRACCIA IMPALPABILMENTE, CON LA LEGGEREZZA SILENZIOSA CHE POSSEGGONO I FANTASMI. POI SE NE DISTACCA E SI RIALLONTANA, TOGLIENDOSI IL VELO DAL VOLTO.

MARTA - Sssttt!

PIRANDELLO - Tu fai e vuoi che sia silenzio."E' che nel cuore tu non mi hai più". La vita che prima mi davi, non me la vuoi dare più. E' stato "mortale" per me, mi ha "tagliato vivo" quando me l'hai detto...

SI AVVOLGE DENTRO UN LENZUOLO-SUDARIO.

Io sono morto come uomo, morto e sotterrato; e sono un uomo ancora vivo, Marta, disperatamente vivo - "vivo e senza più vita"!

MARTA - Caro maestro, lei deve cambiar vita!

PIRANDELLO - E' stata sempre questa, Marta, la mia vita. Pensare cose belle e alte; scriverle, m'è riuscito, tante volte sì, qualche volta no. Di tutto il mio lavoro di quarant'anni, che ha fruttato molto e molto danaro, io non ho nulla; se lo son preso sempre gli altri.

MARTA - Il danaro! Ne avessi per poter formare una compagnia senza l'assillo delle paghe!

PIRANDELLO - Tu devi avere la "tua" compagnia. Lascia a me tutto il pensiero. Tu non devi aver bisogno d'altri che di me, e "di me" vuol dire come "di te stessa", perchè "io" non sono altro che "tu".

MARTA - Ma per far questo dovrebbe essere qui, caro maestro..
E invece lei è a Berlino. A Berlino per i "Sei personaggi"!...

MARTA - (danzando canta, rievocando la scena del testo da lei interpretato)
"Les chinois sont un peuple malin....
de Shangaï à Pekin...
Ils ont mis des écriteaux partout...
Prenez garde à Tchou-Thin-Tchou!".

PIRANDELLO - Tu sei la Figliastra! Qualunque altra, fosse pure la più grande a Berlino, Londra, Parigi, New York... nessuna sarà mai stupenda come te! Dimmi quello che fai, dimmi tutto, tutto di te.

MARTA - Sto studiando "La donna del mare"...

PIRANDELLO - Ho lavorato tanto su quel testo per renderlo degno di te. Nella pessima traduzione che va in giro non pareva più scritto da Ibsen.

MARTA -....Mi sono divorata in pochi giorni "Il fu Mattia Pascal" e "L'esclusa": lei potrebbe trarne una bellissima commedia...

SQUILLI DI TROMBA.

PIRANDELLO - Sono Accademico d'Italia!

MARTA - Finalmente! Dopo tante incertezze e no e sì!

PIRANDELLO - Ho ricevuto un telegramma da Mussolini.

MARTA - Ah!

PIRANDELLO - "Fraternamente felice alto auspicatissimo riconoscimento".

MARTA - E lei, Maestro?

PIRANDELLO - Gli ho risposto così: "Ringrazio Eccellenza Vostra grande onore e torno a esprimerle mia intera profonda devozione".

MARTA - Intera!...profonda!...devozione!...

PIRANDELLO - Sono Accademico d'Italia, ma rimango lo stesso poveruomo di prima. Sai quello che ho pensato, quando ho ricevuto il telegramma di Mussolini? Che intanto il tuo non mi m'arrivava....

MARTA ANDRA' COMPITANDO UN TELEGRAMMA.

MARTA - "EsprimonostragioiaprestigiosanominastopFamiglia Abba".

PIRANDELLO LANCIA A MARTA UNA BUSTA DA LETTERE, CHE MARTA APRE CON UNO STRAPPO NERVOSO, SCORRENDO POI IL FOGLIO CHE VI STAVA DENTRO.

PIRANDELLO - ... e quando il tuo telegramma è arrivato, mi parve "opaco" perchè la gioia non era "tua", era "vostra", della famiglia; non era la "luce" che me ne sarebbe venuta, se "Marta" mi avesse espresso tutta la "sua" gioia.
SONO SOLO! SONO SOLO! SONO SOLO! Dio ti guardi, figlia mia, dal comprendere un giorno tutta l'atrocità che è dentro questa parola!

MENTRE PARLA, MARTA RIMETTE IL FOGLIO DENTRO LA BUSTA E LA GETTA FUORI SCENA.

MARTA - Non avrei dovuto leggere questa lettera. Gliela rimando perchè lei si scordi di darmi dei dispiaceri, oltre gli innumerevoli che già ho.

PIRANDELLO HA UN ATTIMO DI SMARRIMENTO, POI RIPRENDE IL TONO DEL DIALOGO, CON UN DISNVOLTO CAMBIO DI ARGOMENTO.

PIRANDELLO - Hai veduto l'elenco degli Accademici? Leggendolo mi son cadute le braccia: Beltramelli, Trombetti che è un glottologo, e Formichi, un filologo, e Romagnoli che è un traduttore! messi tra i letterati; e non D'Annunzio, e nemmeno Ojetti!...

STREPITI, PETARDI, GRIDA - "Noi futuristi siamo dei giovani artiglieri in baldoria!
Uccidiamo il chiaro di luna!"
" Fuoco più fuoco più luce
contro chiaro di luna e vecchi firmamenti
guerra ogni sera grandi città brandire réclames luminose!...".

PIRANDELLO - E non parliamo di tutto il ridicolo che rovescia sull'elenco la nomina del Marinetti!, che per tutta la vita ha sparato i suoi cannoni, fragorosi ma innocui, contro tutte le Accademie...

MARTA, (ridendo incredula) - Marinetti accademico!

PIRANDELLO - Se avessi saputo che il mio nome doveva andar confuso tra questi altri, avrei sollecitato che mi lasciassero fuori...

MARTA INDOSSA IN ACCAPPATOIO.
PIRANDELLO VA AL TAVOLINO DOVE SONO FOGLI E PENNE.

MARTA - Qui c'è un parco magnifico, la mia camera è a pianterreno. Di fronte trovo la stanza per la inalazioni che fanno bene alla mia gola. Colazioni, pranzi e cene, in camera, libera di me stessa. Spero di lavorare, e di riposare. Non è ancora decisa la data dell'andata in scena. Le richieste degli attori fanno spavento. Bisogna lasciarli un pochino così...e allora vengono a più miti consigli.
E poi, Certe commedie devo metterle in repertorio, però non mi piacciono.

PIRANDELLO - Ci sono autori che scrivono delle oleografie sceniche allo sciroppo di amarena. Ma servirà a dimostrare le varie facce della tua recitazione.

MARTA - Che mi dice della commedia che sta scrivendo per me?

PIRANDELLO - Io ci lavoro con passione, pure in mezzo a tante brighe che non ti dico. Qua a Berlino l'estate è finita. Piove e fa freddo, specialmente la sera...
"Come tu mi vuoi": il primo atto sarà tempestoso. Questa donna, per le condizioni del suo animo e della sua vita, deve poter diventare un'altra, "sinceramente": essere l'"altra", veramente "viva"; dimodoché, quando l'"altra" arriva, spenta, "morta" nell'anima, il sacrifizio di lei appaia, di fronte a questa "morta", il sacrifizio della vita, un sacrifizio vero e potente, non la conseguenza d'una finzione scoperta....

MARTA E' RIMASTA AD ASCOLTARE CON GLI OCCHI SPALANCATI ALL'INFINITO, IMMAGINANDO QUANTO PIRANDELLO DESCRIVE.

PIRANDELLO - Hai inteso ciò che ho voluto dire?

MARTA FA RIPETUTAMENTE CENNO DI SI'.

PIRANDELLO - Lascia fare a me: ci sono già dentro. Ma vorrei averti vicina! Ti giuro che mi faccio forza solo pensando che "debbo lavorare per finirti questa commedia". Se non farò piangere con questo lavoro, vuol dire che tutti i cuori saranno diventati di pietra.

MARTA SI TOGLIE L'ACCAPPATOIO E SI TRUCCA DAVANTI A UNO SPECCHIO.
IL SUO TONO E' SVELTO, PRATICO.

MARTA - Ecco l'elenco delle prime commedie che andranno in scena con la mia compagnia:
"Come prima, meglio di prima"... ,"Scrollina" - che era un successo della Duse -... , "La nostra compagna"... , "Due in una"... , "Giuoco delle parti"... e "La ragione degli altri"! In ogni piazza contiamo di mettere una novità. Sei piazze prima di arrivare a Torino, quindi sei novità...

SMETTE DI TRUCCARSI; IL SUO TONO DIVENTA INTENSO, PERVASO DI IMPAZIENZA MA INSIEME AFFETTUOSO.

Quando mi darà la sua, Maestro? "Come tu mi vuoi"... la mia commedia nuova!

SOSPIRA E TORNA AL TONO PRATICO, FINENDO DI TRUCCARSI.

Trattare gli attori diventa una cosa asfissiante, domandano paghe enormi e bisogna sudare sette camicie per farli tornare indietro nelle giuste proporzioni...Comincerò a Varese, il 19 di ottobre.

PIRANDELLO - Vorrei conoscere piazze e date, per poterti seguire, almeno col pensiero. In tre anni che siamo stati insieme, non mi sono stancato mai una sola sera di sentirti recitare!
Io continuo a stare a Berlino. Non è ancora sicuro se "Questa sera si recita a soggetto" la metterà in scena Max Reinhardt o Piscator, ma l'uno o l'altro è certo che la daranno.

MARTA PRENDE DELLE PAGINE SCRITTE A MANO, LE SFOGLIA E POI LEGGE LA PRIMA.

MARTA - "Come tu mi vuoi": "L'ignota....Carl Salter, scrittore....La Demente.. Primo atto, a Berlino, in casa dello scrittore Salter; poi in una villa presso Udine; dieci anni dopo la grande guerra europea". E' una storia di oggi!

PIRANDELLO - Sono ancora alle prese col secondo atto, che voglio più bello del primo... Debbo continuamente frenarmi, perchè m'avviene una cosa stranissima: vedo "così vive" le creature della mia fantasia, "così indipendenti da me", che non riesco più a contenerle nella composizione che debbo farne: mi scappano via per conto loro!; tendono a uscire dalle loro parti, a far altro, a parlar d'altro. Ricondurli alla loro azione nel dramma mi costa una fatica incredibile. Ma questo combattimento mi piace, basta soprattutto a farmelo piacere il pensiero che lo faccio per la mia Marta...

MARTA - Così la mia commedia va avanti bene, anche se quei signori personaggi vogliono fare di testa loro!...

PIRANDELLO - Io sarò a Varese all'apertura delle tue rappresentazioni, e spero di portarti il "Come tu mi vuoi". Vi lavoro ogni giorno, ma voglio che sia la più bella delle mie cose!

