CAMPUS UNIVERSITARIO – Biennale di Venezia 2007
con la direzione artistica di Maurizio Scaparro
lunedì 23 luglio - ore 17.00
Teatro Universitario G. Poli - Santa Marta di Venezia.
LA STAGIONE DEI DISINGANNI
Alfieri a Parigi incontra Goldoni e sogna Gobetti
di Maricla Boggio
con Alessandro Curino, Aldo Delaude, Vanessa Giuliani, Fulvia Roggero, Vincenzo Santagata.
danzatrice Elisabetta Tomasi
al violino Monica Agosto
regia di Massimo Scaglione
luci Federico Merula
elementi scenici Silvia Lo Magno
una produzione del Teatro delle Dieci
con il contributo della Fondazione La Biennale di Venezia
e del Centro Studi Alfieriani di Asti
ufficio stampa/ organizzazione Chiara Veglio
coordinamento Fulvia Roggero
amministrazione Bruno Anselmino
Carlo Goldoni e Vittorio Alfieri rischiano di essere presenti nel nostro immaginario esclusivamente l'uno per le sue famose commedie, l'altro come autore di tragedie che ancor oggi vengono rappresentate.
Maricla Boggio con questo suo testo si propone - riuscendoci pienamente - di allargare il discorso sui due autori, dal cui incontro nascono momenti decisivi dalla dimensione pubblica a quella privata, accostando i loro ideali, i loro sogni, le speranze ed anche le umane debolezze.
L'opera messa in scena, attraverso la rappresentazione dei valori morali, culturali e storici di cui essi sono portatori, potrà risultare di notevole interesse didattico per i partecipanti al Campus universitario della Biennale di Venezia, poichè la drammaturgia attinge alla materia viva della nostra vicenda teatrale italiana, richiamandosi alla Riforma Goldoniana e ai valori politici di riscatto patriottico insiti nelle tematiche tragiche di Alfieri, ideale successore di Goldoni; va inoltre sottolineato che i due protagonisti del nostro teatro si sono davvero frequentati a Parigi – dove viene immaginato lo svolgimento del dramma – e da tale situazione emerge anche un discorso di europeismo ante litteram dei due autori; ed inoltre non si può dimenticare che Piero Gobetti capì pienamente la lezione politica di Alfieri, dedicandogli, soltanto pochi decenni or sono, la sua tesi di laurea dal titolo “Alfieri, uomo nuovo”: anche da tale tesi, in una dimensione onirica di straordinario vigore drammaturgico, si attinge nel testo della Boggio.
Ne scaturiscono dunque due figure a tutto tondo che ben rappresentano l'epoca in cui vissero ed operarono. Maricla Boggio ci fornisce pertanto, una proposta teatrale ricca di suggestioni dove la parola si fa pregnante azione scenica. ll testo agisce su due piani, quello storico-bibliografico e quello che ha le dimensioni del sogno.
Rimarchevole per la quantitá di riferimenti storici e letterari, il testo risulta anche un'occasione per fare del vero teatro, affascinante incastro di scatole cinesi e utile ragguaglio di un periodo e di due personaggi-chiave come Alfieri e Goldoni, cui si aggiungono Francesco Gori, Piero Gobetti e la folla colorata del teatro di allora.
Maricla Boggio, laurea in legge, giornalista, docente di drammaturgia all'Accademia Nazionale d'Arte Drammatica dove si é diplomata in regia con Orazio Costa, é prosecutrice del suo metodo, su cui ha realizzato i filmati “L'uomo e l'attore” e pubblicato “Il corpo creativo - la parola e il gesto in Orazio Costa” (Bulzoni). Il suo teatro si sviluppa fra storia, mito e attualitá.
Fra i drammi rappresentati e pubblicati, “La monaca portoghese”, “Schegge - vite di quartiere”, “Storia di niente”, “Gardenia-sette giornate e un tramonto”, “Lo sguardo di Orfeo”, “Caracciolo - dramma in commedia”, “Il volto velato - pia rappresentazione della Piccola Santa Teresa nel convento delle Carmelitane”.
Suoi registi, Calvino, Camilleri, Farau, Ferrero, Gervasio, Gregoretti, Manfré, Martino, Mazzali, Ninchi, Perriera, Salveti, Scaglione, Scaparro, Zampieri, Zuloeta.
Tra i libri “Ragazza Madre” Marsilio; “Farsi uomo oltre la droga”, Bulzoni; “La Casa dei sentimeneti - Itinerario per uscire dalla droga”, Eri; “La Nara – una donna dentro la storia” Qualecultura Jaca Book; “Storie e luoghi segreti del Piemonte” Newton & Compton; “Il volto dellaltro - aids e immaginario” con Luigi M. Lombardi Satriani e Francesco Mele, e “Come una ladra a lampo” con Giuseppe Bucaro e Luigi M. Lombardi Satriani, Meltemi; “Farsi male” presentazione di Claude Olievenstein, Falzea.
