Titolo: “Medea, Amor de uma mulher”
Traduzione in portoghese
Autore: Maricla Boggio
Compagnia: Seiva Trupe
Regìa: Julio Cardoso
Scene: Josè Rodrigues
Coreografie: Jorge Levy
Costumi: Isabel Cabral
Musiche: João Loio
Interpreti: Estrela Novais, Armindo Silva, Helena França, Isabel leal, Maria Alice Augusto, Maria Graça Bastos, Olga Dias, Preciosa Branco, Zelia Santos, Ana Catarina Reis, Tània Elisabeta Reis. Rappresentazione: Porto, Teatro Seiva Trupe, Anno: giugno 1984.
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Locandina
MEDEA
monologo per attrice, con voci
Una donna di oggi scopre che il marito le preferisce un'altra. La storia dell'antica Medea si ripete, come infinite volte è accaduto nel corso dei millenni.
Qui la donna non si confida con un coro, né medita solitarie vendette sanguinarie; ha la capacità di controllare i sentimenti attraverso il linguaggio, e si serve di un incontro con uno psicanalista - che non si vede in scena -, al quale rivela le sue angosce e manifesta il lento o repentino variare degli impulsi che si agitano in lei, fino alla decisione di accettare di vivere la sua vita senza vendicarsi nè contro il marito nè tantomeno contro i figli; le basta, come rivalsa, lasciare all'altra donna, che l'ha sostituita accanto al suo Giasone, di sperimentare le amarezze che forse anche a lei saranno inflitte da chi ha già una volta tradito.
Il gioco dell'immedesimazione – attraverso l'inconscio che alimenta i sentimenti più incontrollabili e quella cultura che nell'archeologia di ciascuno di noi opera segretamente - articola un appassionante susseguirsi di momenti che sviluppano i due piani intrecciati di interpretazione, nei quali il pubblico sarà proiettato.
La moderna Medea lotta contro i sentimenti che la trascinerebbero alla vendetta; si oppone alle Medee archetipo, che emergono dai frammenti delle opere degli artisti dei secoli passati - dalla musicale "Medea" di Cherubini, a quella grandiosamente arcaica di Euripide, alla tragica figura creata da Seneca, all'eroina cui diede vita baroccamente il Niccolini -, per imporre il proprio sentire di donna moderna, non indenne da gelosia, a cui tuttavia sta più a cuore la propria vita e quella dei figli, in un tentativo di comprensione delle situazioni altrui.
Cerca di conoscere l'"altra", anzichè meditarne l'assassinio; le si fa confidente approfittando di un incontro femminista, di donne solidali per un cambiamento sociale dell'esistenza; scopre la giovane rivale nella sua ingenua ricerca di amore, illusoriamente convinta di aver trovato l'uomo diverso, "ideale". Le regala quel vestito da ragazza che aveva comprato per sè, senza rivelarle la sua identità, un omaggio alla sua fragile credulità non intaccata dalla delusione che porta l'esperienza.
Medea getta via i costumi, i mantelli, gli oggetti che le avevano consentito di immedesimarsi nei personaggi del mito, e si dispone a vivere cercando ancora il gusto dell'esistenza, abbandonando i rancori che la priverebbero di questa possibilità.
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