MARTA - Non precipiti e non lavori troppo, a detrimento della commedia... A Milano ho un gran daffare per concludere i contratti con gli attori, la sarta, e la tournée... Non è ancora cominciata la stagione, e già mi sento stanca da morire....

PIRANDELLO - Come per prodigio tutte le tue forze rinasceranno, davanti al pubblico che t'aspetta per ridarti il trionfo. Non è mai il lavoro che ci è "proprio", a produrre stanchezza, ma il restarne lontani per attendere a cose che non hanno nulla da fare con esso.

MARTA - Ormai è sera, me ne andrò a letto, sono stanchissima.

PIRANDELLO - Non posso muovermi da Berlino, sto aspettando il denaro che mi devono; senza quello non posso partire!
Tutti mi devono soldi, l'America, l'impresario, Bemporad per la pubblicazione di "O di uno o di nessuno", e Mondadori per "Lazzaro"... Non c'è verso di strappare un soldo!

MARTA STA PROVANDOSI UN ABITO DI SCENA NON FINITO.

MARTA - Sto compiendo uno sforzo di volontà incredibile, perchè sia tutto pronto in tempo...

PIRANDELLO INDOSSA LA FELUCA DA ACCADEMICO.

PIRANDELLO - Questa mattina alle dieci c'è stata l'inaugurazione dell'Accademia. Puoi immaginarti che "comparseria"! Io parevo un ammiraglio: ero - a giudizio generale - "il più elegante di tutti" - nato con la divisa. Entrando e vedendomi, Mussolini mi sorrise e mi salutò con la mano; poi salì sulla predella, e cominciarono i discorsi. Alle dodici, tutto finito. Domani sera partirò e verrò a trovarti.

SFERRAGLIARE DI TRENO CHE SFUMA IN APPLAUSI, CHE A LORO VOLTA SFUMANO IN UNO SFERRAGLIARE DI TRENO.
DURANTE QUESTA RAPIDA SERIE DI SEQUENZE, PIRANDELLO ABBRACCIA MARTA, CHE POI SI INCHINA AGLI APPLAUSI CALOROSI DI UN INVISIBILE PUBBLICO A CUI SI UNISCE PIRANDELLO; INFINE MARTA ABBRACCIA PIRANDELLO CHE SI ALLONTANA DA LEI E SI GETTA A SCRIVERE AL TAVOLINO.

MARTA - E già tutto è passato. Siete di nuovo lontano. Voi Vienna, Berlino...E io Bergamo... Pavia... Cremona... L'impresa che ci ha invitato sosteneva che le commedie di Pirandello non piacciono al pubblico, e invece sono state quelle che hanno avuto il maggior successo e gli incassi più alti!

PIRANDELLO - Sto finendo la commedia per te. Nessun momento della mia vita è stato più tempestoso di questo. Come non mi scoppia la testa, non lo so.

MARTA - Maestro, stia tranquillo, e pensi soltanto alla mia bella commedia.

PIRANDELLO PASSEGGIA IRATO.

PIRANDELLO - Come posso pensare alla commedia, quando vedo com'è recitato il mio teatro!...Se sapessi com'è ridotta la parte di Sara, la "tua" Sara nel Lazzaro, ora che la recita la Melato! Una lavandaia! Abituato a te, è uno strazio sentire il mio teatro interpretato da altri. Cento volte meglio che muoia e non se ne parli più!

MARTA - Capisco Maestro il momento terribile che attraversa e non so che darei per alleviarla...Se le è tanto faticoso finire la commedia, posso tornare a dare il "Lazzaro"..

PIRANDELLO ASCOLTA IL TICCHETTIO DI UNA SVEGLIA.

PIRANDELLO - La tua sveglietta vorrebbe confortarmi col suo ticchettìo. Perchè sono tornato a Berlino? Non lo so! Non vedo più la ragione di nulla....Sono arrivato stanchissimo del lungo viaggio, dopo essermi dibattuto tutta la notte nella cuccetta. Le condizioni dei teatri a Berlino sono spaventose. Sei teatri hanno chiuso. Reinhardt tira avanti stentatissimo. Si sta meglio in provincia. E il successo di "Questa sera si recita a soggetto" a Könisberg è straordinario, la risonanza in tutta la Germania, grandissima. Intanto, la tua commedia, io continuo a scriverla....

PIRANDELLO SUSSURRA L'INIZIO DELLA BATTUTA.
MARTA E' PROTESA AD ASCOLTARE.

PIRANDELLO "...inutile, inutile, debbono aver sempre ragione i fatti terra terra! Con l'anima ti puoi levare un momento, uscir fuori, su da tutto quello che di più orribile....".

MARTA PROSEGUE LA BATTUTA.

MARTA - "...che di più orribile t'aveva potuto far provare la sorte: sì, vola, ricrea in te una vita: quando te ne senti tutta piena - giù - devi scendere, devi scendere nei fatti che te la pestano, te la insudiciano, te la schiacciano - gl'interessi, gli attriti, le contese...".

PIRANDELLO - Tu stai recitando, Marta mia, un lavoro nel quale con tutta la forza della tua anima gridi e dimostri che la "verità vera" non è quella dei fatti, ma quella dello spirito.

PARLA CON DIFFICOLTA', SFORZANDOSI DI SUPERARE IL PUDORE.

Ora, nel caso nostro, la "verità vera" è questa: che il tuo vero padre sono io, e che tu sei la creatura mia, di cui tutto il mio spirito vive con la potenza stessa della mia creazione.
E la "verità vera" è che io non sono vecchio, ma giovine, il più giovane di tutti, così nella mente, come nel cuore; così nell'arte, come nel sangue, nei muscoli e nei nervi.
Io sono te, come tu mi vuoi; e se tu non mi vuoi più, io non sono più nulla, e vivere non m'è più possibile.

MARTA SCUOTE IL CAPO CON DISAPPROVAZIONE, POI PRENDE FRA LE BRACCIA UN MAZZO DI MIMOSE E PARLA CON UNA FORTE DETERMINAZIONE A CAMBIARE ARGOMENTO, IGNORANDO LA DOMANDA DEL MAESTRO.

MARTA - Ritorno ora dopo la prova a teatro e una passeggiatina in carrozzella. Parte di Messina è ancora a baracche, che miseria! povera gente! Il terremoto ha lasciato un segno tragico...
Ho ricevuto le sue lettere, tante, tutte in una volta! Una indirizzata ancora a Salerno, all'albergo Santa Lucia, due al Teatro Savoia, e altre mandate già qui... Io non so come fare a rispondere a tutte le sue lettere che sono volumi di parole inutili che mi fanno star male. Mi preme invece la sua salute. Lei deve star bene, ed essere contento di vivere e di creare.

VOCI IN TEDESCO DI ATTORI CHE STANNO PROVANDO "QUESTA SERA SI RECITA A SOGGETTO".

PIRANDELLO - Qui a Berlino sono nel più ardente fervore del lavoro, e mi sento di nuovo come un Dio! E se muoio in questo momento non importa, muoio in piedi, lavorando!

LE BATTUTE SI ACCAVALLANO ALLE FRASI DI PIRANDELLO.

Il lavoro è straordinariamente vivo come alla lettura non si suppone nemmeno: appena si tocca, vibra, si muove tutto, balza, schizza, non si sa più come contenerlo, trova in se stesso nuovi motivi di sviluppo, non si fa a tempo a corrergli dietro; e io godo, godo un mondo a vedere che qua c'è da cogliere un cenno e là da seguire una traccia insospettata... Vien da ricrearlo tutto momento per momento, come un miracolo di vitalità. Bisogna vedere la commedia con questi attori e l'apparato scenico e tutti gli effetti di luce che ha ideato l'Hartung, meravigliosi!...Io l'aiuto con tutte le mie forze. Tolgo, aggiungo, vi mescolo dentro tutta la mia vita, con la fantasia in fiamme e il cuore in tumulto.
Poi, tornato a casa, altro lavoro, diverso. I "Giganti della montagna" che prendono corpo gigantesco.
Tu certo non ti ricordi più quella mia novelletta "Il figlio cambiato". Se sapessi com'è diventata, entrata a far parte del "mito"!
E' la storia di una madre che crede che il figlio le sia stato cambiato, quando aveva sei mesi...
C'è in tutta l'Italia meridionale la credenza popolare che le notti d'inverno e senza luna, vadano per l'aria certe streghe dette " le donne", che si introducono nelle case per la gola dei camini e alle povere mamme che dormono tolgono i bambini o intrecciano loro sul capo certe treccine che non si possono più disfare, e guai a toccarle col pettine o a tagliarle con le forbici: il bambino ne morrebbe!...

MARTA TIENE FRA LE MANI UNA CAPPELLIERA.
MENTRE PARLA NE TIRA FUORI DEI CAPPELLI CHE ANDRA' VIA VIA PROVANDOSI.

MARTA - Eccomi finalmente a Palermo all'Hotel des Palmes!
Stasera debutteremo in quattro compagnie! Io, la Falconi, una compagnia d'operette e riviste, e il Massimo aperto! Dio ce la mandi buona!
Quindici giorni, cambiando lavoro tutti i giorni, e il venerdì manderò su il "Come tu mi vuoi", per replicarlo, quello sì, sabato e nei due spettacoli di domenica! I prezzi sono bassi. Io però li ho fatti aumentare per la novità. Se verranno paghino!

PIRANDELLO - Nessuno può detrarti ciò che ti spetta di fama, per ciò che sei e per ciò che fai! Non hai bisogno nemmeno della mia arte per vivere! La mia arte per vivere ha bisogno di te!

MARTA - Ieri sera enorme successo con il "Come tu mi vuoi"! L'incasso ha fruttato seimila lire, che è già molto per l'andamento della stagione che è disastroso, e non solo noi, ma anche la compagnia Falconi al Nazionale: da noi c'era più gente che da loro, con le pochades che piacciono tanto a questi signori siciliani!

PIRANDELLO - Ti devo tutto, Marta mia. E se t'ho fatto soffrire, il mio pentimento è senza fine. Tutta la colpa è di questa mia cattiva gioventù che non vuol passare....Sento il mio corpo gemere, parlare..

MARTA - Io sono così stanca, così esaurita...Per favore, mi scriva soltanto cose della massima importanza!

PIRANDELLO - Non sei più mia, Marta, lo so, lo so. E l'unica cosa della "massima importanza" è per me proprio questa, e tutto il resto è nulla. Per ora, abbi la carità di lasciarmi scrivere. Tanto, per te, è come se non t'avessi detto mai nulla. Non mi rispondi nemmeno una parola. Parliamo dunque di cose della "massima importanza"...

MARTA - Sul "Corriere" leggo la notizia della prossima rappresentazione a Berlino del "Questa sera si recita a soggetto"...

PIRANDELLO - Sì, a Berlino l'interesse per le cose mie cresce sempre più. Bisogna far grandi danari. Lavorare, lavorare...scrivere! "I Giganti della montagna"...e poi un'altra diavoleria, che già mi balena...Una donna rossa...

