Titolo:
"Madrefiglia - E parlavo alle bambole"
Genere: monologo teatrale
Autore: Maricla Boggio
Prima rappresentazione: 21 gennaio 1994, Palermo
Regìa: Michele Perriera
Interpreti: Maria Cucinotti
Scene e costumi: Lisa Ricca
Il testo è pubblicato dalla rivista Ridotto n.12, dicembre 1993 con il titolo “E parlavo alle bambole”
Testo
Foto
Punto di partenza, un fatto di cronaca nera.
Una madre ha ucciso la figlia.
Gelosia per un uomo? Rancori? Follia?
La verità scorre in più direzioni, i motivi apparenti non corrispondono mai a quelli che hanno portato al fatto.
Dietro la consapevolezza che la verità oggettiva è un'utopia, la scrittura teatrale ha voluto tentare di far parlare l'inconscio: è la madre, a fatto avvenuto, che parla alla figlia riandando con la memoria a episodi antichi che hanno segnato la loro alleanza, fino all'incrinatura di quel " carcere di cristallo" narcisistico in cui si riconoscevano uguali, che le ha portate ad essere rivali e quindi nemiche.
Il dondolìo rassicurante di un cullare infantile scandisce momenti vissuti nella tenerezza, nell'allegria, nella crudeltà.
Mondo di donne, interdetto agli uomini; padri, amanti, compagni sono sullo sfondo, sfocati, rifiutati dalla diade madre-figlia che li ha esclusi creandosi un equilibrio fragile, effimero.
Non c'è odio in questo sacrificio.
La madre uccide la figlia per salvarla da un'esistenza che ha già sacrificato lei; la uccide per rifarla sua per sempre; per continuare ad essere un tutt'uno con lei. E rivivendo il sacrificio, la inghiotte, quella figlia; ne mangia le membra -gli abiti che prima indossavano un po' l'una un po' l'altra, e sono simbolo di entrambe, in una complicità perduta -; la riassorbe nel suo ventre.
Uccidendo sua figlia si è negata come madre, ma nel contempo è ridiventata bambina, come quando "parlava alle bambole".
Non più madre, in un mondo in cui gli uomini non hanno uno spazio può essere di nuovo vergine, quindi onnipotente, creatrice e distruttrice.
Più che Medea, questa Madre è Cronos.
In una chiave di lettura che si rifà al mito, lo spettatore può far suo quel racconto. Il comportamento del personaggio della madre rivela le fantasie inconsce e i desideri nascosti di ognuno,li porta alla luce, li rende controllabili.
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