Il Teatro delle Dieci, nasce a Torino nel 1958, per opera del regista Massimo Scaglione, e di un gruppo di giovani attori del Teatro Stabile. Subito s’impone su scala nazionale, come formazione teatrale di ricerca, presentando per la prima volta in Italia i testi di Ionesco (la celeberrima Cantatrice Calva, della quale a tutt’oggi sono state rappresentate oltre 3000 repliche), Beckett, Adamov, Tardieu, gli scrittori dadaisti e futuristi Breton e Tzara, Sciascia, Behan, Genet, Cocteau, Flaiano, Pavese, ecc... Gli anni ’70 vedono la compagnia segnalarsi come una delle realtà alternative teatrali nazionali più rilevanti.
Parallelamente alla produzione di spettacoli il Teatro delle Dieci ha sempre svolto un’intensa attività didattica attraverso corsi, laboratori, stages e conferenze volti alla formazione del pubblico e alla diffusione della cultura teatrale, in collaborazione con scuole di ogni ordine e grado. Ha recentemente realizzato e promosso, a ottobre 2006, in convenzione col CRUT – Università di Torino, il convegno di studi “Recitare Ionesco”.
Attualmente la compagnia prosegue la propria ricerca sugli autori italiani contemporanei: “Procacciatori D'Affari” di Primo Levi e “L’Ultimo Caffè”, antologia su Giovanni Arpino, rappresentati anche nelle scuole, “Le Mamme” di C. Terron, oltre all’intramontabile Cantatrice Calva e alle produzioni per ragazzi fra cui “La ballata di Pinocchio”.
Il suo stile inconfondibile, continua ad essere quello di un teatro d'attore, orientato verso il genere assurdo, grottesco, tragicomico contraddistinto da ritmi incalzanti e dall'unisono degli interpreti.
Negli ultimi anni ha inoltre prodotto le rassegne: “Voci Di Donne del Piemonte” e “Voci di Gente del Piemonte”. Nel 2006 ha dato vita a Cortemilia (Cn) al festival “Serate d'Amore per Ileana Ghione”, dedicato all'arte della prosa e alla grande attrice.
Dal 2005 è titolare del progetto regionale “Residenza Multudisciplinare del Territorio Pedemontano” che prevede laboratori, spettacoli, rassegne che privilegiano la cultura territoriale, in collaborazione con la Comunità Montana del Pinerolese Pedemontano
Il Teatro delle Dieci tuttora continua nella direzione culturale improntata dal regista “storico” Massimo Scaglione, già attivo alla RAI di Torino e ora docente di Storia del Teatro Piemontese al DAMS, e scrittore di saggi teatrali e cinematografici, attraverso il lavoro di collaudati collaboratori attivi già da diversi anni fra cui Bruno Anselmino, Aldo Delaude, Fulvia Roggero, Vincenzo Santagata.
Massimo Scaglione, regista della Rai e docente di Teoria e tecnica del Linguaggio Radiotelevisivo e successivamente di Storia del Teatro Piemontese al DAMS di Torino, ha realizzato centinaia di programmi sia alla radio che alla televisione.
Con Guido Davico Bonino ha curato tre serie radiofoniche dedicate al repertorio teatrale leggero: “Saluti e baci”, “Una lietissima stagione” e “I maestri dei sorriso”.
In televisione ha realizzato numerosi sceneggiati, tra cui “Parti femminili” con Dario Fo e Franca Rame e la parodia de “I promessi sposi” con il trio Lopez-Marchesini-Solenghi.
Ha curato la regia di numerosi spettacoli lirici presso i piú importanti enti italiani, come il Teatro Regio di Torino, il Teatro dell’Opera di Roma, il Teatro Verdi di Trieste, l’Ente Lirico di Cagliari e altri.
Parallelamente all'attivitá radiotelevisiva, si é dedicato alla regia teatrale, fondando nel 1958 Il Teatro delle Dieci, compagnia ancor oggi attivissima, che per prima ha presentato lonesco e Beckett in Italia.
Nel 1981 ha vinto il Premio I.D.I – St. Vincent per l’attività teatrale.
E' inoltre autore di numerose pubblicazioni quali “Il dizionario del teatro”, “Il Teatro Carignano”, “Giovanni Toselli”, “Storia del teatro piemontese”, “Attori sotto la Mole”, “Saluti e Baci” e “I miei primi 40 anni alla Rai-Tv”.