MARTA SI RIPRENDE DALL'APATIA, SUBITO SI FA ATTENTA.
PIRANDELLO GIOCA A SVELARE IL MISTERO DEL NUOVO PERSONAGGIO PER LEI.

MARTA - Una donna...rossa!?

PIRANDELLO - ...di sogno...la felicità...con un poeta, pupazzo di pezza, che ha una moglie pazza..

MARTA - Una moglie...pazza?!

PIRANDELLO - ...che lo affoga in un pozzo.

MARTA - In un pozzo?!

RIDONO TUTTI E DUE. IL MOMENTO DI CRISI E' PASSATO.

PIRANDELLO - Staremo a vedere! La mia fantasia non è mai stata tanto fertile...Ma l'anima mia è in un'ansia terribile...come in preda a un vento che non so dove mi debba portare...Al porto della felicità? Ma quella moglie pazza...Forse la mia morte è vicina.

MARTA SI AVVILUPPA IN UNA PELLICCIA.

MARTA - Qui fa ancora freddo, della sua Sicilia non c'è da fidarsi, e le sere tiepide non le ho ancora sentite, metto sempre la pelliccia.

PRENDE UN FASCIO DI BIGLIETTI DA VISITA.
SI ADAGIA SULLA CHAISE-LONGUE IN UN MOMENTO DI CONFIDENZIALE CHIACCHIERA.

Negli ultimi giorni di Palermo sono stata assediata d'inviti.
Un pomeriggio a un the su una delle navi da guerra tedesche che hanno fatto una crociera in Italia. Grande amicizia ora con i tedeschi, balli, i cannoni inghirlandati con le nostre bandiere - Dio che impressione! - e gli ufficiali tedeschi a offrire bibite, sigarette alle signorine italiane... La consolessa germanica, contessa Luxemburg, presa d'improvvisa simpatia per me, voleva che recitassi! Ma io la sganciai così bene che non mi trovò più!
E il barone La Lomia, conosciuto nella nostra tournée a Girgenti, l'ho ritrovato qui: diviso dalla moglie! e in via di separazione, perchè pare che sia venuto a scoprire che lei era forse al decimo amante!

SI ANIMA AL RICORDO DEL TRIONFO.

La compagnia Falconi, ho poi saputo che è fallita in pieno. La Borboni non è piaciuta come attrice, e questo si poteva capire!, ma non è piaciuta neanche come donna! Pare che io invece sia stata per il gusto dei siciliani...

POI, VEZZOSA, CURIOSA, ARRIVANDO ALL'ARGOMENTO CHE LE STA A CUORE.

Ma questa Veroccia, com'è?

PIRANDELLO- Veroccia, appena sui vent'anni, rossa di capelli...nasino ritto...occhi sfavillanti...tutta un fremito...

MARTA METTE UNA PARRUCCA ROSSA E SI AVVICINA A PIRANDELLO.
I DUE SONO UNO DI FRONTE ALL'ALTRA.
MARTA BEVE AVIDAMENTE LE PAROLE DEL MAESTRO.

A lui non darò nome. Un personaggio...anonimo.... Tre stelle per indicare le sue battute. Un "qualcuno", e basta!
Questo "Qualcuno" vuol farsi beffe di chi lo crede un vecchio. Scrittore sì, e di fama, però vecchio!

MARTA RIDE AMMICCANDO.

MARTA - Aaahhh! Di fama, però... vecchio!

PIRANDELLO - Vecchio, sì. E pubblica un libro di poesie firmando con il nome inventato di un poeta, giovane e bello, che vive lontano...Tutti lo acclamano, questo poeta. "Dèlago! Dèlago!".

MARTA GLI FA ECO.

MARTA - "Dèlago! Dèlago!"...

PIRANDELLO - E il vecchio, lo considerano superato... Ma lui si sente quel Dèlago. Sono gli occhi di Veroccia che lo hanno guardato incantati a farlo sentir giovane ancora...Lei dice...
"Tu vecchio? a chi vuoi darla a intendere? tu ardi!"
Scoprono che Dèlago è lui. E allora non apprezzano più quelle poesie che erano parse a tutti il superamento dell'autore vecchio:
"Ah basta, sì! - dicono - Perchè per noi il poeta deve essere prima di tutto un uomo, - vivaddio! Non carta stampata - SANGUE - PERSONA". E lo scrittore allora grida indignato:

PIRANDELLO-QUALCUNO - "E qua non c'è un uomo? Qua non c'è sangue? Gioventù è per voi numero d'anni, non prerogativa di spirito? Ah questo è immorale, per la vostra moralità che si sente burlata? - Ebbene, e allora, quand'è così - sì - io v'ho burlati!".

MARTA E' PRONTA A DARGLI LA BATTUTA. INVENZIONE ARTISTICA E REALTA VISSUTA SI FONDONO.

MARTA-VEROCCIA - "E io, allora, una burla! T'ero dunque servita per questo io? E allora che cosa poteva importartene, se ti restavo io? se avevi me? Io che non ti mancavo? Io che m'ero data a te tutta - tutta - e tu lo sai - tu che non hai voluto, vile...- tu lo sai che m'ero data a te tutta, e non hai avuto il coraggio di prendermi, di prenderti la vita ch'io t'ho voluto dare - per te, per te che soffrivi di non poter più nemmeno sperare di averne. L'hai avuta da me e hai accettato che dicessero burla? Ah,vile...vile...vile..."

PIRANDELLO - "Veroccia scoppia in un pianto convulso e fugge via.

MARTA SE NE VA D'IMPETO STRAPPANDOSI LA PARRUCCA.

PIRANDELLO - Ora che è rimasto solo, il protagonista, 'Qualcuno', può parlare con tenerezza infinita a Veroccia, come se fosse ancora là presente".

PIRANDELLO - QUALCUNO - "Eh, lo so...tu mi volevi ancora vivo, come te...Ed eri pronta a tutto...
E ora mi rinfacci il male che non t'ho fatto...Ma io non dovevo fartelo, perchè non ero più vivo come te, e la vergogna dentro, come d'una oscenità, di sentirsi, con quell'aspetto di vecchio, il cuore ancora giovine e caldo.
Ti sei preso, cara, di me l'ultimo momento vivo; ma pensaci! pensaci! come te ne saresti consolata? Solo col dirti che quest'ultimo momento non era quello d'un vecchio qualunque, ma d'uno che era QUALCUNO - a cui tutti i momenti, quelli di tutta una vita, eran serviti per divenire appunto QUALCUNO - qualcuno che non può più vivere, cara, non può, se non per soffrirne".

GRIDA.

"QUALCUNO, VIVO, NESSUNO LO VEDE!".

COMMEDIA E VITA SI CONFONDONO.

"Quando si è QUALCUNO, bisogna che al momento giusto...si decreti la propria morte, e si resti chiusi - così - a guardia di se stessi".

APPLAUSI. MARTA SI TRUCCA E SI STRUCCAALLO SPECCHIO.

MARTA - Ieri sera con la popolare "Vestire gli ignudi" fu un trionfo per pubblico e per successo!
Non so quante volte mi sono presentata alla ribalta. Alla fine hanno anche chiamato il mio maestro... Ma il mio maestro era lontano!
Stasera altra popolare al Valle con il "Come tu mi vuoi". Ma gli incassi, anche il sabato e la domenica, sono bassi! Non hanno voluto fare nessuna réclame, dicono che costa troppo cara.
E' venuto a trovarmi in camerino il signor Stefano Pittaluga. Mi ha proposto di fare un film sonoro...

PIRANDELLO - Negli stabilimenti della Cines stanno girando un film tratto da una mia novella, "In silenzio". Lo chiameranno "La canzone dell'amore". Chi sa che porcheria ne verrà fuori! Io comunque mi sono bene salvaguardato. Metteranno che il film è "tratto liberamente" dalla novella.
E tu, vuoi confonderti con quel pidocchioso cretino di Pittaluga? La Paramount vuole fare film italiani. E vuole te come attrice!

MARTA - Eh! maestro...il cinema!... Chissà se ne farò mai...Hollywood, forse...Ma in Italia... Quante attrici si affollano a questa nuova musa...E appoggiate lei sa da chi... Noi siamo fatti per il teatro, caro maestro. Il teatro, nostra gioia e nostro tormento.

SI STIRA, SI ALLUNGA SULLA CHAISE-LONGUE..

Sono tanto stanca...Buona notte, maestro...

PIRANDELLO STRINGE NERVOSAMENTE UN SUO TACCUINO, MENTRE PARLA LO VA SFOGLIANDO.

PIRANDELLO -Sono alle prese coi "Giganti". Ci penso da anni. Ma chissà, Marta, se ti interessa......
Ho trovato il nucleo del dramma, mi ha risolto tutto. E' la favola del figlio cambiato! La compagnia della Contessa ne farà un po' al prim'atto, davanti a Cotrone e ai suoi "scarognati", e un po' al terz'atto davanti ai Giganti.

MARTA SI PREPARA CON ALLEGRA PREMURA.

MARTA - Qui a Brescia non si fa nulla. Ieri sera con il "Come tu mi vuoi" s'è rialzato un po', duemilanovecento d'incasso, ma ciò che rimane sono miserie.

PIRANDELLO - Per non morir di fame la Duse dovette andar raminga per il mondo fino in America. Per essere glorificata e quasi santificata le toccò prima di morire, e d'una atroce morte tra il fumo e il fracasso di una città di là dall'Oceano...
Toccherà anche a me di lasciare un giorno chi sa dove, le ossa. E soltanto allora l'Italia rimpiangerà lo scrittore combattuto e amareggiato, a cui nulla fu mai concesso se non a denti stretti e con le pugne serrate dal dispetto. Mi dispiacerà allora di non poter più alzare la testa dalla mia cassa per tirare uno sputo in faccia ai miei postumi esaltatori.

MARTA - Oh maestro non si abbatta! C'è ancora, grazie a Dio, il suo pubblico in Italia che l'ama.

E NOTTE. LONTANO, UNA CANZONE TEDESCA.
PIRANDELLO SCRIVE. TORNA LA LUCE A POCO A POCO.

PIRANDELLO - Sono rimasto a lavorare tutta la notte.
Alle tre ho cominciato a vedere ai vetri delle finestre dello studio la prima trasparenza dell'alba, come un mistero che provasse a rivelarsi da lontano lontano, incerto se la rivelazione si sarebbe poi interamente compiuta.
Le case nere dell'altra parte della grande piazza di Lützow parevano profili di monti su quel primo chiarore; e io ho avuto di quest'alba lo stesso sentimento che ebbi di un'altra, ormai tanto remota, che mi s'affacciò ai vetri di un finestrino di treno, mentre viaggiavo, e lontane, all'orizzonte, c'erano ancora nere alcune colline. Un sentimento di misteriosa e profondissima pena. Pena per tutta la vita condannata ogni giorno a ridestarsi dal sonno smemorato della notte.
Il beneficio del sonno m'era questa notte negato; e il viaggio... non era tutto un viaggio, senz'arrivi, senza requie, la mia vita?
Qua seduto davanti alla scrivania, in una casa straniera, lontana, io senza più casa sulla terra, senza più un letto mio su cui dormire, l'alba, come dai vetri di quel finestrino di treno che era corso tutta la notte, m'ha sorpreso ugualmente insonne, questa notte, dai vetri delle finestre del mio studio.

