Roma, 8 settembre 2002

Caro avvocato Simone Morandi,
ecco il mio parere sulla riduzione teatrale ( che lei mi ha dato a leggere) di alcuni momenti della corrispondenza epistolare tra Luigi Pirandello e Marta Abba fatta da Maricla Boggio.
Non essendo del mestiere, non mi compete naturalmente un giudizio di qualità, ma come erede soltanto di vedere se nel testo propostoci si ravvisa qualche cosa che possa ledere la figura di Pirandello.
Io non vi ho letto intenti malevoli o denigratori; e anzi, ho visto una disposizione ammirativa e una simpatia direi affettuosa.
Vi sono naturalmente nel testo impostazioni e punti che io avrei considerato in modo diverso, ma essi non compromettono l’impressione generale. Dunque non negherei l’autorizzazione che ci viene richiesta, e non porrei ostacoli ad una eventuale rappresentazione. Bisogna però sentire anche gli altri eredi, che io da solo non rappresento. Un rifiuto sarebbe comunque non giustificabile, e forse provocherebbe un’eco inopportuna.
Certamente il solo fatto di pubblicare, anni fa, i carteggi tra Pirandello e la Abba e adesso di trarne un testo teatrale avrebbe suscitato le reazioni di alcuni dei nostri genitori, cioè di alcuni dei figli di Pirandello. Vi avrebbero visto una deformazione della figura del loro padre guardato da uno scorcio particolare che lo travisava.
Sono passati tanti decenni, noi siamo nipoti e ormai nipoti vecchi, e vediamo le cose da un’altra prospettiva. Per esempio, noi abbiamo consentito appunto che le lettere di Pirandello alla Abba venissero pubblicate in modo quasi integrale, cosa che non sarebbe stata possibile prima. Ed è un bene che i carteggi siano noti perché contribuiscono alla conoscenza di importanti momenti e vicende della biografia pirandelliana.
Nel caso concreto della riduzione teatrale sottoposta alla mia attenzione, è evidente che ricevendo come espressione ‘assoluta’ del drammaturgo alcune frasi sgorganti da una data circostanza della passione amorosa per la sua interprete il pubblico ne avrà un’immagine alquanto svisata. Ma quella passione segnò effettivamente e in modo forte i suoi ultimi dieci anni ed è lecito ricordare non maliziosamente come essa fu manifestata. Del resto anche noi diamo un’interpretazione particolare, inevitabilmente, quando pubblichiamo certe lettere o scriviamo ricordi o momenti dell’esistenza delle nostre famiglie.
Cordiali saluti.
Andrea Pirandello

 

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