SFERRAGLIARE DI TRENO.

PIRANDELLO - Sono a Parigi, al Vendôme, e ho la stanza numero 5...

MARTA - Anch'io avevo la stanza numero 5!...

PIRANDELLO-...la stessa che occupavi tu, e dormo nello stesso letto su cui tu dormisti durante le tue vacanze parigine. E ho presente la tua immagine d'allora, il cappello di paglia, l'abitino bianco e azzurro con la mantelletta...Ti vedo davanti alla finestra, sdraiata sulla greppina... mentre parli con quell'odiosissimo impresario che ti mangia con gli occhi di smalto da finto mago impostore...

MARTA SORRIDE SMAGLIANTE.

PIRANDELLO - ... e soffro a notare che tu gli sorridi....La mia disgrazia è proprio questa, di notar tutto e di soffrire di tutto... mentre non dovrei dare nessunissima importanza a cose che per te non ne hanno nessuna...
Ma quando la dedizione è così intera e assoluta e non si vive più che della vita che c'è data da un'altra persona, accade pur troppo così! Per questo, Marta, tu devi perdonarmi e non offenderti.

MARTA - Non mi offendo, e non devo perdonarla....

PIRANDELLO - Qui mi stanno facendo un mondo di feste. Ma a chi le fanno? A un morto. Vogliono tutti avere i miei lavori. Dullin all'"Atelier", Pitoëff al "Théâtre des Arts" si disputano "Ce soir on improvise". Poi c'è la Falconetti - quella di "Santa Giovanna", che adesso ha un teatro tutto per sè e vuole "Come tu mi vuoi"...

MARTA - "Come tu mi vuoi" fatto da un'altra?!

PIRANDELLO - Parigi ritorna ad essere mia.

MARTA APPARE IMPELLICCIATA, IL CAPPELLO CON LA VELETTA.

MARTA- Torino è così fredda! La sento più fredda ancora perchè è capodanno, e io sono così triste e sfiduciata!...Eppure, devo recitare, ci vuole forza...
Il "Come tu mi vuoi", un successo, come sempre. Ma il Carignano, com'è stato difficile riempirlo, mentre la Merlini recita all'Alfieri! Alla vendita dei biglietti la pianta del nostro teatro l'avevano messa via, c'era soltanto quella dell'Alfieri..."Marta Abba, no, no, pirandelliana...Merlini, Merlini!" e di quelli non c'eran più biglietti! Alla sera si compì il miracolo. Forse fu Iddio ad aver compassione di me, incasso settemila lire!
E allora dopo lo spettacolo, ho voluto brindare...anche contro l'avversa fortuna, ai miei cari e al mio maestro lontano... e dentro al Cambio...il ristorante vicino al teatro...io allegra ho brindato, assieme alla mia mamma e al mio papà. Ho brindato a lei, maestro, l'orologio del ristorante segnava le dodici meno un minuto! Ma poi mi sono accorta che l'orologio era fermo. Erano le dodici oppure erano passate da poco? Chi lo sa! Ma il mio saluto e il mio augurio per lei, c'era....

MARTA RIMANE ESTATICA, UNA COPPA FRA LE MANI.

PIRANDELLO - Qui a Parigi i contratti vanno bene. Sai che li cura Torre. E ieri sera è venuto da me insieme al suo segretario e alla signorina Paola Masino, la giovane amica di Bontempelli che adesso sta in Egitto a tener conferenze.
Alle dodici in punto si è sturata una bottiglia di champagna. E tu devi sapere a chi, bevendo, io abbia tenuto fermo, fermo, il pensiero, il cuore, l'anima, tutto me stesso...

SI VERSA UNA COPPA DA UNA BOTTIGLIA DI CHAMPAGNE.

Una cosa è strana. A un certo punto della serata, mentre ascoltavo le chiacchiere che quei tre facevano intorno a me, mi son sentito dentro come chiamare "Maestro!" con la tua voce. Tanto che m'è venuto istintivamente di guardar l'orologio. Erano le undici e cinque minuti. Forse era il tuo pensiero che mi chiamava, perchè quando qua in Francia sono le undici e cinque, in Italia è mezzanotte precisa. Ma hai pensato tu a me a mezzanotte veramente?

PIRANDELLO E MARTA, (alzando le coppe insieme) - Auguri!

PIRANDELLO - Ero tornato per pochi giorni a Berlino, dovevo concludere dei contratti rimasti in sospeso. In treno per combinazione ho incontrato Asta Nielsen col marito russo Grigori Thmara, anche lui attore. Questo Thmara mi si presenta nello scompartimento con il "Come prima" in tedesco, e mi prega di apporvi la firma per l'attrice Asta Nielsen, che è danese ma recita anche in tedesco; mi disse che era sua moglie e stava studiando questa mia commedia per portarla in tournée in Danimarca e in Scandinavia, dopo la Germania. Ne fui lieto; apposi la firma, e poco dopo mi vidi comparire Asta Nielsen in persona, che veniva a ringraziarmi per la dedica. L'ho invitata a colazione a Montmartre per stamattina. E di là ti abbiamo mandato una cartolina illustrata...
perchè naturalmente si è parlato di te come della "vera" creatrice del personaggio di Fulvia Gelli...

MARTA E PIRANDELLO, VICINI, SI FISSANO INTENSAMENTE, SI SFIORANO, STANNO PER BACIARSI POI SI ALLONTANANO COME INTIMORITI DA QUELL'INTENZIONE.
SI PARLANO SOTTOVOCE, DI SCHIENA L'UNO ALL'ALTRO.

PIRANDELLO - Il pensiero di perdere un solo momento senza vederti subito al tuo arrivo mi fa star male...
Vedendomi, tu mi domanderai...

MARTA ,( in un soffio) - Maestro, come sta?

PIRANDELLO - E io con la bocca ti dirò una menzogna..."Bene".
E la verità l'avrò negli occhi.

SI AVVOLGE NEL LENZUOLO.

Me ne andrò. Devo morir solo: voltare la faccia al muro e chiudere gli occhi per sempre, se non voglio più vedermi e sentirmi attorno questa disperata solitudine e quest'orrendo abbandono.

MARTA REAGISCE AL MOMENTO DIFFICILE. IL SUO TONO E' FORZATAMENTE PRATICO.
PIRANDELLO INVECE CONTINUA IL TONO ACCORATO.

MARTA - Maestro, pensi alla mia nuova commedia...

PIRANDELLO - Per seguitare a lavorare, bisogna ch'io pensi che tu sei sempre la stessa per me. Se mi s'affaccia la certezza che tu con la mente e col cuore già ti sei distaccata, ogni luce si spegne nel mio cervello e la mano mi casca sulla carta, inerte come una pietra.

MARTA - Perchè maestro si stanca così tanto? ..Lei ha la febbre del lavoro!

PIRANDELLO APRE UN TELEGRAMMA.

PIRANDELLO - Mi è arrivato dall'America un telegramma che m'annunzia il grande successo della ripresa dei "Sei personaggi"....

MARTA, (d'impeto) - Come amo la "Figliastra"! Lo rimetterò in scena appena possibile!

PIRANDELLO - Recitano a New York, al teatro della quarantanovesima strada, messi in scena dal Van Dyke.

MARTA - E io sono arrivata a Napoli! E' la città che ama più di tutti il mio teatro.
Darò "L'amica delle mogli", "La vita che ti diedi", "Vestire gli ignudi", "La ragione degli altri"... Certe scene che non avevano mai avuto applausi, qui il pubblico mi ha fatto addirittura delle ovazioni...
E' un momento felice!, un momento di gioia!...

SI MUOVE GIOIOSAMENTE CON MOVENZE DI DANZA.

PIRANDELLO - L'azzurro dei tuoi occhi... Le fiamme dei tuoi capelli... tutto l'oro delle tue carni...
Appena ti tuffi nel Mezzogiorno, tu ti esalti...Io ne godrei come dell'esaltazione stessa di tutto il mio sangue nativo e della mia anima, se non avvertissi che invece ti alieni da me.
Non farmi odiare Napoli!

MARTA ALZA LE SPALLE.

MARTA - Mi fermerò a Napoli ed è una fortuna. Per tutta la settimana è andata a teatri buonissimi, e la matinée, un teatrone! Pensavo di aggiungere i Sei personaggi,...- perchè sì a New York, e non io, che "sono" la Figliastra? - ma non ho con me gli abiti, la porta di legno, la vasca...

UN TELEGRAMMA. MARTA LO LEGGE INTERROGATIVA.

PIRANDELLO - Il mio telegramma deve esserti sembrato strano. Ma è così. Vuoi venire a Parigi a recitare?

MARTA - A Parigi? A recitare? A recitare in francese?!

PIRANDELLO - "L'uomo, la bestia e la virtù": al teatro Saint Georges vogliono cominciar subito le prove. Una distribuzione di prim'ordine, con grandi attori per le due parti maschili. Ma c'è una discussione interminabile sulla scelta della prima attrice...

MARTA - ... per la virtuosa signora Perella"! L'ho recitata, ma era una parte comica, non era proprio del mio genere!

PIRANDELLO - Lo so! E loro discutevano, discutevano!... Finchè il direttore del teatro salta su a domandarmi se non si poteva avere la signorina Marta Abba, sapevano che tu l'avevi interpretata.

MARTA - Ma io non ho mai recitato in francese...

PIRANDELLO - Anch'io lo dissi subito... Ma "non era una ragione" - ribattevano loro -; avresti potuto imparare, e per l'accento, anzi sarebbe stato una grandissima attrazione col nome di Marta Abba...

MARTA - La parte non è di quelle che danno l'impronta del passaggio di un'attrice...

PIRANDELLO - Dissi che non era una parte per te, abituata a viverne sulla scena di ben altre!... Ma tutti insistevano che sapevano per fama chi tu eri, e che la grande personalità di un'attrice si può rivelare in qualsiasi parte...

MARTA - A Parigi eravamo venuti con la nostra compagnia, Maestro, e io ero la "Figliastra"! :"La Abba... - scrissero - ha il senso degli atteggiamenti misteriosi...Ride con naturalezza...e piange...o piuttosto geme, come raramente si piange in teatro..."

PIRANDELLO - Certo la parte è quella che è, ma l'occasione è forse da acciuffare.

MARTA - Recitare a Parigi in una commedia del mio grande Maestro, e fare un successo vero. Questo è ciò che conta.

PIRANDELLO - Parigi è sempre la gran vetrina del mondo...

MARTA - La vita è fatta per chi osa. E io devo "osare"!

MARTA SI TRUCCA DA SIGNORA PERELLA.
PIRANDELLO LEGGE UN COPIONE.
I DUE SONO VICINI. INIZIA LA PROVA.

MARTA - PERELLA - Mi...mi sono acconciata...".

PIRANDELLO-PAOLINO - "Ma che acconciata! No! Ci vuol altro!"

MARTA-PERELLA (guardandosi addosso) - "Perchè?"

PIRANDELLO-PAOLINO - "Mais parceque, comme ça...non! Ça ne va pas!"

MARTA-PERELLA - "Il faut faire plus? Dieu sait combien ça m'a couté!"

PIRANDELLO-PAOLINO - "Je vois bien! Mais ça ne va pas, mon coeur! Tout dépendra du premier coup d'oeil! Je comprends bien que ça doit t'avoir couté! Mais ce n'est pas encore suffisant".

MARTA-PERELLA - "Mon Dieu! Et alors, comment?"

PIRANDELLO-PAOLINO FA UN GESTO A DIRE " DI PIU'!".

MARTA-PERELLA - "Plus... plus décolletée?".

PIRANDELLO - PAOLINO - "Plus! Oui, plus! Bien plus!".

MARTA-PERELLA - "Non... non... mon Dieu!".

PIRANDELLO-PAOLINO - "Il faut que tu te fasses un peu violence!"

MARTA-PERELLA - "Non...non...Gran Dieu, Paolino, qu'est-ce que tu me dis là? Et d'ailleurs, ce serait inutile, crois-moi: il n'y a jamais fait attention!"

PIRANDELLO, (smettendo di leggere) - Lo vedi? Sei già tutta nella parte! Passato il primo momento, non avrai da faticare...

MARTA SI GETTA IN UN TURBINE DI BATTUTE, ESPRESSIONI GROTTESCHE, GESTUALITA' ESASPERATE, NEL FRANCESE CHE NE ESORBITANTE LA CARATTERIZZAZIONE.
PIRANDELLO LA OSSERVA, COME TROVANDOSI DIETRO LE QUINTE.

MARTA-PERELLA - "Ah non! Tant que ça?...Mais pas autant!... Non!...En accroche-coeur? Mais Grand Dieu, comment, en accroche-coeur? Pourquoi?...Je n'ai plus une goutte de sang dans les veines!...La honte m'aidera, Paolino!...".

APPLAUSI E GRIDA DI ENTUSIASMO.

VOCI - C'est extraordinaire! Bravo! Bravo!
- Merveilleuse! Bravo!

SFERRAGLIARE DI TRENO.
MARTA SI TOGLIE IL TRUCCO DA SIGNORA PERRELLA.

PIRANDELLO - E sei di nuovo lontana! Ti ho seguita col pensiero lungo tutto il viaggio...Non so quante volte ho consultato l'orologio per argomentare dall'ora il punto dove potessi essere arrivata.. Sono stato fino all'una e mezza a tavolino, senza sonno...
E questa mattina ho lavorato alla commedia per te.

MARTA - Davvero, maestro? L'ha cominciata da tanto tempo!
Oh! Non vedo l'ora di averla tra le mani!

PIRANDELLO - Vorrei che fosse degna di te. Ma devo prima adempiere ad un compito che mi sono proposto. Non per me, ma per il nostro paese... I teatri regionali. Da anni il progetto continua a girarmi per il capo!
Farò di tutto per parlare a Mussolini, "bisogna", ch'io abbia ancora questa forza, per quest'opera di bene, prima di sparire dalla scena! E devo farmi ricevere da lui, perchè gli altri... promettono promettono, e poi non si arriva a capo di nulla.

MARTA - Mussolini si circonda di mediocri.

PIRANDELLO - Attorno a lui c'è un livello di teste che gli arrivano appena appena al ginocchio.

MARTA - Sì, è Mussolini che lei dovrebbe incontrare!...

PIRANDELLO - Bottai e i suoi compari stimano il mio teatro contrario a tutte le idealità del Regime. Sono così contenti che io stia fuori d'Italia!...

MARTA - Anch'io fuori sono stata bene! Però voglio ancora lavorare per il pubblico italiano.
Ripenso al nostro successo a Parigi: dopo una vittoria così bella, perchè non andare a rendere omaggio al Duce?

PIRANDELLO - Segui l'impulso del tuo animo.

MARTA - Mi riceverà?

PIRANDELLO - Ti riceverà, si congratulerà con te... e sarà tanto il piacere di vederti che non vorrà guastarlo con altre domande.

MARTA - Perchè è così difficile riuscire a fare un teatro d'arte, un teatro come noi lo vogliamo?

PIRANDELLO - Nel mondo del teatro la fitta rete degli interessi coalizzati è ormai intrecciata in tal modo con la creazione della Corporazione dello spettacolo, che non sarà più possibile sfondarla e penetrarvi. Mussolini stesso l'ha lasciata fare per trovarsi dietro un riparo. Rimanda alla Corporazione, e se ne lava le mani.

MARTA - Allora non andrò.

PIRANDELLO - Tu vuoi il giusto, e ami l'arte. Gli altri ti detestano per questo e non ti vogliono, come detestano e non vogliono me....
Ma io, con loro, mi sentirei debole e vinto, anche se mi offrissero la bacchetta del comando; mentre, così solo, mi sento forte. E morto, anche più forte che vivo.
Per fortuna dopo la cronaca c'è la storia. Bisogna aver schifo della cronaca. L'opera, se viva, resta nella storia.

MARTA - Caro Maestro, credo che se "lui" mi ricevesse, questo potrebbe mettere a posto tante cose...

PIRANDELLO - Forse potrai sapere che vento spira in alto per noi...
Ma io, non resisto più a vivere così. Tutto il fuoco che è ancora in me, tanto, tanto, serve solo per bruciarmi l'anima. E non è meglio allora spegnerlo per sempre?

MARTA LEGGE UN TELEGRAMMA.

MARTA - " Sua eccellenza capo governo la riceverà a Palazzo Venezia mercoledì tre febbraio ore diciotto stop".

PIRANDELLO - Non so quale risultato possa venirti dall'incontro con lui, oltre alla semplice soddisfazione d'esser ricevuta.
Ogni transazione degrada. Cercare aiuti è ancora peggio, tanto vale consegnarci nelle mani dei nostri nemici che ci tratteranno come stracci da calpestare o da buttare in un canto con una pedata. ..

MARTA SI AVVICINA A PIRANDELLO.
UNO DI FRONTE ALL'ALTRA, I DUE DIALOGANO VALUTANDO LA SITUAZIONE.

MARTA - Mi domandò delle commedie e quante rappresentazioni avevamo fatto, e perfino quanto avevo guadagnato. Lui sa ormai soltanto ciò che gli vogliono dire.
Subito dopo, venuti a parlare di lei, ha detto:
"Io gli ho reso tutti gli onori perchè lo stimo un genio, ma ha un brutto carattere".

PIRANDELLO - Chi non accetta quanto si perpetra oggi in italia a danno dei valori morali e spirituali, ha "un brutto carattere".

MARTA - Oh! allora anch'io ho un brutto carattere!

PIRANDELLO - Ma ne avrai uno bellissimo quando ti accomoderai a tutte le camorre, e farai quello che loro t'imporranno.

PASSEGGIA CON CRESCENTE IRRITAZIONE.

"Brutto carattere" veramente questo Pirandello, che seguita intanto a dir bene di Mussolini, a esaltarlo come un salvatore del suo paese!

MARTA - Maestro, lei sa come la pensi io! Non si inquieti così!

PIRANDELLO - Sì, lasciamo andare! Io ho per me bisogno di levare in alto il suo mito; anche se lui mi dice che ho "un brutto carattere". Questo mio brutto carattere io me lo tengo, qualunque sacrifizio mi possa costare, anche il sacrifizio della mia stessa vita.

SI FA DI NUOVO ATTENTO A MARTA.

E poi, che cosa ti ha domandato, il Duce?

MARTA - Mi ha domandato che intenzioni avevo e se avrei ampliato il repertorio; io gli dissi che già l'avevo ampliato: "Molnàr, e Mann..", che cioè non avrei fatto "soltanto" Pirandello, e allora lui fece le sue riserve su Mann, forse non gli piaceva... Basta, quando ho capito quanto l'avevano accerchiato mi sono sentita cadere le braccia. Gliel'ho detto: "E' l'eterna storia..." e allora l'ho visto un po' pensieroso. Insomma, mi ha trattata con una gentilezza magnifica, ma la parola di fede che m'aspettavo non è venuta.

PIRANDELLO - Per te non avrebbe alcun valore un'esaltazione ottenuta coi mezzi di cui si servono altre attrici!

MARTA - Poi non ha neanche voluto che sui giornali si mettesse che mi aveva ricevuto. Doveva essere un riconoscimento, per me.

PIRANDELLO - L'uomo non merita codesto tuo rammarico: ruvida e grossolana stoffa umana, fatta per comandare con disprezzo gente mediocre e volgare, capace di tutto.
E chi ha il coraggio di dire una verità a fronte alta, ha "brutto carattere".

MARTA RIDE. RIFA' IL VERSO A MUSSOLINI.

MARTA - "Pirandello ha un brutto carattere!"...

PIRANDELLO - Viviamo in un tempo "brutale", e un uomo come lui è necessario; necessario mantenere il mito che ce ne siamo fatto.

MARTA SI ALLONTANA DA PIRANDELLO. LA SUA BATTUTA E' UN SUSSURRO, UNA PREGHIERA.

MARTA - Maestro, la mia commedia nuova...

PIRANDELLO - Lavorare. Questo è ciò che conta.
"Evadere! Trasfigurarsi! diventare altri!"... Vorrei qualche cosa in cui tutto il mio spirito fosse impegnato...Devo tornare in Italia!

L'INNO NAZIONALE. BOATO DI APPLAUSI E VOCI IN DELIRIO.

Sono stato ricevuto da Mussolini! A Palazzo Venezia. Ero andato per parlargli del mio progetto dei dieci teatri regionali; lo avevo presentato alla Società degli Autori perchè gli fosse consegnato.
Dopo avermi ascoltato attentamente, lui batte un pugno sul tavolo, irosamente, ed esclama...

IMITA IL TONO IMPERIOSO DI MUSSOLINI.

"Voi potete ben credere che codesto progetto non mi è stato rimesso! Ne domanderò conto alla Società degli Autori". Volle esposto da me, particolareggiatamente, il progetto, e alla fine mi disse: "Credo veramente che sia la via più giusta per risolvere la questione del teatro in Italia. Non dubitate, Pirandello, studierò questo vostro progetto e vi saprò dire quello che penso".
Io sono uscito dal colloquio molto contento di lui e di me.
Dopo la mia visita chiesero il progetto alla Società degli Autori - Mussolini lo voleva con urgenza -; ma lì risposero che non lo avevano. Il progetto dei dieci teatri regionali, che io mi ero affannato a definire in ogni suo particolare, anche alla SIAE lo avevano perduto! E adesso devo ricostruirlo tutto quanto...

MARTA - Caro maestro, tanto lavoro, per gli altri...
Per lei, non vuole nulla...Ma capiranno la sua generosità?

PIRANDELLO - Bottai mi ha invitato a colazione a casa sua.

UNA FORTE ESCLAMAZIONE DI MARTA.

MARTA - Ah! E allora?

PIRANDELLO - Ti descrivo l'incontro.
Bel villino a Valle Giulia, grandi effusioni di deferenza all'arrivo, la solita storia di trovarmi ringiovanito di dieci anni ( io a furia di ringiovanire morirò bambino)...

MARTA RIDE.

...cocktails, cerimonie e a tavola. Finita la colazione si passa nel salotto per il caffè e allora si inizia la discussione.
Tiro subito fuori il progetto, lo commento diffusamente in ogni sua parte. Bottai approva tutto. Pierantoni e De Pirro avanzano qua e là delle obiezioni; io le ribatto vittoriosamente. Poi si passa a parlare dei teatri.
Si sono or ora stanziati 70 milioni per nuove aule universitarie - dico - e parecchie decine per le stazioni ferroviarie e varie altre strutture; basterebbe stanziarne 40 per i dieci teatri regionali del mio progetto. Quando si vuole, i milioni si trovano. Bisogna che entrino in programma anche i teatri, "volere i teatri!".

MARTA GLI FA ECO.

MARTA - "Volere i teatri!".

PIRANDELLO - E se non si può cominciare con tutti e dieci, almeno dare l'avvìo con i teatri che già ci sono. "Ma bisogna che lei, Pirandello, resti con noi e lavori con noi", conclude il Bottai. E io prometto che resterò a disposizione per tutto quell'aiuto d'energia, di idea, di esperienza e di prestigio che potrò dare all'opera. "Intanto - soggiunge il Bottai rivolgendosi al Pierantoni e al De Pirro - bisognerebbe provvedere presso le Compagnie per una ripresa del repertorio pirandelliano". "Ah no! - scatto io, subito - non intendo che si faccia nulla in questo senso!". "Ma ne sentiamo tutti il bisogno!" risponde lui. E io "Sarà, ma io non tollero che questo s'ottenga per forza o per sollecitazione della Corporazione o del Governo! Io non voglio nulla per me; voglio che si faccia tutto per la liberazione del teatro in Italia, e basta! ". Così ci siamo lasciati.

MARTA SOSPIRA E SI ALLONTANA.
INDOSSA UN ACCAPPATOIO DA SPIAGGIA.

MARTA - Sono nella Villetta "Mezzaluna" al Lido di Camaiore.
Dopo tante preoccupazioni, mi pare un sogno di potermene stare qui per un po' di settimane.
Il papà e la mamma sarebbero così contenti che lei si decidesse a venire a stare da noi...

PIRANDELLO - Il papà e la mamma?!... E la mia Marta?!

MARTA - Anche Marta, si capisce! E faremo tanti progetti per la stagione prossima; sembra così lontana, invece arriverà d'un balzo. Intanto conviene approfittare di questo sole così buono, e riposare...

PIRANDELLO METTE UNA PAGLIETTA E UNA GIACCA DI LINO BIANCO.
MARTA GLI PORTA UNA SEDIA DI VIMINI SIEDE A TERRA ACCANTO A LUI.
PIRANDELLO INIZIA A PARLARE CON UN TONO CONFIDENZIALE E SODDISFATTO.

PIRANDELLO - Sono già alle ultime battute della commedia.
Ho lavorato tanto! Soprattutto il terzo atto mi ha dato del filo da torcere. Ma poterla provare con te, è una grande ricompensa.

PORGE IL COPIONE A MARTA CHE NE LEGGE L'INTESTAZIONE.

MARTA - "Trovarsi"!...

PIRANDELLO - Mi sto rompendo la testa con la scena finale, che ancora non mi viene.

MARTA - Non le è mai avvenuta una cosa simile.

PIRANDELLO - M'è avvenuto più volte, e il primo ora a non "trovarmi" più sono io!

MARTA - Forse la difficoltà sta nell'avvicendarsi delle scene, o nei movimenti... nelle luci...

PIRANDELLO - No. Il difficile è trovare "l'assoluto"...

MARTA - L'"assoluto"?

PIRANDELLO - L'"assoluto", con una donna che è attrice e che vuol esser donna, e come donna non si trova e rischia di non trovarsi più come attrice, e poi come attrice si ritrova, ma non ritrova più l'uomo che la faccia essere anche donna...

MARTA - Eh!, nella vita una tale scelta è inaccettabile!

PIRANDELLO - Ma se si tratta di un vero "assoluto"!...O donna o attrice. Donata è giovane, è bella, e vuol anche vivere...I l suo dramma è questo, e tanto più complicato, in quanto non sa chiudere gli occhi; e la volta che li chiude, rischia di morire e non vede più nulla... Come "trovarsi" così? Ci si perde e non ci si trova; o a volta a volta ci si perde e ci si ritrova; e allora "come le altre"... - e nulla più d'assoluto!

MARTA - Ma allora, Donata, chi è?

PIRANDELLO - Questa mancanza d'assoluto fa che Donata non possa essere "un'eroina". E' la crisi d'un'attrice...

MARTA SI RENDE CONTO CHE IL PERSONAGGIO DI "TROVARSI" E' LEI, E CHE LA CRISI DELL'ATTRICE E' LA SUA DI DONNA.

MARTA - La crisi di un'attrice!...

PIRANDELLO - ...di un'attrice che non si supera, perchè non vuole o l'una cosa o l'altra, vuole insieme le due cose, che non sono possibili se non "relativamente" e dunque senza conclusione vera. Bisogna trovarne una momentanea, e che sia bella! La troverò.

PIRANDELLO RIPRENDE IL COPIONE DALLE MANI DI MARTA E LEGGE LA BATTUTA, CHE POI CONTINUERA' LEI.

PIRANDELLO - "La volontà, sì, la volontà di farcela, una vita...."

MARTA- DONATA - "La volontà, sì, la volontà di farcela, una vita, il bisogno di farla consistere in qualche modo, com'è possibile... - eh sì, com'è possibile, perchè non dipende più da noi soltanto, ci sono gli altri - i casi - le condizioni - e chi ci sta più vicino - che possono contrariarci, ostacolarci - non sei più tu sola, in mezzo a tutto questo increato che vuol crearsi e non ci riesce - non sei più libera!
E allora...allora dove la vita è creata liberamente, è là invece, nel teatro! Ecco perchè mi ci sono sempre trovata subito, sicura - là sì!
Trovarsi...Trasfigurarsi...Diventare altri!".

RIMANE UN MOMENTO PENSIEROSA.

Maestro, l'ho provato anch'io. Soltanto sul palcoscenico il mio coraggio si mostra senza timori e senza pudori. Lassù non è "Marta Abba" che parla, che grida, che sorride, ma questo o quel personaggio...

MENTRE DICE LE ULTIME FRASI, SI ALLONTANA E INDOSSA UN ELEMENTO DEL COSTUME DI "TROVARSI".
PIRANDELLO HA TOLTO GIACCHETTA E PAGLIETTA.

BRUSII DI TEATRO.

MARTA - I critici dicono che "Trovarsi" lascia un po' disorientati...Ma la piena del pubblico è fantastica...
La compagnia costa parecchio...Poi devo pensare alle matinées...Gli attori vogliono essere pagati al cinquanta per cento, ma come capocomica io ci perdo perchè non posso farli provare un altro lavoro, mentre se provassero non dovrei pagarli...

APPLAUSI E ACCLAMAZIONI. MARTA VERSO PIRANDELLO.

MARTA - Grazie, maestro, e sogni d'oro!...

PIRANDELLO - Che sogni d'oro posso io fare, se devo star lontano dalla mia unica vita? Dio sa come resisto, dentro di me, senza mostrarne nulla di fuori.

PRENDE DELLE CARTE FRA LE MANI.

Sto aspettando di rivedere Bottai e Pierantoni, ma rimandano di giorno in giorno; stanno lavorando sott'acqua per silurare il mio progetto dei teatri regionali. Questo gagà con le ghette può fare il presidente della Corporazione dello Spettacolo finchè la vita teatrale italiana resta quella che è, cioè nulla; domani, se fosse quale il mio progetto la farebbe diventare, non potrebbe essere più che un bigliettaio o una maschera di teatro. Loro lavorano perchè il progetto Pirandello sia dimostrato assurdo, pazzesco, inattuabile; stancarlo, irritarlo, sfiduciarlo, fare che se ne ritorni all'estero e vi rimanga in perpetuo.
Io devo trattare col Duce! Ho completato il mio progetto con tutti i conti delle spese; sono pronto a rispondere punto per punto, ad assumerne la responsabilità in pieno.

MARTA - Solo il Duce potrebbe superare ogni difficoltà...

SQUILLI DI TROMBA E ACCLAMAZIONI.

PIRANDELLO - Sono andato, per pochi giorni, a Parigi a ricevere gli onori che gli intellettuali hanno voluto tributare al mio teatro. E poi sono stato dal Duce. Ho avuto un'impressione, che m'ha gelato il sangue nelle vene. M'aspettavo di trovarmi al cospetto d'un Gigante ( tale l'immagine che si ha di lui all'estero); mi son visto davanti un malato dalla faccia gialla, ingrigito, scavato, quasi spento; e non solo depresso nel corpo, ma anche e più nell'animo...M'accolse al solito affabilmente e mi domandò subito: "Che ha da dirmi, caro Pirandello?". Gli risposi che venivo a riferirgli del senso che la Francia aveva voluto dare agli onori che m'erano stati resi. Soggiunsi che sapevo per quali ragioni politiche l'Italia non poteva in questo momento gradire simili attestati; ma stimavo mio dovere farglieli conoscere. Mi lasciò parlare senza mai interrompermi. Non mi rispose nulla. Che la Francia mi abbia trattato bene, anzichè fargli piacere, gli ha fatto un grosso dispiacere. Dunque, silenzio. Gli parlai poi del mio progetto dei teatri, di cui non avevo saputo più nulla. Allora si mise a parlarmi come non mi sarei mai aspettato. La situazione politica in tutto il mondo è tragica; non è mai stata più tragica - mi disse -: tutto è possibile che avvenga da un momento all'altro, anche una guerra. Parole testuali. Per gli spettacoli, il popolo bisogna che si contenti di quelli che può avere in massa, gli stadii e il cinematografo. La conversazione finì così.

FISCHIO DI LOCOMOTIVA.
MARTA HA UN MAZZO DI GIUNCHIGLIE A PIRANDELLO.

MARTA - Pochi fiori ma con tanto cuore, per San Luigi.

PIRANDELLO - Te ne sei ricordata...

MARTA - Sono al Lido di Venezia. Quante feste, e inviti! Casa Volpi, casa Damerini, casa Morosini... Il mio onomastico l'ho passato con la Margherita Sarfatti e con i Reinhardt...Dopo il "Mercante di Venezia" siamo diventati amici, la moglie del regista è una donna così cara... Vogliono che io rimanga per la presentazione del film...

PIRANDELLO - "Teresa Confalonieri"...Non potranno dire che tu faccia sempre cose mie!

MARTA - Pensano di presentarmi a dei produttori americani, e anche a Rizzoli che qui è quello che dà maggiore affidamento... Ma vorrei anche riposarmi, andare un po' a Castiglioncello... Così potremmo stare un poco insieme, e definire i nostri progetti.

PIRANDELLO - Qui è la quiete assoluta...e il lavoro l'unico beneficio. Ma adesso occorre che io concentri le forze per il Convegno Volta.

MARTA GLI SI AVVICINA.
SONO DI NUOVO INSIEME, IN DIALOGO SERRATO.

MARTA - Sarà un avvenimento di grande importanza.

PIRANDELLO - Avermi nominato presidente mi ha ridato un po' di fiducia nella possibilità di fare qualcosa per il teatro in Italia.

MARTA - E ha coinvolto anche me, maestro!

PIRANDELLO - E' una grande occasione. Reciterai davanti ai nomi più famosi del teatro di tutto il mondo.

MARTA - Ma D'Annunzio! Messo in scena da lei, che lo aveva sempre criticato duramente!

PIRANDELLO - Denunciavo lo stile delle sue parole. Più che tragedie, D'Annunzio ha scritto farse; farse fatte per ridere...

MARTA - Adesso è stato proprio lei a scegliere "La figlia di Jorio".

PIRANDELLO - Un atto di omaggio al regime. D'Annunzio è ritenuto il più grande poeta vivente.

MARTA - "La figlia di Jorio", spettacolo d'onore del Convegno Volta!

PIRANDELLO - Intanto ho già dovuto fare una smentita.

MARTA - Un altro pasticcio ?

PIRANDELLO - Il Pierantoni Presidente della Corporazione dello Spettacolo ha fatto chiedere a Ruggeri se consentiva a interpretare la parte di Aligi - lo fa da trent'anni! - e gli lasciò intendere che se accettava, avrebbe avuto anche la parte dell'"Enrico IV".

MARTA - Al Convegno Volta?!

PIRANDELLO - Al Convegno Volta! Appena lo venni a sapere, figurati!, montai su tutte le furie. Dichiarai che mi sarei dimesso da Presidente se si includeva un mio lavoro. Un solo spettacolo italiano, "La figlia di Jorio", con Marta Abba e Ruggero Ruggeri!

MARTA (recita con enfasi ispirata) - "La figlia di Jorio, la figlia
del Mago di Codra alle Farne
bagascia di fratte e di bosco,
putta di fenile e di stabbio"...

Riuscirò a interpretare un personaggio tanto diverso dai suoi?

PIRANDELLO - Ci sarò io a consigliarti, a suggerirti. Deve prevalere un bisogno di purezza, di sacrificio...

MARTA - Ruggeri canterà, come sempre. Ma io non lo seguirò!

PIRANDELLO - Di questo son certissimo. E sarai tu a dare l'impronta nuova. Ma prima del Convegno avrai un successo immancabile a Venezia. "Teresa Confalonieri"!: se gli americani ti vedono in questo film, di certo per te nascerà qualche cosa.

MARTA - Fare cinema è bellissimo, ma il palcoscenico è la mia vita. E' tornata a maturarmi l'idea del nostro teatro stabile.

PIRANDELLO - Anch'io non vedo altro!, non sogno altro!

MARTA - Col programma di cinque o sei commedie a pochi personaggi, ci si arriva anche senza l'aiuto di nessuno....

PIRANDELLO - Bisogna che si crei "stabile" una "istituzione".

MARTA - E allora?

PIRANDELLO - Aspettiamo il Convegno Volta. A qualcosa si approderà.

MARTA - Perchè lei ne sarà il presidente!

MARTA INDOSSA UN COSTUME DI VELI ROSSI.

PIRANDELLO - Farò quel che potrò. Ma se si realizzerà il "Teatro di Stato", temo che saranno poi tante le pressioni, le inframmettenze, le imposizioni, che solo a pensarci mi sento cader le braccia.

MARTA RECITA CON TONO ALTO E CRITICO.

MARTA - "Madre d'Aligi, sorelle
d'Aligi, sposa, parenti,
stendardiero del Malificio,
popolo giusto, giustizia
di Dio, sono Mila di Codra.
Mi confesso. Datemi ascolto.

De Chirico mi ha immaginato come una fiamma, libera, al vento...
Lei è riuscito a fargli capire che non doveva uscire dall'atmosfera di leggenda dell'opera...

PIRANDELLO - Anche De Chirico in passato non era stato tenero con D'Annunzio. Averlo chiamato mi è parsa una buona idea.

MARTA - Un'idea geniale. Ma per qualche costume ci saranno delle lamentele... De Chirico, il vecchio Lazzaro l'ha vestito di pelli caprine; ma Aligi lo vuole nero con le "ciocie" gialle; quando ha visto il bozzetto, Ruggeri ha detto: "Sembrerò un merlo!" e se n'è andato!

PIRANDELLO - Con i suoi sessant'anni suonati, ha una gran paura di non essere più all'altezza della parte. Ha rifiutato addirittura la paga: "Mi basterà il ridicolo di cui mi ricoprirò", ha detto all'amministratore!

MARTA - Eppure per la parte di Aligi non si pensa che a lui.

PIRANDELLO - E andrà benissimo. D'Annunzio è contento della mia impostazione. E' rimasto al Vittoriale, a intristirsi dietro la sua inarrestabile vecchiaia. Ma mi ha scritto!

VOCE DI D'ANNUNZIO - Nessuno saprà intonare il verso
del mio dramma come tu solo saprai...
La meschina infermità che perdura mi impedisce di esserti accanto...Come tu tratti l'anima umana
mi dimostra che sei un mago penetrante...
Se per magia tu potessi celare la mia presenza,
io saprei dominare i miei mali e la mia infelicità
per assistere alla prima interpretazione geniale della mia tragedia, altamente compiuta dall'emulo ammirato...

MARTA - "La fiamma è bella! La fiamma è bella!".

APPLAUSI E VOCI ACCLAMANTI.

VOCI - Geniale! Stupendo!
- Magico! Mitico!

MARTA SI INCHINA E SI ALLONTANA TOGLIENDOSI L'ABITO DI FIAMMA.
PIRANDELLO E' DI NUOVO SOLO, AL TAVOLINO, INTENTO ALLE SUE CARTE.

PIRANDELLO - Questo dramma lo sto scrivendo per il piacere di scriverlo, in piena e assoluta libertà. Va diritto da sè sulla scena, coi soli suoi cinque personaggi. Li vedo che scappano, con la loro furia segreta.
La protagonista, Ginevra, è moglie di un capitano di vascello. Il protagonista si chiama Romeo Daddi. Il marito di Ginevra si chiama Giorgio Vanzi. La moglie del conte Daddi è Donna Bice.
E' un dramma d'amore, perchè Ginevra è innamorata di suo marito, e Romeo Daddi di sua moglie. Ma il dramma è proprio qui, in questi due amori legittimi, in cui s'è cacciata di mezzo, terribile antagonista, la realtà del sogno. "Non si sa come"!, il titolo deve essere questo; avevo pensato di chiamarlo "Se non così", ma "Non si sa come" dice tutto!

SQUILLI DI TROMBA.
VOCI IN VARIE LINGUE.

- Il Premio Nobel per la letteratura è stato assegnato a Luigi Pirandello!
- Le Prix Nobel pour la litérature a été attribué à Luigi Pirandello!
- The prize Nobel for the literature has been attribued to Luigi Pirandello!
- Der Preis Nobel...
- El Premio Nobel por la literatura ha sido otorgado a Luigi Pirandello!

MARTA - Che gioia! Io l'avevo detto!

PIRANDELLO INDOSSA UN FRACK.

PIRANDELLO - Sono oppresso - è la parola - dai festeggiamenti. I giornalisti di tutti i paesi m'hanno assediato! Interviste e telegrammi, telegrammi, telegrammi...ne avrò ricevuto un mezzo migliaio a dir poco! da sua altezza reale Adalberto di Savoia-Genova alla tua ex-cameriera Lina! Ne arrivano ancora da tutte le parti del mondo, e non so come fare a rispondere!...
Eppure...non mi sono sentito mai tanto solo e tanto triste. Basta. Bisogna partire. Ma tu verrai, vero, Marta?

UNO STRIDORE DI FRENI, UN RUMORE DI SCONTRO DI AUTOMOBILE.

MARTA - C'è stato un incidente. Papà era partito da San Remo sulla sua Balilla, per raggiungerci a Milano. L'automobile è slittata ed è andata a finire contro un albero. Papà è rimasto contuso, fortunatamente senza gravità, ma lo spavento è stato forte. In queste condizioni il viaggio a Stoccolma si è reso impossibile. Si prenda lei, caro Maestro, anche per me tutte le feste, tutti gli onori, io da lontano ne sarò tanto contenta e le sarò anche più vicina!...

L'INNO REALE SVEDESE. PIRANDELLO SI INCHINA. MUSICA E APPLAUSI SFUMANO. PIRANDELLO INDOSSA LA SOLITA GIACCA.

PIRANDELLO - Ormai, se Dio vuole, il grosso è passato.
Ho ricevuto il premio dalle mani del Re nella seduta solenne, che ha veramente una grandiosità impressionante, con la Corte e la folla degli invitati in tutto lo splendore delle decorazioni, Accademici, Ministri Generali e tutte le autorità.
Ho dovuto fare il discorso; m'è toccato di farlo in francese, e me la son cavata bene.
Stasera pranzo alla Legazione, in mio onore; domani rappresentazione di gala del "Piacere dell'onestà" al Teatro Nazionale. La più grande attrice svedese, Tura Teje, interpreterà il "Trovarsi" in una tournée per i paesi scandinavi; alla Radio hanno dato "Vestire gli ignudi"...
A Parigi intanto Pitoëff sta provando "Questa sera si recita a soggetto"...Ma io non vedo l'ora di tornare.

UN SIBILO DI VENTO IN UN VORTICE DI VOCI E DI MUSICHE.
MARTA CON UN QUADERNO DI SCUOLA.

MARTA - Feste, incontri, confidenze... tutto già passato!...Come volano i giorni, quelli belli e anche quelli brutti...! Venire a Londra a imparare l'inglese è stata una decisione che maturavo da tempo.

PIRANDELLO - L'inglese ti aprirà le strade del mondo.

MARTA - Prendo lezioni, ogni giorno. E vado in giro per strade piazze, negozi, parchi magnifici... Così mi consolo delle amarezze che in Italia il teatro mi ha dato.
Chissà se arriverò mai a recitare in questa lingua che per ora mi pare incomprensibile....
Mou...th.....Mou...th...Mouth! O...pen...O...pen...Open!
Miss Freedman è un diavolo di donna. La pago nientemeno che una sterlina per lezione! Fa spalancare la bocca per dire "mouth" -bocca, e la restringe come qualche cosa che non si può dire, per pronunciare "open" - aprire...

RIDE CON INTENZIONE. ANCHE PIRANDELLO RIDE.

Sono stata in un ristorante italiano, proprio di faccia al teatro dove fu recitato il "Come tu mi vuoi"; ero stata invitata da due amici della Freedman che mi avevano sentita a Venezia, nella commedia... E si ricordavano che io ero uscita "sette volte" con lei, a salutare il pubblico...

PIRANDELLO - I have received la tua lettera di saturday ...ma capisco che non ti scriverò mai in inglese, perchè in questa lingua non si usa dare del tu e io non ti dirò mai che I have received "your" letter this morning.

MARTA - Questa vita inglese avrà una benefica ripercussione sulla mia salute.

PIRANDELLO - Ti vedo sempre, Marta mia, per le vie dell'immensa città, camminar disinvolta con le tue belle spalle che assecondano il moto...
Potessi esserti accanto! E invece mi aspetta l'America! Chissà!, forse sarà la fortuna per tutti e due!

MARTA - A New York - mi hanno detto - gli affari sono piuttosto fermi in questo periodo. Ma insomma, Dio gliela mandi buona.
Sarà servito almeno alla grande consolazione di sapere in quale alta considerazione la tengono nei paesi di tutto il mondo.
Sono scesa al Danieli, a Venezia. Dopo tanti mesi di Londra avrei voluto un periodo di tranquillità. Invece devo prendere parecchie decisioni. Un anno senza recitare, mi penalizza...

IL SUONO LAMENTOSO DI UNA SIRENA DI NAVE.

PIRANDELLO - Sono arrivato a New York all'alba, dopo una traversata magnifica.
Ho trovato una folla di giornalisti e fotografi alla Quarantena ad attendermi, un vero assalto.
Io sto al Waldorf Astoria, quasi all'altezza di una montagna, al quarantunesimo piano.
mi vogliono vedere, direttori di teatro, registi, attori, attrici, e non ti parlo dei giornalisti e dei fotografi!...
Marlene Dietrich mi ha chiamato da Hollywood: vorrebbe fare in cinema "Trovarsi"!

MARTA - C'è un'odiosissima tensione tra l'Inghilterra e l'Italia, sono tornata a Roma.
Forse sta avverandosi il mio sogno per "L'esclusa": un film, dal suo romanzo! L'importante è che io arrivi a dimostrare che un suo lavoro è un successo oltre che artistico, commerciale. Ma questo, senza ostacolare le trattative americane...

PIRANDELLO - Trattare affari in America in questi giorni è difficile. Sono tutti contro di noi, sebbene abbiano dichiarato la neutralità.

MARTA - Come mai non va a Hollywood? Non dica per carità che non ha trovato da fare affari...

UN LAMENTOSO SUONO DI SIRENA.

PIRANDELLO - Eravamo già fermi al porto di Napoli, dopo una magnifica traversata. Dal ponte del "Conte di Savoia" vedevo sulla banchina Stefano, Fausto, Francesco venuti ad accogliermi con un gruppo di giornalisti e di amici... Mi son sentito male improvvisamente. Un dolore bruciante al petto, che mi toglieva il respiro e mi faceva mancar le gambe. Avevo sulla fronte quel sudore di gelo che precede la morte. Mi hanno condotto all'Excelsior. Le cure mi hanno fatto rinvenire. Nel pomeriggio mi son messo in macchina e son tornato a Roma. Ora mi sento abbattuto, debole...

MARTA - Avevo fatto un brutto sogno. Voglia il cielo che lei si rimetta presto e che io possa rivederla e riabbracciarla presto!

PIRANDELLO - Mi aspettano in America! Questa volta mi offrono dei contratti! Ma io non ci posso andare. Ci andrai tu.

MARTA - Da sola?!

PIRANDELLO - Ti vogliono per "Tovarich". Non è una mia commedia, ma per ora meglio così. Ti sarà più facile recitare la parte di questa nobile russa decaduta, che a Parigi sta a servizio da certi signori...

MARTA - Ho paura.

PIRANDELLO - Devi andare!

MARTA - La vita è movimento, travaglio, gioia, non bisogna mancare. Andare, andare, con aneliti nuovi, che fanno essere giovani come è lei.

PIRANDELLO - Non ci può essere dubbio del tuo successo con "Tovarich". Allora la tua fortuna sarà fatta, per tuo solo merito, e tu la potrai gettare in faccia, come la tua giusta vendetta, a tutti questi schifosi che hanno voluto amareggiarti e avvelenarti quella gloria a cui Dio ti ha destinata. La prima prova la farai a Londra...

MARTA - Sul palcoscenico mi parlano come fossi nata con questa lingua, e io faccio fatica a capirli. Vuol dire che dò la sensazione di esserne padrona! Come mi farà progredire questo mese fra gli attori!

PIRANDELLO -Sono premuto da tutte le parti perchè vada nell'America del Sud. Tutti i giornali dell'Argentina, del Brasile e del Cile sono pieni della mia imminente andata là. Ma io non posso andarci. Rischiare di lasciar la pelle per onori che ormai non m'importano più nulla, non mi va, Marta mia. Sono solo ormai, davanti alla morte.
Via! via! via! Soffiamo su queste malinconie! Aspetto il tuo trionfo in America. Poi sì, posso anche morire.

GRIDA DI GABBIANI. MARTA CON UN GRAN CAPPELLO DA SOLE.

MARTA - Su questa magnifica nave sto passando giorni deliziosi. Siamo in prossimità delle coste spagnole, fa molto caldo e il mare è magnifico. Tutti sono gentili con me, sono curata a tavola in modo particolare, e i miei propositi di mangiar poco sono già sfumati.

PIRANDELLO - Ardo d'aver notizie del tuo arrivo...Tutta l'anima mia e tutto il mio cuore sono con te, e sono come ciechi che ardono di vedere con i tuoi occhi e ancora non vedono nulla.

MARTA INDOSSA UN ABITO NERO CON UN GREMBIULINO DI PIZZO BIANCO.

MARTA - Sono a New York. Stiamo provando in palcoscenico.
Se la commedia avrà successo, si faranno ottimi incassi!

VOCI - Nice! Wonderful!
-Very good! Marta! Marta! Very good!

MARTA - Il debutto a Baltimora è stato festosissimo! Per il mio personaggio mi hanno pettinato e truccato in modo differente; tutti mi fanno i complimenti. Ci stiamo preparando per New York...

PIRANDELLO - Vogliono dare a Firenze per il "Maggio" i "Giganti della montagna". Io sono incerto se accettare. Ormai, non m'importa più nulla. E poi, sto ancora pensando all'ultimo atto...
è un olivo saraceno, in mezzo alla scena: con cui ho risolto tutto.

SORRIDE APRENDO IL LENZUOLO COME UN TENDONE.

Per tirarvi il tendone...

MARTA APRE UNA LETTERA.

MARTA - Poche ore prima della rappresentazione a New York ho ricevuto la sua lettera. L'ho tenuta stretta a me perchè mi desse animo e coraggio.
Il teatro era estremamente preso, e i biglietti erano saliti a venti, trenta dollari. Non mi aspettavo però che tutta quella attesa spasmodica fosse per me, e ancora adesso stenterei a crederlo se i miei occhi non avessero visto, le mie orecchie non avessero sentito e gli amici non me l'avessero detto, quando io non capivo più e non sentivo più, sprofondata in questo tumulto che m'ha lasciata debole come se avessi passata una malattia.
L'applauso che mi ha accolta, prolungato e vibrante, mi ha fatto tremare e mi pareva che fosse, prima che mi avessero sentita, immeritato. Mi pareva troppo, e troppo dura quindi la conquista definitiva alla fine. Ma alla fine tutto il pubblico unitamente agli attori sul palcoscenico fu di nuovo tutto per me, e con maggiore toccante gioia....Dopo sul palcoscenico, tutti ancora per me!
E i giornali! Sono magnifici, e mai s'è visto così concordi ad apprezzare le doti di un'attrice straniera! Sono felice! Iddio mi ha ricompensata di tutto. Non ho altro a chiedergli e farò di tutto per meritarmi sempre più ciò che ha voluto elargirmi con questa ricompensa che mi fa ancora vivere.
E lei, maestro? "La sua più grande opera" va avanti. Il terzo atto? Lo scriverà!
La bacio con tanto affetto.

PIRANDELLO SI TOCCA LE LABBRA AVVERTENDO IL BACIO.

PIRANDELLO - La tua lettera, l'ho baciata non so quante volte. Quello che tu hai fatto ha veramente del miracolo; e ti si dà ragione, quando con divina umiltà ne ringrazi Dio.

MARTA - "Sola ancora una volta, con questa doppia paura - per la mia arte e per me - di riaccostarmi alla vita. Ho bisogno di trovarmi sola - di restare qua sola. Trovarsi... Ma sì, ecco: non ci si trova alla fine che soli...".

PIRANDELLO - "Fortuna che si resta coi nostri fantasmi, più vivi e più veri d'ogni cosa viva e vera, in una certezza che sta a noi soli raggiungere, e che non può mancarci!"....
Marta mia, che sogno ho fatto! Soltanto a farlo, mi sento tutto rinascere.
New York è come una scacchiera. So la cinquantatreesima strada dove taglia la Sesta Avenue West... A che piano stai? Posso domandarlo al portiere. Salgo con l'ascensore. Suono il campanello alla porta. Mi si presenta una cameriera negra.:- Miss Marta Abba?
E odo dall'altra stanza il tuo grido: "Maestro! Maestro!...".

SI AVVOLGE NEL LENZUOLO SCOMPARENDOVI.
MARTA LEGGE UN TELEGRAMMA.

MARTA, ( un grido) - Maestro! Maestro!

VOCE DI PIRANDELLO - "Nessuno m'accompagni,
nè parenti nè amici.
E il mio corpo, appena arso,
sia lasciato disperdere;
perchè niente,
neppure la cenere,
vorrei avanzasse di me....."

APPLAUSI.
MARTA RIMANE FERMA, GLI OCCHI ALL'INFINITO. BUIO.
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